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Il grande gioco geopolitico: la Turchia e la Russia si avvicinano

di F. William Engdahl - 31/03/2009

 

 Nonostante i problemi del rublo e il ribasso del prezzo del petrolio, che hanno colpito l’economia russa nei mesi scorsi, il governo russo continua a essere molto attivo nell’attuare strategie di politica estera. I suoi sforzi sono concentrati nel controbattere i tentativi della NATO di accerchiamento, strategia centrale nella politica di Washington, attraverso operazioni diplomatiche attorno ai confini europei della Russia. Approfittando del raffreddamento delle relazioni tra gli Stati Uniti e la Turchia, storico membro della NATO, Mosca ha invitato il presidente turco, Abdullah Gul, a un incontro di quattro giorni per discutere di future cooperazioni strategiche, sia economiche che politiche, tra i due paesi. In aggiunta alle aperture verso la Turchia, una zona di transito cruciale per il gas naturale diretto verso l’Europa Occidentale, la Russia sta anche lavorando alla firma di un accordo economico con la Bielorussia e altre ex repubbliche sovietiche, per rinforzare l’alleanza tra le parti. Mosca aveva già inflitto un grosso colpo al tentativo di accerchiamento militare, messo in atto da parte degli Stati Uniti in Asia Centrale, quando, all’inizio di febbraio, ha convinto il Kirghizistan, dietro l’erogazione di ingenti aiuti finanziari, a chiudere la base militare statunitense nel Manas, cosa che ha inciso pesantemente sui piani di Washingotn per l’ espansione del conflitto in Afghanistan. In pratica, Mosca si sta mostrando molto attiva nel nuovo “grande gioco geopolitico” in atto per il controllo dell’Eurasia. Relazioni più strette con la Turchia Il governo del Primo Ministro Recep Erdogan ha mostrato una crescente insoddisfazione non solo nei confronti della politica di Washington nel Medio Oriente, ma anche verso i continui ritardi da parte dell’Unione Europea di considerare seriamente l’adesione ad essa della Turchia. In questa situazione, è ovvio che la Turchia cerchi di trovare un contrappeso all’influenza che gli Stati Uniti hanno esercitato sulla sua politica, fin dai tempi della Guerra Fredda. La Russia di Putin e Medvedev non ha alcun problema a intavolare trattative a riguardo, tra la preoccupazione di Washington.Il Presidente turco Abdullah Gul ha effettuato un viaggio di 4 giorni nella Federazione Russa, tra il 12 e il 15 febbraio scorso, nel corso del quale si è incontrato col Presidente russo Dmitry Medvedev e col Primo Ministro Vladimir Putin; inoltre, si è recato anche a Kazan, la capitale della Repubblica russa del Tatarstan, per discutere di affari da realizzare in quella zona. Il presidente Gul era accompagnato dal Sottosegretario al commercio estero, dal Ministro  dell’energia e da un’ ampia delegazione di uomini d’affari turchi. Successivamente, si è unito alla delegazione anche il Ministro degli Esteri, Ali Babacan. Visita allo Tatarstan Il fatto che il viaggio di Gul a Mosca abbia incluso una tappa nello Tatarstan, la più estesa repubblica autonoma della Federazione Russa, la cui popolazione è composta per la maggior parte da Tartari turchi musulmani, è un segnale di quanto le relazioni tra Ankara e Mosca si siano fatte più strette negli ultimi mesi, in corrispondenza del raffreddamento di quelle con Washington. Negli anni passati, Mosca era convinta che la Turchia volesse diffondere il “panturanismo” nel Caucaso, nell’Asia Centrale, e all’interno dei confini della Federazione Russa, cosa che le creava grosse preoccupazioni. Oggi, evidentemente, le relazioni tra la Turchia e le popolazioni di origine turche che si trovano all’interno della Federazione Russa, non sono più viste con sospetto, come prima, dato che conferma un nuovo sentimento di fiducia reciproca.La Russia ha elevato lo status del viaggio di Gul da “visita ufficiale” a “visita di stato”, il grado più alto del protocollo ufficiale, indicando la nuova considerazione che Mosca riserva alla Turchia. Gul e Medvedev hanno firmato una dichiarazione congiunta, con la quale si impegnano ad approfondire l’amicizia reciproca e la cooperazione multi-dimensionale tra i due paesi. La dichiarazione rispecchia una precedente “Dichiarazione unitaria di intensificazione di amicizia e collaborazione multidimensionale”, siglata nel 2004, durante una visita dell’allora Presidente Putin. Le relazioni economica tra Russia e Turchia si sono molto espanse nel corso dei decenni passati, con un volume di affari che ha raggiunto i 32 miliardi di dollari nel 2008, facendo diventare la Russia il primo partner commerciale della Turchia. Partendo da tali precedenti, l’intensificazione della collaborazione economica si trova al centro dell’agenda di Gul, ed entrambi i leaders hanno espresso soddisfazione per l’aumento degli scambi commerciali tra i due paesi. La parte principale dei rapporti è rappresentata dalla collaborazione in tema energetico. Le importazioni turche di gas e di petrolio dalla Russia costituiscono la maggior parte degli scambi tra i due paesi. La stampa russa riferisce che entrambe le parti sono interessate a intensificare la cooperazione per quanto riguarda il trasporto di gas russo verso i mercati europei, facendolo passare dalla Turchia, secondo il progetto denominato “Blue Stream-2”. Originariamente, Ankara era piuttosto fredda rispetto tale idea; ma il recente completamento del gasdotto russo “Blue Stream”, che corre sotto il Mar Nero, ha aumentato la dipendenza della