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Allarme shock dagli apicoltori italiani: 40% di perdite sull’intero territorio nazionale

di redazionale - 29/07/2008

Un’epidemia silenziosa sta uccidendo le api in tutto il mondo: in Italia le perdite ammontano ormai al 40% sull’intero territorio nazionale. Le ipotesi sulle cause si rincorrono nelle pagine dei giornali e nella bocca della gente: colpa delle radiazioni elettromagnetiche emesse dai cellulari, colpa dei cambiamenti climatici, colpa di questo o quel nuovo parassita…

«I principali killer delle api sono alcuni nuovi, supertossici insetticidi, autorizzati irresponsabilmente da poteri pubblici sempre più subalterni ai voleri e agli interessi di breve periodo dei produttori e venditori dell’industria chimica - spiega Francesco Panella, presidente dell’Unione degli apicoltori italiani - Con i servizi veterinari delle regioni del nord Italia è toccato a noi apicoltori raccogliere prove inconfutabili e dimostrare che i veri colpevoli della strage degli alveari sono soprattutto i pesticidi di nuova generazione, i cosiddetti neonicotinoidi. Abbiamo più di una ragione per preoccuparci: non siamo solo il Paese dell’eccellenza alimentare, ma anche il Paese che distribuisce nelle sue campagne oltre il 33% degli antiparassitari usati in tutta Europa».

Sarà questo uno dei temi della Settimana del Miele di Montalcino (12-14 settembre), ovvero gli “Stati Generali” dell’apicoltura italiana, settore in cui operano ben 50.000 apicoltori, con 1,1 milioni di alveari, per un business di 60 milioni di euro, che arriva a 2,5 miliardi se si considera il servizio di impollinazione fornito dalle api all’agricoltura.

La situazione del settore è allarmante, con una riduzione del 40-50% del patrimonio apistico nazionale e un danno economico per la mancata impollinazione di 250 milioni di euro. Le regioni prevalentemente colpite sono Piemonte e Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e in quasi tutte le regioni del centro-nord.