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Ma guai a chi ci tocca la salamella

di Desiderius Hampel - 20/01/2009



Sarà che mi chiamo Desiderius, che in fondo è un bel nome latino.
Sarà quel che sarà, ma oggi, un caro amico, anzi più di un amico, uno al
quale sarò sempre debitore, mi ha mandato, mi ha mandato anche lui, un
bell’articolo sui mussulmani che pregano in Piazza del Duomo, e già che ci
sono pregano anche in Piazza Maggiore.

E allora, amici, adesso basta!

Basta eh, ma basta davvero, con questi atterriti cronisti che vedono gente
pregare e si terrorizzano. Va bè, si terrorizzano e fanno pure bene, loro
che in Chiesa l’ultima volta ci saranno andati trent’anni fa.
Loro che trangugiano tutto, che mandano giù tutto.

Mica lamentarsi, nevvero?
Mica lamentarsi per l’aborto.
Per il divorzio.
Per le Chiese deserte.
Per la gente che la domenica invece di andare a Messa, se ne va al
supemercato, anzi, dai che siamo moderni, se ne va all’ipermercato.
Per la sperimentazione sulle cellule staminali, che farebbe orrore anche al
Dottor Mengele.
Per gli embrioni espiantati, congelati, manipolati e chissà che altro.
Per la pecora Dolly clonata o chissachè,e poi ce la mangiamo.

No, questo lo si può anche sopportare. Poi ti viene a casa dall’asilo il
pargoletto, che voleva mangiare una fetta di prosciuttino alla diossina, che
non gliel’hanno data, e allora adesso sì che si perde la pazienza.

Mica indignarsi, macchè, se siamo l’unica cultura al mondo che bestemmia il
nome di Dio se uno non ti dà la precedenza, se ti si rompe un laccetto delle
scarpe.
Pazienza ancora, se l’unico posto ancora dove si possa vedere un Crocefisso
non è più l’aula scolastica del pargolo (niente Cristo, passi pure, ma senza
prosciutto mai!), ma è fra le tette di una passante.
Pazienza, e che sarà mai.
Pazienza, se in televisione, moderna per definizione, si vedono più tette e
sederi che spot pubblicitari; pazienza ancora se il pargoletto, ben sazio di
prosciutto, o di mucca pazza, o di pollo all’aviaria, apprende dalla Tv che
le regole più moderne in fatto di morale le fanno i transessuali.
Niente di male, per carità, che transitino pure da un sesso all’altro; mal
che vada ci faremo un panino al prosciutto.
Pazienza, dicevo, se le Chiese sono vuote. Pazienza se quelli che ci vanno,
quei pochi, inscenano curiosi spettacolini musicali. Cantano, ridono,
ballano. Pregano poco, però.
Pazienza, se a pensarci benino, quanti anni è che non si confessano? Quanti
anni è che non dicono un’”Ave Maria”? Pazienza, se non si ricordano nemmeno
le prime due parole dell’”Atto di dolore”. Pazienza, e che sarà mai,
mangiamoci un bel cacciatorino, che ci consola per benino se la figliola ha
abortito a 16 anni perché è rimasta incinta senza accorgersene, poverina,
era strafatta in discoteca.
Pazienza se dei 10 comandamenti si rispetta appena appena il sesto. Per non
parlare del decimo, che viene da ridere solo a recitarlo: “Non desiderare la
donna d’altri”. Ma viene da ridere di gusto.

Comandamenti no, mortadella sì.

Poi arrivano i mussulmani, con ‘ste figlie che i pantaloni a vita bassa non
se li mettono, che non la smollano nenache se piangi in turco (dico in
turco!).
I mussulmani che pregano, e pure molto.
I mussulmani che i loro vecchi scemi se li tengono in casa, e pure questo
sarebbe un comandamento.
I mussulmani che gli fa schifo lo zampone e quando pronunciano il nome di
Gesù o della Madonna lo benedicono.
I mussulmani, che prima di tutto viene la famiglia, e mettono al mondo uno
sparverso di bambini.
I mussulmani che se ci riescono, e spesso ci riescono, provano a far restare
le propie mogli insieme con i loro bambini, che gli pare che crescano
meglio, in braccio alla mamma.
I mussulmani che credono in Dio, e lo temono. E lo adorano, pure.
I mussulmani, che a migliaia di chilometri da casa loro, mantengono la loro
cultura, amano le proprie tradizioni, non mangiano lo zampone.
Eh, no va bene tutto, ma lo zampone, e il cotechino, non si toccano.

I mussulmani, che pregano nelle nostre piazze. Ma a Milano, oppure a
Bologna, quando è stata l’ultima volta che i milanesi, o i bolognesi, sono
andati a pregare in Piazza?
Se va bene, quando c’era Pio IX. Se va bene.
Ci teniamo una nazione con più di cento basi militari di una potenza
straniera.
Ci teniamo dei soldi, pochi per la verità, stampati da una banca privata
della quale non si sa nemmeno bene chi sono gli azionisti.
Inquiniamo l'universo per strafogarci di energia elettrica che faccia
funzionare le nostre mille carabattole elettroniche.
Ci teniamo il nostro mondo irreligioso, e ci vantiamo di essere laici, non
crediamo più nenache al Parmigiano, non conosciamo nemmeno il nome del Santo
patrono del paese.

Ma guai a chi ci tocca la salamella.

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