Turchia dal gas naturale russo, portandola dal 66% al 80%; inoltre, la Russia sta cominciando a guardare alla Turchia come a una zona di transito per le proprie risorse energetiche, piuttosto che solo come a un mercato dove esportare prodotti, e da qui nasce la volontà di realizzare il progetto “Blue Stream-2”.Alla Russia preme anche svolgere un ruolo importante nella politica turca volta a diversificare i suoi approvvigionamenti energetici. Un consorzio a guida russa ha recentemente vinto un appalto per la costruzione della prima centrale nucleare in Turchia; ma, dato che il prezzo offerto fosse più alto di quelli standard a livello mondiale, il destino del progetto, in attesa dell’approvazione parlamentare, resta oscuro. Prima del viaggio di Gul in Russia, il consorzio aveva presentato una nuova offerta, abbassando la cifra del 30%. Se la nuova proposta fosse considerata valida, a norma del bando di appalto, questo significherebbe che il governo turco ha ora la volontà di procedere col progetto.Il mercato russo, inoltre, svolge un ruolo molto importante per gli investimenti e le esportazione turche oltremare; infatti, la Russia rappresenta il mercato principale per le aziende costruttrici e per le esportazioni turche. Al contempo, milioni di turisti russi portano annualmente denaro fresco nelle casse turche. Cosa ancora più importante, i due paesi potrebbero decidere di cominciare a usare la “lira turca” e il “rublo russo” per i commerci tra di loro, riducendo fortemente la loro dipendenza dal dollaro. Ridotte le tensioni post-Guerra Fredda Il messaggio principale lanciato dalla visita di Gul è stato la volontà di intensificare le relazioni politiche tra i due paesi; infatti, entrambi i leaders hanno dichiarato che essendo la Turchia e la Russia i maggiori paesi della regione, una cooperazione tra loro è fondamentale per la pace e la stabilità dell’intera area. Questo nuovo atteggiamento segna una svolta notevole rispetto alla situazione degli anni ’90, successivamente al collasso dell’Unione Sovietica, quando Washington faceva pressioni su Ankara affinché agisse sulle regioni storicamente appartenute all’Impero Ottomano dell’area, per contrastare l’influenza della Russia. Durante gli anni ’90, in palese contrasto con la calma della Guerra Fredda, era normale parlare di rivalità o di scontri regionali, rianimando il “Grande Gioco” in Eurasia, all’interno del Caucaso e dell’Asia Centrale.La Turchia era diventata la naturale rivale geopolitica della Russia nel corso del XIX Secolo. La quasi alleanza tra Turchia, Ucraina, Azerbaijan e Georgia, spingeva Mosca, fino ai tempi recenti, a vedere Ankara come un formidabile avversario. L’equilibrio militare regionale volse a favore della Turchia nelle zone del Mar Nero e del Caucaso Meridionale; infatti, dopo la disintegrazione dell’ URSS, il Mar Nero divenne “de facto” un “lago della NATO”. Come dimostra la soluzione della controversia tra Russia e Ucraina riguardo la divisione della flotta del Mar Nero e lo status di Sebastopoli, il Mar Nero è diventato una zona per le esercitazioni della “Alleanza per la Pace” della NATO.Invece, al termine della sua ultima visita a Mosca, Gul ha dichiarato che “Russia e Turchia sono paesi vicini, i quali stanno sviluppando le reciproche relazioni sulla base della mutua fiducia. Spero che la mia visita contribuisca a instaurare questo genere di rapporto”; mentre, la Russia ha lodato le iniziative diplomatiche messe in atto dalla Turchia nella regione. Lo stesso Medvedev ha apprezzato la proposta della Turchia, durante la guerra russo-georgiana della scorsa estate, volta a dar vita ad un “Patto di stabilità e cooperazione per il Caucaso”.  Il Presidente russo ha detto che la crisi in Georgia ha mostrato che la situazione nell’area è già in grado di degenerare senza l’intromissione di forze esterne, riferendosi ovviamente a Washington. La Turchia ha proposto il “Patto” bypassando Washington, senza cercare il consenso transoceanico sulla questione russa; da allora, ha manifestato l’intenzione di perseguire una politica estera più indipendente. L’obiettivo russo è di sfruttare le risorse energetiche per contrastare l’accerchiamento in atto da parte della NATO, partito dalla decisione di Washington di posizionare postazioni missilistiche e basi radar in Polonia e in Repubblica Ceca, minacciando Mosca.Anche l’amministrazione Obama ha dichiarato di voler proseguire con la “politica difensiva missilistica” di Bush; tanto che Washington ha installato missili Patriot in Polonia, ovviamente non rivolti verso la Germania, ma verso la Russia.Subito dopo il viaggio di Gul, alcuni giornali turchi hanno descritto la relazione russo-turche come una “collaborazione strategica”, termine solitamente usato per i rapporti tra Turchia e Stati Uniti. Per ricambiare la visita di Gul, Medvedev si recherà in Turchia per proseguire concretamente sul percorso della cooperazione. Le nuove relazioni tra Russia e Turchia sono la dimostrazione che la maggior parte del peso degli Stati Uniti in Eurasia è stato perso a causa delle recenti scelte statunitensi in politica estera, riguardo quella regione.Washington sta vivendo il “peggiore degli incubi” descritto da Sir Halford Mackinder. Il padre della geopolitica britannica del XX Secolo, ha più volte sottolineato l’importanza per la Gran Bretagna, e per gli Stati Uniti dopo il 1945, di impedire la cooperazione strategica tra le grandi potenze dell'Eurasia.  Fonte: www.globalresearch.caTraduzione: Manuel Zanarini