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La ‘leggenda nera’ di Hamas

di Coordinamento Progetto Eurasia (CPE) - 06/01/2009

Fonte: cpeurasia

 


Perché nel campo "filo-palestinese" molti fanno fatica a riconoscere in Hamas il legittimo rappresentante del popolo palestinese.


 

Chi segue le iniziative del Coordinamento Progetto Eurasia (CPE) sa che alcuni giorni fa abbiamo elaborato una “messa a punto” su Sionismo e Palestina:

http://www.cpeurasia.org/?read=16587

Pensiamo, infatti, che l'unica cosa nelle nostre concrete possibilità come cittadini italiani ed europei che non vivono in Palestina ma che intendono apportare un contributo alla causa della Giustizia, e perciò della Pace, su tutto il “Vecchio mondo”, sia cambiare registro nella cosiddetta “guerra dell'informazione”, smettendola di utilizzare categorie e linguaggio “dell'avversario”, perdenti già in partenza e perciò decisamente spuntati come ‘arma culturale’.

 

Si nota infatti da vari commenti presenti in rete che le ultime ‘imprese’ del Sionismo stanno facendo perdere di vista a molti di quei pochi ‘desti’ rimasti in mezzo alla maggioranza lobotomizzata il fatto che tutti siamo occupati dall'America, che certo si appoggia in maniera privilegiata alla "lobby ebraica", ma di certo non siamo occupati "dagli ebrei", né da un “esercito israeliano”!

Detta ancora più chiaramente, si sta verificando che l'americanismo e l'occupazione (militare, economica, politica, culturale: in una parola, “dominio”) plasticamente rappresentata dalle oltre cento installazioni Usa-Nato disseminate sul nostro territorio svanisce dietro una cortina fumogena sempre più spessa, col risultato che, attaccando "gli ebrei", ci si espone invariabilmente alle accuse di "antisemitismo" e simili, con tutte le conseguenze note. Questo non significa che si debba far finta che in Italia ed in Europa non esista un’occhiuta e potente “lobby ebraica”, ma la sua azione, ipermediatizzata e perciò irritante, non deve far perdere di vista che tutto ciò può avvenire perché l’America ci occupa militarmente e ci domina col suo “modello”, altrimenti anche “gli ebrei” smetterebbero di fare la “voce grossa” e si adatterebbero a vivere da italiani ed europei, decidendosi finalmente a piantarla con la loro “doppia fedeltà”. Dunque, alla “lobby” egregiamente sputtanata da Maurizio Blondet su “Effedieffe.com” è bene dare l’importanza che merita, poiché è evidente a chiunque che in ogni tempo e luogo “gli ebrei” non possono fare alcunché se le redini del potere sono saldamente in mano ad elementi autoctoni. 

Per di più, denunciando il Sionismo per quel che è, quantomeno a livello geopolitico, ed indicandone chiaramente i protettori occidentali, in primis d’Oltreoceano, si fornisce qualche 'argomento' in meno a chi sistematicamente utilizza "l'ebreo" come paravento per fare la moralina a chi espone solidi argomenti critici coi quali, regolarmente, i soliti benpensanti, dal “Giornale” al “Manifesto”, passando per “Repubblica” e il Corriere”, evitano di confrontarsi.

 

Che l'America utilizzi "l'ebreo" (come viene utilizzato "l'omosessuale", stabilendo "categorie" a tavolino utilizzabili come arma ricattatoria di comodo) è dimostrato dal fatto che tutta la giudeofilia riscontrabile nelle tv, nei giornali, nella scuola eccetera è presente solo nei Paesi dominati dall'America (o dall'"Occidente", il che è lo stesso): significativamente, il parlamento della Repubblica Serba di Bosnia (rara eccezione in un'Europa asservita e, a sua volta, ascaro dell’America) non ha approvato una “legge antirevisionista”... E se andiamo in Russia, dove il dominio occidentale è assente, non va in scena tutto questo "scandalo" in un perenne teatrino di navigati finti tonti che straparlano di “libertà d’espressione” ma fanno andare in galera gli storici, pontificano di “diritti umani” ma ‘non vedono’ dove vengono sistematicamente calpestati, impongono la “memoria” ma ‘si scordano’ di quello che accade ogni giorno, e via doppiopesando.

La realtà è che è stato inventato un giochino perfetto, dove ogni ruolo - se se ne accettano gli assunti di base - è preordinato, e dove non esiste praticamente ‘scampo’. Il “Bene”, qualsiasi cosa faccia, lo fa per il Bene, il “Male”, qualsiasi cosa faccia, lo fa per il Male. E il “Bene” sono l’America, il Sionismo, “gli ebrei”; il “Male” i palestinesi, gli arabi, i musulmani.

