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I limiti dello sviluppo 35 anni dopo

di Pietro Cambi - 14/07/2008

Fonte: crisis.blogosfere

 
Tutto cominciò circa 40 anni fa quando un Italiano, Aurelio Peccei , un grande manager, fondatore tra l'altro della Fiat Argentina, ex amministratore delegato della Olivetti (che consegnò in perfette condizioni all'Ing. De Benedetti... sappiamo bene come è finita) dopo aver girato cosi tanto il mondo e al culmine di uno sviluppo tumultuoso che aveva infine portato l'uomo sulla Luna cominciò a farsi delle domande.
Questo sviluppo avrebbe potuto continuare all'infinito?

Era concepibile un sistema economico che garantisse un benessere sufficiente alla larga maggioranza della popolazione mondiale senza dover per questo depauperare tutto il pianeta?

Dove ci avrebbe portato il trend di crescita esponenziale che già si manifestava in quegli anni in tutta la sua potenza?

Aurelio era un uomo pratico e decise di invitare a riflettere sul problema alcune personalità che ritenne essere le piu' adatte per affrontare la cosa senza paralumi ideologici, ma sulla base di una comune base conoscitiva, rimandando ai politici il compito di definire il come e perchè della azione pratica.

Rapidamente l'incontro, promosso a Roma (da cui sarebbe nato il cosidetto "club di Roma") degenerò in una mezza rissa tra le opposte ideologie occidentali e comuniste ( marxiste e maoiste).

Ricordiamocelo, eravamo nel 1968....

Aurelio quindi decise di finanziare le ricerche che venivano portate avanti da un eccezionale gruppo di scienziati del MIT di Boston, che per primi avevano ideato non solo molti strumenti matematici ma anche un modello al computer basato su una complicata serie di equazioni differenziali risolte alle differenze finite.

Il risultato di questi studi fu, nel 1972 (MILLENOVECENTOSETTANDUE!!!) un libro, I limiti dello sviluppo (Limits to growth, alla crescita nel titolo orginale che in Italia fu cambiato e non casualmente...), autori Donella e Dennis Meadows, oltre a Jorgen Randers, che è ancora oggi il maggior successo editoriale della storia dell'editoria "ecologista/ambientalista", con decine di milioni di copie vendute (il signor Aurelio, anche quando agiva per motivi non immediatamente commerciali, aveva buon naso).

Nel libro si evidenziavano i primi risultati dell'applicazione del modello di cui sopra, venivano esposte in linguaggio chiaro e comprensibile le ipotesi che ne stavano alla base, e si illustravano i risultati, terrificanti, che ne scaturivano.

Si chiariva anche che molte delle assunzioni fatte parevano ragionevoli agli autori ma non per questo erano incontrovertibili.

La cosa più interessante (nel senso della maledizione cinese) era che il modello era molto "robusto", ovvero, anche cambiando in misura notevole certe grandezze o postulando decisioni di "global governance", non venivano cambiate se non di poco le conseguenze ultime (il modello prendeva in considerazione il periodo fino al 2100).

Per evitare un collasso più o meno accentuato erano necessarie misure estreme in più settori, da quello industriale a quello finanziario, a quello sociale (controllo delle nascite, servizi sociali, educazione).

Questo libro, che, sulla base di solide considerazioni scientifiche e modernissimi modelli numerici, confutava molti dogmi ed assiomi della dottrina economica ai tempi (ed ancora oggi, aime') prevalente, fu immediatamente e ferocemente contestato, non tanto nelle parti sostanziali (molto robuste, appunto) ma su piccoli dettagli ed esempi.

Poi si passò al più classico dei metodi di disinformazione, semplicemente divulgando la leggenda che il libro prevedesse l'esaurimento del petrolio entro il 2000.

Era una bugia, una falsità, e si poteva confutare semplicemente riportando la copertina del libro o uno dei grafici, che vedete qui riprodotto.

Il libro, che per espressa dichiarazione degli autori, era solo una ipotesi di lavoro, poi enormemente "rifinita" nei decenni successivi, sosteneneva che ci saremmo trovati in grossi guai qualche tempo dopo il 2000. Le curve dei grafici di allora stanno li a dimostrarlo.

Ma potete controllare da soli,

con una ricerca su internet si riesce a trovare una copia scansionata dell'introvabile originale...

Oppure potreste decidervi a comprarne una copia (ovviamente usata)

O magari dare una occhiata all'aggiornamento 30 anni dopo...

Ne vale la pena.

Spiega, meglio di milioni di pagine di retorica ideologica, l'incommensurabile colpa di questa generazione di politici ed intellettuali, peraltro espressione di un'intera società, che, pur di non rinunciare al PROPRIO stile di vita ed ai PROPRI intoccabili (perchè santificati dal credo "religioso" prevalente) princìpi ha messo una enorme ipoteca sui propri figli, nipoti e bisnipoti.

Il punto era chiarissimo anche ai membri del Club di Roma:

"Se il Club di Roma ha avuto qualche merito, questo è stato il fatto di essersi ribellato, per primo, alla suicida ignoranza della condizione umana"
Aurelio Peccei
Non so se esiste un inferno, ma se esiste stanno preparando una bella graticola king size per coloro che hanno scientemente mantenuto la stragrande maggioranza della popolazione (comprese le sedicenti classi intellettuali) in una ignoranza non solo suicida ma anche omicida (vi ricordate, vero? "the american way of living is not negotiable").

Possiamo solo chinare la testa davanti a questi scienziati che hanno combattuto per decenni, con stile e pacatezza, una defatigante battaglia, non solo per far prevalere le loro idee e modelli, ma per difendersi da mille e mille infamie lazzi e maldicenze varie.

Chinare la testa ed offrire il nostro tributo personale buttando almeno un occhio su questo libriccino del 1972.

Chapeau, Mr Randers, Mrs e Mr Meadows (io e Deb abbiamo avuto l'onore di incontrare D. Meadows nel 2006, ancora brillante, audace e lucidissimo come e piu' di 35 anni or sono).