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America contro Europa : il Trattato di Lisbona

di Romolo Gobbi - 11/07/2008

Autore: RomoloGob Data: 11/

Perché gli irlandesi del “no” al Referendum per il Trattato di Lisbona erano così felici di festeggiare nelle piazze e nelle strade di Dublino la loro risicata vittoria? Indubbiamente fa sempre piacere quando la volontà di pochi, 850mila, riesce a vincere contro la presunta volontà di molti, circa 500miliini di europei che, con il voto dei Parlamenti Nazionali, avevano approvato il Trattato. E/o soprattutto, sapevano gli stessi chi aveva influenzato il loro voto negativo e per quali motivi? Certamente ha influito sulla decisione degli irlandesi la stampa inglese, notoriamente asservita agli USA, almeno fin dal 1939, quando aveva spinto Chamberlain al voltafaccia nei confronti della Germania, dichiarandole guerra in difesa della Polonia. Forse sono intervenuti anche i milioni di irlandesi americani, che da secoli hanno trovato rifugio negli USA, e che però mantengono un forte legame con la patria degli antenati.
Perché il gemello polacco di Bush si è rifiutato di firmare la ratifica del Trattato di Lisbona già approvato dal suo Parlamento? Perchè il britannico Gordon Brown ha cercato cavilli per rinviare la decisione già presa dal parlamento inglese? Perché il Governo Ceco ha cercato di rinviare l’entrata in vigore del Trattato? Si sa che in Polonia ed in Cechia gli USA vogliono installare le basi del loro progetto anti-missili, con il consenso dei due Governi, ma perché agli USA non piace il Trattato di Lisbona? In una sintesi giornalistica del Trattato si legge al quarto punto: “un’Europa protagonista sulla scena internazionale, il cui ruolo sarà potenziato raggruppando gli strumenti comunitari di politica estera, per quanto riguarda sia l’elaborazione che l’approvazione di nuove politiche. Il Trattato di Lisbona permetterà all’Europa di esprimere una posizione chiara nelle relazioni con i partners a livello mondiale. Metterà la potenza economica, umanitaria, politica e diplomatica dell’Europa al servizio dei suoi interessi e valori in tutto il mondo. Pur rispettando gli interessi particolari degli Stati membri in politica estera”. Il nuovo presidente dell’Unione Europea, Sarkozy, ha addirittura ipotizzato: “la creazione di una vera forza militare dell’Unione, sul piano dei mezzi e degli uomini, come indispensabile per farla uscire dalla condizione di inferiorità nella gestione delle crisi internazionali”.
Ma quali relazioni europee possibili possono inquietare gli americani? Il 4 luglio è cominciato il negoziato sul nuovo trattato di partnership tra Europa e Russia, che era in stallo da quasi un anno. Il nuovo documento regolerà la cooperazione tra Europa e Russia in materia di energia, commercio, diritti umani e sicurezza.
Zbigniew Brezezinski, già Consigliere per la Sicurezza nazionale del Presidente Carter, fin dal 1997, nel suo libro “La grande scacchiera”, aveva paventato che una popolazione ed un’economia mondiale “concentrata in Eurasia, in un’Eurasia che, riunificata dal crollo del Comunismo, dimentica degli Stati Uniti, isolati nel loro nuovo mondo, è qualcosa di fondamentale, un’intuizione folgorante dell’autentica minaccia che grava sul sistema americano” (E. Todd, Dopo l’Impero, Tropea, 2002, pag. 16). Gli USA non sono più la potenza mondiale di una volta; il deficit della bilancia commerciale americana è passato, tra il 1990 ed il 2000, da 100 a 450miliardi di dollari ed è cresciuto anche in seguito e quindi ha bisogno di un flusso di capitali stranieri equivalenti: “in questo terzo millennio gli Stati Uniti non possono più vivere della loro produzione” (ivi, pag.21).
Anche la loro potenza militare si va affievolendo, basti pensare che durante la Guerra del Golfo avevano dovuto impegnare i tre quarti delle loro forze. In tempi recenti hanno potuto affrontare solo micro-potenze, come la Serbia, l’Afghanistan o l’Iraq, sostenuti tra l’atro da alcuni Paesi europei. Dunque, negli ultimi anni hanno cercato in tutti i modi di impedire che nascesse una grande alleanza in Europa, dall’Atlantico agli Urali, tra l’Unione Europea e la Russia, che è ridiventata il secondo produttore mondiale di petrolio ed è il primo produttore di gas naturale. Inoltre, la Russia sta investendo parte delle proprie entrate energetiche nell’ammodernamento del proprio arsenale nucleare e convenzionale.
Così si spiegano le provocazioni americane contro la Russia, dal bombardamento della Serbia al riconoscimento del Kosovo, alla volontà di impiantare un sistema anti-missile in Polonia ed in Cechia, ai più recenti tentativi di impedire il consolidamento delle istituzioni europee previsto dal Trattato di Lisbona