 

Va da sé che l'unico modo per uscire da questa situazione disperante è tornare ad individuare IL problema, che è politico-culturale, o meglio “di civiltà”, e non semplicemente "mediatico", dato che nei media si agitano dei buffoni di corte che – come i politici - da un padrone passano in un batter d’occhio a servirne un altro, come tutti i buffoni della storia. La verità è che, volenti o nolenti, tutti coloro che hanno una “posizione” (economia, finanza, politica, cultura, professioni ecc.) sono servi dell'America, dal 1945, e che tutti quelli che in un modo o nell’altro non sono “soddisfatti” dell’andazzo possono essersi fatti un'idea “positiva” o “negativa” sul Fascismo e le “cause” della Seconda guerra mondiale, ma ciò non cambia una virgola sulla realtà oggettiva del 2009 che tutti quanti – “di destra”, “di centro”, “di sinistra”, credenti o atei - ci troviamo ad affrontare.

 

Il problema, come già da noi rilevato in passato (http://www.cpeurasia.org/?read=7479), è l’antifascismo, ovvero il suo essere la necessaria posizione che chiunque intenda fare carriera deve assumere. Quindi, l’unico modo per uscire dal vicolo cieco in cui ogni posizione “antagonista” è destinata a ficcarsi è piantarla con l'antifascismo (come chiave di lettura del mondo attuale, perché quello dell'epoca in cui il Fascismo c’era - 1922-1945 - poteva avere una sua dignità). Non ci vuole infatti molto acume per accorgersi delle ricadute dell’antifascismo eretto a ‘dottrina ufficiale’: "l'Iran è fascista", "Saddam era fascista", Hezbollah pure e ora anche Hamas... e non per i burattini della politica e dell'informazione – il che si può capire - ma anche per i "filo-palestinesi" che prediligendo una fantasiosa "Palestina laica", proiezione dei loro desideri, contribuiscono alla ‘leggenda nera’ su Hamas che, concretamente, è l'organizzazione che conduce la "resistenza".

Si capisce dunque che si vive completamente immersi in una fiera dell'equivoco, cominciata proprio nel 1945, perché se istituzionalmente – come ci ricordano ogni 25 aprile - "la Resistenza" è un "valore", non ci dovremmo sorbire politici che – mentre un milione e mezzo di persone, già messe alla fame, vengono bombardate - trovano parole di condanna solo per una bandiera bruciata (!), mentre costoro, per coerenza col loro “filo-resistenzialismo”, dovrebbero elevare odi alla Resistenza palestinese! A completamento del tutto, vi sono quelli per i quali "Israele=Fascismo" (ma anche Berlusconi, Putin, e forse anche Chavez sono “fascisti”!), con nuova acqua apportata al mulino dell' "eterno antifascismo", quando al limite, se tutto ciò avesse un senso, l’equiparazione del Sionismo col Fascismo dovrebbe essere proprio il “discorso” di tv e giornali, nei quali si lavora solo se si è “antifascisti”.

 

La medesima stupidità si manifesta nella lettura del passato vicino-orientale data dai sostenitori dell’una o dell’altra “causa”. Abbiamo chi individua un’anima “fascista” nei palestinesi e negli arabi in genere poiché alcuni importanti loro rappresentanti (si pensi al Gran mufti Amin al-Huseyni o all’iracheno al-Ghaylani) si schierarono con le potenze dell’Asse: che cosa dovevano fare, se il loro “problema principale” era l’Inghilterra? Ma vi è anche chi individua ‘radici fasciste’ nel Sionismo per il fatto che il Fascismo intrattenne, fino alla metà degli anni Trenta, relazioni col movimento sionista: di nuovo, cosa doveva fare l’Italia per la sua politica nel Mediterraneo tesa a riprenderne il controllo, se il “problema principale” era l’Inghilterra? E, colmo del ridicolo, mentre tutti fanno a gara a darsi del “fascista”, i sostenitori della “causa” A s’indignano se quelli della “causa” B la tacciano di “fascismo” o viceversa!

Non c’è niente da fare: per chi crede d’interpretare ogni fenomeno sulla base della dicotomia “fascismo-antifascismo” non esistono spiegazioni ma solo un atteggiamento fideistico ed un casellario in cui inserire i “Buoni” (i “fascisti atemporali”, da qualche “terribile faraone” in poi) e i “Cattivi” (gli “antifascisti atemporali”, dall’avversario di quel “terribile faraone” in poi).

 

Ma non è ancora tutto: mentre l’America in fondo non crede alla suddetta “dicotomia” ma fa sì che i suoi sottoposti vi credano (così come negli anni Cinquanta-Settanta non credeva alla dicotomia “comunismo-anticomunismo”, oppure, oggi, non crede al “pericolo islamico”), i sottoposti finiscono in larga parte per credervi diventando perciò dei perfetti automi. È il caso, appunto, di quei “filo-palestinesi” che, succubi della mitologia antifascista, si sono interdetti la capacità di riconoscere in Hamas il legittimo rappresentante del popolo palestinese, che l’ha scelto plebiscitariamente in “libere elezioni”. Con ogni evidenza, sebbene si professino “democratici” e fautori delle “libere elezioni”, costoro non si discostano molto dal pensiero del noto scrittore Abraham Yehoshua, che interpellato sulla “rappresentatività” di Hamas, dall’alto della sua “reputazione” di “colomba israeliana”, ha affermato al Tg1 delle 20.00 del 4 gennaio 2009 che “anche Mussolini e Hitler sono stati eletti”, quindi “la democrazia non è garanzia di saggezza”.

