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James Bond A Samarra

di iraqiresistance.info - 26/02/2006

Fonte: iraqiresistance.info

 

 

Gli Usa vogliono la guerra civile

 

“Hanno buttato giù la moschea d’oro di Samarra, come in un film di James Bond”. Si apre così, con questa frasetta involontariamente rivelatrice, l’articolo del Corriere della Sera sull’attentato di mercoledì scorso.

 

Tre giorni fa un’esplosione di enorme violenza ha distrutto la cupola della moschea di Samarra dove si trovano i mausolei degli imam Hadi ed Askari, uno dei più importanti luoghi sacri degli sciiti, in una città che è tra le capitali della Resistenza all’occupazione americana.

Le modalità di questo attentato sono alquanto insolite. Non lo diciamo noi, lo dicono i fatti.

E’ la prima volta che un simbolo religioso di questa importanza viene colpito in quanto tale. L’attentato non ha fatto vittime, perché questo non era il suo obiettivo. In questo modo la provocazione è stata ancora più grande ed ha generato violenze in tutto il paese, disegnando quel quadro di una possibile guerra civile che gli americani amano tratteggiare da tempo.

 

Non sempre il “cui prodest” facilita le analisi, ma in questo caso pensiamo che si debba partire da qui. L’attentato giova, eccome, alla strategia americana, messa in difficoltà oltre che dalla forza della guerriglia dallo stesso esito delle elezioni del 15 dicembre. Gli Stati Uniti, non essendo riusciti a “normalizzare” l’Iraq come nei loro piani, preferiscono il caos nel timore che perfino il futuro governo di Bagdad possa sfuggirgli di mano.

Mentre la stampa occidentale mette l’accento sullo scontro interreligioso, altri eventi ci dicono chiaramente quali altre forze stiano agendo in questi giorni. Giovedì scorso, 50 persone di ritorno da una manifestazione unitaria sunnita-sciita contro la distruzione della moschea di Samarra, ma anche contro il tentativo di Usa e Israele di spingere l’Iraq verso la guerra civile, sono state fermate ad un check point, falso o vero della polizia non si sa, e massacrate sul posto.

 

L’attuale strategia americana, pur essendo figlia di una evidente difficoltà, non deve essere sottovalutata. Come non deve essere sottovalutata l’iniziativa sionista tendente ad impedire in tutti i modi la rinascita di un Iraq unito ed indipendente.

Le forze della Resistenza e dell’opposizione agli occupanti sono chiamate ad una prova difficile, quella di riuscire a respingere la trappola mortale dello scontro interreligioso tra sciiti e sunniti. Fortunatamente vi sono forze, in entrambi questi campi, che mettono al centro la lotta antimperialista, la difesa degli interessi nazionali, la priorità della cacciata degli occupanti.

Se in Iraq si svolge una partita decisiva per il futuro della lotta di liberazione, in occidente è necessario denunciare con forza la matrice imperialista della provocazione di Samarra, una provocazione che si inserisce appieno nella logica dello “Scontro di civiltà” continuamente alimentata da Washington e ripresa in Italia da importanti cariche dello Stato come il presidente del Senato Marcello Pera con il suo “Appello per l’Occidente”.

 

Contro le criminali provocazioni degli imperialisti americani e sionisti

 

Con la Resistenza, per la liberazione dell’Iraq unito ed antimperialista