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Onore al peggiore

di Stefano Vernole - 13/03/2006

Fonte: italiasociale.org


Si sono ormai spente le polemiche relative al discorso tenuto da
Silvio Berlusconi di fronte al Congresso degli Stati Uniti, in
quanto tenerle vive non serve a nessuno.

L'attuale Presidente del Consiglio ha fatto sicuramente centro, in
quanto si è assicurato la benevolenza degli ambienti neo cons per
queste elezioni, ha compattato a "destra" la sua coalizione e ha
messo in seria difficoltà gli avversari del centro-sinistra, al
punto che le critiche più dure alle proteste di Diliberto sono
venute proprio dagli esponenti dell'"Unione", i Rutelli, i Boselli e
compagnia, preoccupati che l'antiamericanismo potesse affiancarsi
all'antiberlusconismo.

Ma se la tenuta politico-morale della cd. "opposizione" si è ancora
una volta rivelata nella sua inconsistenza, gli effetti strategici
del discorso di Berlusconi rischiano di essere devastanti

L'Italia si allontana ancora una volta dai pochi paesi rimasti
della "vera Europa", quell'asse franco-tedesco che in alleanza con
la Russia di Putin potrebbe in futuro rappresentare un'alternativa
all'unilateralismo di Washington.

La prepotente riaffermazione dei legami transatlantici, oltre che un
falso storico - alcuni ricorderanno il documento prodotto sotto
l'Amministrazione Reagan nel quale si spiegava come in caso di
guerra tra la NATO e il Patto di Varsavia l'Europa sarebbe stata il
campo di battaglia e quindi completamente distrutta - è il frutto
peggiore del discorso berlusconiano.

Ma il "Cavaliere" non si è fermato qui.

Nel ringraziare gli Stati Uniti per la liberazione dell'Italia, in
realtà occupazione politico-culturale concretizzatasi con
l'installazione di 108 basi militari sul nostro territorio,
Berlusconi ha dato il via libera sia all' "esportazione della
democrazia" ("tutto il mondo deve diventare come l'America"),
concetto tanto caro a Bush e soci, sia al possibile bombardamento
nucleare dell'Iran, avallando così la famosa dottrina della "guerra
preventiva".

Dimenticando che già per aver inviato le nostre truppe in Iraq e
Afghanistan, il governo di Roma ha purtroppo pesantemente
contribuito ad aggravare l'immagine degli italiani al di fuori
dell' "Occidente democratico e capitalista", dove i popoli
orientali, africani e asiatici sempre più ci associano ai crimini
planetari dell'Amministrazione nordamericana.

Strappando però un importante risultato politico interno:
l'azzeramento delle critiche verso la condotta omicida di
Washington, in un momento in cui nel mondo il "primato morale" degli
Stati Uniti è sceso al livello più basso della loro storia.

Della "sinistra" abbiamo già detto; il terrore della coalizione
guidata dal trilateralista Romano Prodi ha completamente castrato
ogni velleità alternativa di Rifondazione Comunista: il
caso "Ferrando" e il recentissimo licenziamento di Giulietto Chiesa
da "Avvenimenti" ne rappresentano gli episodi più clamorosi.

Ma se all' "estrema sinistra" si piange, all' "estrema destra" non
c'è niente da ridere.

L'alleanza elettorale con il Polo della Libertà annulla
completamente ogni possibilità di cancellare quell'immagine negativa
di ruota di scorta della "reazione", impressa nella mente degli
italiani dal 1946 ad oggi.

Presentandosi insieme agli apologeti dell'americanismo, agli
ideatori del "Manifesto per l'Occidente" e ai sostenitori
dello "scontro di civiltà", il mondo neofascista conclude
definitivamente (qualcuno dirà "finalmente") la sua parabola
esistenziale, confermando l'incapacità di elaborare anche solo un
pensiero culturale antagonista.

Anche perché si continua a dimenticare come fu proprio la discesa in
campo di Silvio Berlusconi, nel 1993, a far naufragare le
possibilità rivoluzionarie che i successi elettorali della Lega al
nord e del MSI al centro-sud avevano per un momento lasciato
trasparire.

Molto più che un "danno" per l'ex  PCI, il "Cavaliere nero" si
rivelò invece una iattura per i pochi che in buona fede nel partito
di Bossi e in quello di Fini speravano fosse giunto il momento di
cambiare veramente le cose e farla finita con la corruzione e la
sudditanza.

L'associazione con l'immagine liberista filo-Bush e antisociale
propagata dal centro-destra per coloro che a parole si proclamano
anticapitalisti è ormai automatica nella mente della "gente comune",
di quel popolo spesso invocato ma quasi mai conosciuto per
l'ostinazione a vivere nel "ghetto" e produrrà la solita
schizofrenia esistenziale tra gli ingenui militanti, come sempre
educati a pensare in un modo e a comportarsi in un altro.

Tra dieci anni (forse anche prima) questi ultimi si ritroveranno
delusi e frustrati a cercare di capire come mai "l'area" si sia
lasciata sfuggire la battaglia contro la globalizzazione e
l'imperialismo statunitense a favore dei movimenti finanziati da
Soros .

Non c'è che dire, nell'attuale panorama nazionale Silvio Berlusconi
emerge come un "piccolo gigante" e sarebbe anche umanamente
simpatico se non fosse politicamente ributtante, o meglio . se non
fosse il "peggiore".