Qui è tutto meraviglioso e colorato, le strade della mia città, di cui non so il nome ma che ha quella grande statua di Cristo con le braccia allargate, sono piene di gente che va veloce a casa o al lavoro. Li guardo in silenzio e seminascosto, anche se sono certo che gli unici ad accorgersi di me e dei miei due amici sarebbero i poliziotti e i vecchi europei che vengono qui per giocare al medico con noi. Ci dicono che a casa loro non ci sono bambini così bravi. Giocando m’hanno regalato una meravigliosa maglietta con una scritta colorata che non so capire, ma che tutti mi invidiano e di cui vado fierissimo. Quei gentili signori, quando giocano, mi lasciano tante monetine che posso usare per comprarmi la vernice migliore e respirarmela con i miei compagni più grandi. Loro non possono più giocare al medico perché dormono sempre, si svegliano solo quando gli porto la vernice. Vedo anche tanti bambini che girano in macchina con la mamma ed il papà, ma non provo nessuna invidia per loro, fanno una vita così facile che, secondo me, è quasi noiosa. L’unica cosa che vorrei fare come loro è imparare a leggere e scrivere. Mi hanno detto che ci sono posti in cui tanti bambini insieme ascoltano una maestra e imparano a leggere e scrivere. Devo chiedere a un europeo che gioca con me come fare per andare a scuola, forse mi darà più monetine…
Vedo un grande, immenso tubo, alto come quattro uomini, che parte dal mare e va verso nord, un tubo senza fine, ma che, a giudicare dalle guardie che spesso passano a controllarlo, contiene roba di valore. Ci dev’essere il petrolio, come sento spesso dire dal papà e dai suoi amici che girano con quei grandi bidoni di metallo facendoli rotolare nelle strade fangose del mio villaggio in Nigeria. Ho appena compiuto dieci anni. Poco più di un anno fa per la prima volta ho visto un aggeggio piccolissimo in cui giocavano a pallone dei grandi uomini bellissimi e pulitissimi, con la pelle del mio stesso colore e delle maglie verdi come i prati dei ricchi, che vedo solo da lontano perché le loro guardie hanno dei cani grossi come tori, e dei calzoncini bianchissimi… Da allora ho deciso che avrei iniziato a correre veloce come il vento per essere bravo come loro. Corro velocissimo e papà ed i suoi amici mi hanno chiesto di distrarre le guardie facendo loro credere di aver preso quel preziosissimo liquido melmoso, nero e puzzolente (ma sono un ragazzo e certe cose non le posso sapere) in una piccola tanica di plastica. Piccola perché altrimenti non riesco a correre tanto veloce da evitare i cani e gli spari. Miglioravo sempre di più, ma un giorno è successo l’incidente. Mentre correvo ho visto una grande luce dietro al tubo gigantesco, proprio dove papà riempiva i bidoni con i suoi amici fumando le sigarette fatte raccogliendo mozziconi nelle strade dell’aereoporto. Ho visto fiamme camminare in un silenzio irreale dopo un grande boato e tanto fumo nero, che mi faceva tossire ed andare piano piano. Sono tornato a casa, da solo. Ho iniziato a pensare a tutte le jeep e le macchine che vedo nella città quando ci andiamo a vedere i prati verdi. Ho capito che gli uomini con la pelle bianca e che vivono dentro le televisioni stanno correndo grandi rischi immensi perché nelle macchine c’è tanto petrolio e, soprattutto, fumano sigarette come papà. Eppure loro sono ricchi e sanno tutto, perchè fanno cose così pericolose, si sono stancati del mondo e dei prati verdi? Spesso ripenso a papà e all’ultima volta che l’ho visto, non mi sorrideva mai, non so perché. Aveva pochi denti e non trovava abbastanza mozziconi per strada. Con lui quel giorno erano due miei zii e, per la prima volta, faceva rotolare i bidoni il mio fratello maggiore che aveva corso come me per un sacco di tempo ed aveva dovuto smettere perché per due volte i cani l’avevano raggiunto e morso al braccio e ad una gamba…

Non mi ricordo chi, disse “tornerò e saremo milioni”… Non riesco a trovare nel mio quaderno delle cose giuste per fare alcun riferimento, eppure la frase rimane e mi segna perché non capisco chi tornerà e, soprattutto, perché saranno così tanti?
Qui va tutto bene, forse ci sono posti remoti e piccolissimi in cui le cose non vanno così bene? Così piccoli da essere dimenticati nei telegiornali? Per fortuna siamo informati di ogni cosa e sono certo che tutto va bene, la mia macchina non inquina, altrimenti perché farebbero tanta pubblicità per venderne di più? Nessuno soffre per farmi stare bene e l’economia in crescita garantisce equità in ogni parte del mondo: tutto fila liscio.