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Rapporto sul collasso dell'economia USA

di Richard C. Cook - 23/07/2008

 


Con le notizie economiche della settimana del 14 luglio, la continua crisi dei mutui, l’inizio dei fallimenti bancari, l’annunciata riduzione di organico della General Motors, lo scivolone del Dow-Jones al di sotto di quota 11,000, stiamo assistendo al collasso continuo dell’economia statunitense.

Anche i ricchi stanno diventando nervosi, mentre risuonano le grida d'allarme per una sospensione d'emergenza dello “short selling” [scommettere al ribasso n.d.t.].

Ciò che sta succedendo realmente è che l’economia produttiva dei lavoratori e delle lavoratrici è colpita soprattutto dal debito opprimente sulle case, sugli affari e sui governi che per il 2010 potrà raggiungere i 70mila miliardi di dollari. Il sistema finanziario, inclusi i giganti dei mutui Fannie Mae e Freddie Mac, è in bancarotta e il debito sul quale questo si basa non può essere ripagato.

Questo avviene poiché l’economia produttiva delle persone che lavorano per vivere, semplicemente non riesce più a generare sufficiente potere d’acquisto nemmeno per pagare i loro debiti o per permettere loro di comprare ciò che è venduto sul mercato. A sua volta il carico del debito e la perdita sociale del potere d’acquisto sta facendo precipitare il mercato azionario. Così il collasso dell’economia finanziaria ha iniziato a distruggere l’economia produttiva.

È una “tempesta perfetta”, il risultato di un sistema finanziario vecchio 200 anni dove il denaro è creato dal prestito bancario e dove dal 1980 la nostra industria e il nostro lavoro sono stati continuamente appaltati a imprese esterne per rendere il mercato del lavoro più economico. In questo modo il reddito domestico ristagna mentre il prodotto interno lordo non è capace di stare al passo con l’esponenziale crescita del debito.

Mentre i classici mezzi di informazione sono ciechi, sordi e muti riguardo le cause, le vittime all’interno della classe media e operaia vedono le loro vite rovinate, lavori portati via, pensioni erose, case che non possono essere riscattate dall’ipoteca; devono fare i conti con un debito sempre crescente e sono forzati a lavorare in condizioni di lavoro sempre più stressanti a causa del crescente carico fiscale, dell’inflazione del prezzo di gas e cibo e regole e regolamentazioni burocratiche. Gli unici posti dove una vita più o meno normale può essere possibile saranno i ricchissimi centri imperiali come Washington, New York, Chicago o San Francisco.

Tutto ciò che le attuali strategie di salvataggio finanziario promosse dalla Federal Reserve stanno facendo, è di creare più debito per sostenere le istituzioni finanziarie in fallimento. Non viene creata nessuna nuova ricchezza. È un cerotto sopra un altro cerotto.

Politicamente il problema è che il controllo degli USA è stato spostato tempo fa sui banchieri e gli uomini della finanza dell’Occidente. È stata chiamata “deregolamentazione finanziaria”, accelerata sotto la presidenza Reagan, e da allora non si è più fermata. Da un punto di vista storico più ampio, è lo stesso fenomeno che prima ha creato e poi ha mandato in rovina l’impero britannico ed è ciò che ha creato e adesso sta distruggendo l’impero statunitense oggi.

L’effetto collaterale di questo tipo di controllo da parte dei banchieri e degli uomini della finanza è che essi son anche sionisti, così abbiamo anche un cospicuo carico di miliardi di dollari per cercare di conquistare il Medio Oriente in nome degli interessi internazionali riguardo il petrolio ed in nome dello stato di Israele.

La situazione è peggiorata bruscamente dagli anni 70 quando gli affari Usa sono stati gestiti in nome degli interessi finanziari da quelli che si possono chiamare i “tre amigos”- Henry Kissinger, Paul Volcker e Alan Greenspan. Kissinger, mentre era segretario di stato di Nixon, rese gli Stati Uniti dipendenti dal Medio Oriente per il petrolio, ricoprendo di milioni di dollari la macchina da guerra israeliana e creò il petroldollaro per supportare il nostro commercio e i deficit fiscali. Volcker, mentre era presidente della Federal Reserve, fece a pezzi l’economia produttiva Usa nella recessione del 1979-1983, guidando la nascita dell’”economia dei servizi”. Greenspan, durante la sua presidenza alla Federal Reserve, presiedette a quell’economia-montatura che fu creata attraverso una massiccia frode ufficiale nei prestiti dei mutui per la casa e che ora sta affondando come il Titanic.

I politici hanno dato il permesso per questi crimini finanziari. Soprattutto è stata la famiglia Bush, per tre generazioni, a svolgere la funzione di cavallo di Troia politico in favore dei finanzieri, con affari che sono diventati di volta in volta peggiori da quando George H. W. Bush ha invaso l’Iraq per la prima volta nel 1991. Chi ha permesso ciò è la maggioranza dei membri del Congresso statunitense. (Guarda le conclusioni del nuovo libro di Patrick Buchanan, Churchill, Hitler, and the Unnecessary War, per rendersi conto di come gli Usa dalla presidenza del primo Bush hanno rifatto gli stessi catastrofici errori del fallimentare imperialismo britannico).

