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Lettera aperta a Sergio Chiamparino. L’entrata in funzione dell’inceneritore...

di Stefano Montanari - 02/12/2008

    
   
 

Non ho il piacere di conoscere Sergio Chiamparino, il sindaco più amato dagl’italiani o, almeno, uno dei più amati, così come ci ha tenuto a far sapere urbi et orbi lui stesso via TV. Non lo conosco né posso ambire a conoscerlo. Io sono invitato dalla Camera dei Lord inglese, ma il sindaco di Torino, come, del resto, quello di quasi tutti i comuni italiani, è qualcosa di troppo augustamente distante.

Amato o no, il signor sindaco di Torino è un ignorante di proporzioni preoccupanti, e, dicendo ciò, lo assolvo automaticamente dall’accusa di corruzione. Non sa e basta. Sia detto questo limitatamente ai problemi di ambiente e salute e salva restando l’indubbia sua cultura in tutti gli altri campi dello scibile umano.

Quel non sapere, tuttavia, lo rende quanto meno inadatto a ricoprire la carica che un po’ sventatamente i suoi concittadini gli hanno attribuito e, di conseguenza, lo rende inadatto a sottoscrivere decisioni di cui non può capire la portata. Decisioni che, temo, offriranno argomento di perplessità alla generazione futura che s’interrogherà a proposito della nostra, nostra in quanto popolo, incapacità di sceglierci i timonieri.

Torino, che già gode di un’aria di qualità peggiore di quella di New York, che ha problemi enormi di amianto, che ha i corsi d’acqua al di sotto di ogni sospetto, che ha un suolo sotto cui sono sepolte sostanze la cui natura meriterebbe un chiarimento, sta facendo di tutto per peggiorare ulteriormente la situazione con la costruzione di un inceneritore che ripeterà i trionfi bresciani.

Purtroppo il suo sindaco, per legge la maggiore autorità sanitaria del comune, sta ubbidendo agli ordini del suo partito che, poi, sono identici a quelli del partito che, nel nostro improbabile palcoscenico, dovrebbe opporglisi.
Intanto, ecco che cosa scrive il dott. Roberto Topino:

Mi è stata inviata per conoscenza una lettera firmata dal Sindaco (ammesso che sia autentica), che merita alcune considerazioni.

Il testo originale è trascritto in corsivo grassetto.

 “Ho ricevuto la sua lettera e, al di là dei toni gridati che usa, vorrei ricordarle che, con l’entrata in funzione dell’inceneritore, e con l’energia che si potrà produrre a costo zero, ci saranno 160.000 tonnellate di Co 2 in meno ogni anno, tanto per fare un esempio”.

Costo zero? Il costo di esercizio dell’impianto è stato quantificato in 61.500.000 €/anno.

160.000 tonnellate di CO2 in meno? Rispetto a cosa?

“Non solo. Se vorrà guardare il sito www.trm.to.it potrà controllare che le emissioni previste a pieno regime di funzionamento sono contenute entro i termini di legge, quando non più basse”.

Solo a pieno regime! Solo quelle che vengono controllate, non tutte.

 “Venendo al merito della sua protesta, mi limito a dirle che non esiste nessuna evidenza di effetti negativi sulla salute umana nelle città in cui il termo valorizzatore funziona da 50 anni o più e che, invece, le città che si trovano ad affrontare gravi circostanze generate dal problema rifiuti non risolto, come Napoli, devono fronteggiare emergenze sanitarie, anche molto serie.  Lei cosa preferisce?”

Non esiste nessuna evidenza? Termovalorizzatori di 50 anni e più? Quelli di Hitler?

A Napoli il problema non è la spazzatura, ma i rifiuti industriali.

Sull’evidenza di gravi danni alla salute, soprattutto nei bambini, sono stati pubblicati studi medici internazionali tutti contrari, su basi scientifiche incontestabili, alla realizzazione di inceneritori.

Gli studi effettuati in Italia hanno rilevato un aumento di tumori e di altre malattie nelle popolazioni che abitano nei pressi di un inceneritore.

Possibile che il sindaco non ne sia al corrente? Sono studi presentati a Torino dall’ARPA!

Allego una tabella scaricabile dal sito dell’ARPA Piemonte e lo studio inglese più recente, il testo è tradotto in italiano, ma posso fornire anche l’originale.

Il rapporto inglese (giugno 2008) è molto dettagliato e circostanziato (329 voci bibliografiche).

I miei colleghi inglesi hanno fatto un ottimo lavoro e hanno anche spiegato tutti i trucchetti e gli imbrogli per far sembrare innocui i termovalorizzatori.

Un esempio per tutti riguarda la diossina, che non viene monitorata per il 99% del tempo.

In particolare non viene controllata nelle fasi di accensione e spegnimento, quando il termovalorizzatore rilascia nell'atmosfera una quantità di diossina paragonabile a quella di due anni di funzionamento in condizioni ottimali.

Ne deriva che le coltivazioni e gli allevamenti che si trovano nei paraggi dell'impianto scopriranno di essere contaminate solo a distanza di tempo, quando i danni saranno evidenti, ma i tecnici del termovalorizzatore continueranno a sbandierare i monitoraggi fatti nel momento di minore emissione!

Restando a disposizione per fornire chiarimenti e documentazione, porgo cordiali saluti.

Dott. Roberto Topino

Specialista in Medicina del Lavoro

P.S. L’inizio dei lavori per la realizzazione dell’inceneritore del Gerbido ha richiamato la nostra attenzione sui danni alla salute causati dalle emissioni dell’impianto.

Un documento realizzato dal costruttore in collaborazione con il Politecnico ha anche stimato il costo in euro delle varie malattie provocate.

Si tratta di un documento che potete trovare qui e che ha suscitato non poche perplessità tra coloro che lo hanno letto.

I danni presi in considerazione sono quelli normalmente descritti dalla letteratura scientifica internazionale: malattie respiratorie, infarti, trombosi e tumori causati da cadmio, cromo, arsenico, idrocarburi policiclici aromatici, nichel, diossine.

E’ stata realizzata una tabella e nell’ultima colonna è stato riportato il danno in euro per ogni anno di esercizio dell’impianto.

Due esempi: il cancro da cromo costa 58.178 euro e il cancro al polmone da idrocarburi policiclici aromatici costa 7.854 euro.

Mi sembra agghiacciante che si parli in termini monetari di malattie, che possono colpire tutti noi e mi chiedo come sia possibile che qualcuno cerchi ancora di dire che non esiste nessuna evidenza di effetti negativi sulla salute umana nelle città dove è attivo un inceneritore.

Se qualcuno mi dimostrerà che sto sbagliando sarà il benvenuto, perché sono molto preoccupato per la nostra salute.