Questi personaggi (come quel deputato “ebreo” del PD che ha dichiarato a Radio Rai che “in Italia c'è un problema, che è l'art. 21 della Costituzione, che difende la libertà di espressione”: http://www.radio.rai.it/radio1/inviatospeciale/archivio_2008/audio/is2008_11_22.ram) andrebbero ascoltati un po’ più spesso perché in fondo, facendo attenzione a quel che dicono e scrivono, si capisce tutto quel che c’è da capire sull’ “antifascismo”. E che non è vero che l’obiettivo dell’ennesima aggressione sionista è Hamas: sono proprio i palestinesi colpevoli d’averlo scelto quale proprio rappresentante. Se si è d’accordo su questo punto, non si potrà non riflettere sul fatto  che i bombardamenti indiscriminati delle città italiane furono mirati contro le popolazioni che le abitavano, ree di aver tributato il loro “consenso” ai loro rappresentanti. I quali, evidentemente, com’è il caso di Hamas oggi per i palestinesi, dovevano aver fatto qualcosa di buono per gli italiani, ovvero qualcosa d’inaccettabile per l’America che, interessata allo sfruttamento del genere umano, aveva inventato i bombardamenti per il dopoguerra (“ricostruzione”) e, già nel 1935, gli embarghi moraleggianti che però, ancora, non esistendo la cosiddetta “comunità internazionale”, funzionavano molto peggio che adesso.

 

Infine, un altro punto va chiarito. Abbiamo scritto di “antifascismo” in relazione all’America, ma è necessario specificare che il centro propulsore dell’antifascismo (così come il “neofascismo dei miti nordici”, tanto per chiarire che a noi non piace chi “fa il fascista” tatuato con Odino e la celtica e vestito con le marche inglesi…) è, manco a dirlo, proprio l’Angloamerica, più precisamente ancora, la “Perfida Albione”, correttamente individuata proprio dal Fascismo quale avversario principale dell’Europa. L’analisi era corretta, altro che “ebrei”! “Ebrei” erano tra le fila fasciste, anche della RSI. Qualcuno ne ha addirittura tratto l’idea che – almeno fino al 1938 - “il Fascismo piaceva agli ebrei”, quindi anche “gli ebrei” sarebbero “fascisti”!.

 

Ma l’analisi della ‘leggenda nera’ di Hamas non è ancora completa se non si presta attenzione alla prevalente “mentalità moderna”, che individua solo in cause economiche e sociali il “motore della storia”. Difatti, per coloro che non riescono a vedere oltre il piano economico-sociale, una forza come Hamas risulta praticamente incomprensibile, dato che i riferimenti di tale organizzazione sono di tipo trascendente. La ‘leggenda nera’ di Hamas è una conseguenza del materialismo di molti che hanno sposato la “causa” filo-palestinese. E non è questione di sostenitori “di destra” o “di sinistra”, essendo qui in questione un approccio che caratterizza la cosiddetta “modernità”.

Tutto si tiene, e stabilito che il Fascismo non è additato a “Male assoluto” per il suo “carattere violento”, la “dittatura” o altro di sgradevole per lo “spirito democratico” (che altrimenti troverebbe riprovevole il comportamento dell’Angloamerica e del Sionismo), si comprende che esso è detestato perché rappresenta una realtà che sfugge a chi ragiona in termini puramente materialisti. Come Hamas.

 

Nel 2009 il Fascismo non c’è più, da oltre sessant’anni, ma esiste l’antifascismo, con la sua mitologia, i suoi ricatti, le sue strumentalizzazioni e le sue irrisolvibili contraddizioni. Vogliamo rivolgere un discorso molto onesto a tutti coloro che, come noi, non hanno alcun interesse diretto, palese o nascosto (il CPE è un “coordinamento” di individualità ed associazioni aperto ad ogni collaborazione, senza alcuna “pregiudiziale” in ragione della propria ragion d’essere, né si ritiene parte del novero delle organizzazioni della “destra”, del “centro”, della “sinistra”, in tutte le loro sfumature).

Mettendo in soffitta l’antifascismo, non si fa un favore al “fascismo eterno”, che non esiste se non in menti plagiate dall’Angloamerica. Si fa un favore a noi stessi. Per ricominciare a camminare da soli, a pensare da soli, a governarsi da soli. A ritornare ‘adulti’ dopo che abbiamo fatto sin troppo i ‘bambini’. A smetterla di fingersi ‘malati’ per tornare ‘sani’. A riprendersi la vita! Quella che tolgono ai palestinesi perché hanno votato Hamas.