Il popolo americano non è completamente innocente. Siamo stati cullati dai media in mano ai poteri finanziari, permettendo che questi disastri potessero svolgersi, e ora ne raccogliamo le conseguenze. Siamo stati il foraggio per le loro guerre e i firmatari dei loro prestiti. Abbiamo cercato di spartirci la nostra fetta di una torta che ora si sta sbriciolando.

Ciò che sta prendendo piede non è solo il collasso degli Usa ma molto probabilmente il crollo finale della civiltà occidentale, visto che siamo l’ultimo degli imperi mondiali a scomparire. La prima Guerra Mondiale ha visto la fine dell’impero tedesco, austro-ungarico, russo e ottomano. La seconda Guerra Mondiale ha visto la scomparsa dell’impero francese, britannico, giapponese e italiano, assieme con la Germania nazista. L’impero sovietico collassò nel 1991. Quello americano è vicino alla sua fine. Il pericolo riguarda la possibilità di reazioni sbagliate che portino ad una terza Guerra Mondiale nucleare a causa della frustrazione e per assecondare gli elitisti del mondo che vedono la guerra e la carestia come una strada per il controllo del mondo. Una guerra del genere significherebbe anche un controllo militare domestico per gestire la nazione pateticamente debole che stiamo diventando.

Ai banchieri non interessa se le nazioni e gli imperi distruggono se stessi, perché sono internazionalisti. Infatti più guerra e carestia c’è, meglio si sentono. Tutto ciò di cui hanno bisogno è una base dalla quale operare. Londra è stata la base principale delle operazioni dalla fondazione della Bank of England nel 1694, sebbene abbiano un forte presenza anche nelle altre nazioni. Sono stati molto influenti specialmente nell’Europa nord-occidentale, dove l’elitismo nella forma della Massoneria ha tentato, sin dai tempi della Rivoluzione Francese, di distruggere l’autorità della Chiesa cattolica.

In effetti, il primo conflitto mondiale fu un progetto della Massoneria per smembrare la Germania e l’impero Austro-ungarico, entrambi a maggioranza cattolica. Questa distruzione permise ai signori dell’usura di prosperare all’interno della cultura atea e materialistica che la Massoneria stava sviluppando attraverso l’Europa. La prima Guerra Mondiale portò pure al virus del Comunismo, largamente incitato dagli internazionalisti e dai massoni sebbene avesse un così tragico impatto sulla Russia e sull’Europa centrale prima di espandersi in Cina e nell’Asia orientale.

È teoricamente possibile che gli Usa si possano ancora salvare tramite una rivoluzione interna, accontentandosi di giocare un ruolo molto ridotto nel concerto globale. Dopo tutto Inghilterra, Francia e Italia esistono ancora all’ombra della grandezza del proprio passato. Ma, realisticamente, ciò che le persone normali possono fare al giorno d’oggi è cercare di sopravvivere, forse lavorando con gli amici e i vicini nell’agricoltura per vivere all’interno di un’economia sotterranea. Alla fine così le persone non dovrebbero morire più di fame, perché per quanto possa essere difficile pensare che “possa succedere qui”, una diffusa carestia negli Stati Uniti sembra una possibilità piuttosto concreta nei prossimi anni. Le nazioni si assumono questi rischi quando permettono al capitalismo dell’agricoltura di distruggere la produzione locale.

A livello nazionale, è probabile che come reazione alla crisi economica qualche tentativo verrà fatto da politici disperati nel tentativo di ripetere il New Deal, ma per fare ciò è necessario un controllo politico da parte di un partito nazionalista e riformista. Anche in questo caso ulteriori misure come il controllo del credito in qualità di servizio pubblico, la garanzia del reddito di base e un dividendo nazionale sarebbero necessarie per una reale sicurezza economica col fine di rimpiazzare l’attuale pazzia che presto potrebbe fare degli Usa una reliquia della storia.

Richard C. Cook è un ex analista del governo USA, la cui carriera ha incluso incarichi presso la 'U.S. Civil Service Commission', la 'Food and Drug Administration', la Casa Bianca sotto Carter, la NASA, e il Dipartimento del Tesoro USA. I suoi articoli di economia, politica e politica dello spazio sono stati pubblicati in molti siti web e su 'Eurasia Critic magazine'. Il suo libro sulla riforma monetaria intitolato 'We Hold These Truths: The Hope of Monetary Reform' verrà pubblicato dalla Tendril Press. E' autore anche di 'Challenger Revealed: An Insider’s Account of How the Reagan Administration Caused the Greatest Tragedy of the Space Age', definito in una recensione, ' il libro sui voli spaziali più importante degli ultimi 20 anni'. Il suo sito è www.richardccook.com.

Titolo originale: "Status Report on the Collapse of the U.S. Economy "

Fonte: http://www.globalresearch.ca/
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22.07.2008

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di DENIS BOZZI