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Il "telefonino", la tua voce. Purtroppo sì

di Carlo Gambescia - 19/11/2008



“Leggendo l'
Annuario 2008 dell'Istat, sarà per deformazione professionale ma il dato che mi salta subito all'occhio è il numero di abbonati alla telefonia mobile. Su un numero di abitanti di poco inferiore ai 60 milioni, sono stati contati 81,8 milioni di contratti per telefonini, cioè vuol dire che un italiano su tre ha almeno due contratti telefonici diversi. L'aumento annuo è poi incredibile: erano 71,9 all'inizio del 2006, dunque più 10 milioni in 12 mesi. A questa cifra enorme vanno anche aggiunte 73,7 milioni di carte prepagate (erano 65,3 milioni un anno prima). Incalcolabile, infine, il numero di telefonini in circolazione, tramite i quali tutte queste schede vengono utilizzate.P.s.Da una ricerca recente risulta che il numero di abbonamenti di telefonia mobile a livello mondiale è pari a 3,3 miliardi" . (http://vitadigitale.corriere.it/2008/11/abbonamenti_telefonia_istat.html )


Ma gli italiani che cosa avranno da dirsi di così importante ? E come facevano prima, quando il telefonino non c’era ancora? Queste sono le prime due domande, certamente retoriche, da porsi. Insieme a un' ammissione: chi scrive non possiede cellullare.
Detto questo entriamo nel merito. Il telefonino è il classico caso - da manuale - di bisogno indotto dal meccanismo produttivo attraverso il ciclo innovazione tecnologica, creazione pubblicitaria del bisogno, produzione e vendita di massa attraverso la reiterazione pubblicitaria del bene prodotto a soddisfare il bisogno, ovviamente diversificando, quanto meno nella forma, il bene prodotto , e così via…
Si crea ex novo un bisogno socioculturale da soddisfare attraverso un prodotto specifico, puntando sull’emulazione di un modello di consumo, trasmesso attraverso il contagio psichico. Si produce così nei singoli una specie di seconda natura. In modo “silenzioso” si cambia la vita delle persone. Si rende indispensabile nei termini di onore sociale il possesso di un certo bene. Il cui godimento è ritenuto tanto più importante quanto più è ridotta la sfera personale dei valori e interessi socioculturali. In questo senso deprivazione economica e possesso culturale di un bene, ritenuto socialmente indispensabile, viaggiano insieme. Per farla breve: il possesso di un telefonino ultimo modello, soprattutto nei giovanissimi, ha carattere di bene di status, che include o esclude all’interno del gruppo dei pari, a prescindere dalla possibilità economica di permetterselo o meno. Pertanto il possesso del “bene-telefonino” diventa uno strumento per evadere dal clima di deprivazione economica in cui eventualmente si viva. Perché soddisfa il naturale bisogno di competizione sociale tra individui. Alimentato, però, ad arte dal sistema produttivo, anzi riproduttivo.
Nulla di nuovo si dirà. Dal momento che le società basate sulla produzione e vendita di massa funzionano esattamente in questo modo. E il telefonino, non è che uno dei tanti beni di successo, susseguitisi nella storia economica dei beni di consumo. E magari ci si consola asserendo che il telefonino è portatore di una nuova socialità. Puntando, come esempi, sulla nascita di un linguaggio particolare e sulla quantità di contatti giornalieri tra soggetti diversi. Chi si contenta gode.
Per tornare alle domande iniziali, si può rispondere che in passato - senza andare troppo indietro - le persone si dicevano le stesse cose, ma da un telefono fisso. E probabilmente ci si vedeva di più di persona, fisicamente. Sotto quest’ultimo aspetto il telefonino sembra perciò essere un potente veicolo di riduzione dei rapporti personali, in senso fisico. O se si vuole di depersonalizzazione. Niente di grave, si dirà, perché la cosa più importante è che il sistema "pompi" beni, consumi e profitti. Ma spesso non potersi guardare negli occhi e magari toccarsi, può essere un fattore negativo, proprio in una società, come la nostra, dove spesso la tecnologia (si pensi all’uso “singolare” che viene fatto degli audiovisivi e del pc), già contribuisce di suo a isolare fisicamente le singole persone. Sicuramente qualcuno dirà che questa è la solita poesia sociologica...
Concludendo, non auspichiamo un immediato ritorno all’età pre-telefonini. Ma riteniamo che 81,8 milioni di contratti, denotino una società sempre più autistica, dove la socialità rischia di diventare una processo a distanza, privo di sani contatti diretti, fisici. Dove, insomma, dell’altro si finisca per avere solo una voce e/o un' immagine riprodotta su un display…
Il che preoccupa e per certi aspetti spaventa.