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Tsunami, i danni dell'uomo

di lanuovaecologia - 17/03/2006

Fonte: lanuovaecologia.it

 

Il rapporto dell'Iucn

I lavori post maremoto distruggono le barriere coralline che diventano cave di sabbia e rocce per l'edilizia. 

Le minacce ai coralli dell'oceano
Non i danni causati dallo tsunami, ma le attività umane e la ricostruzione ad ogni costo costituiscono la miggiore minaccia per le barriere coralline dell'Oceano indiano.
Secondo uno studio presentato a Gland (Svizzera) da due organizzazioni internazionali per la difesa dell'ambiente, per alcune barriere coralline i danni dello tsunami saranno
probabilmente irreversibili, per un altro ridotto numero bisognerà probabilmente aspettare venti o forse più anni per una ripresa.

Ma la maggioranza delle barriere di corallo colpite dal gigantesco maremoto del dicembre 2004 dovrebbe ristabilirsi entro 5-10 anni, dopo le attività di pulizia che le hanno liberate dai detriti e della sabbia. A condizione tuttavia che sia ridotto l'impatto negativo di alcune attività umane, quali la pesca intensiva, il disboscamento ed il prelievo di materiale per la ricostruzione, affermano l'Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn) ed il “Global Coral Reef
monitoring network”. Il rapporto punta il riflettore sugli sforzi di ricostruzione, spesso non in armonia con lo sviluppo sostenibile. In alcuni Paesi - afferma - del legno proveniente da foreste protette è stato usato per ricostruire le abitazioni, sabbia e roccia sono state prelevate dalle barriere di corallo, anche se è vietato.

Numerosi donatori hanno inoltre fornito ai pescatori locali rimasti senza imbarcazioni, barche di sostituzione, dotate di motori e apparecchiature più potenti, con il rischio di favorire una pesca eccessiva per l'equilibrio della regione. Il rapporto raccomanda una accurata valutazione di quanto è stato fatto, per evidenziare i miglioramenti e gli interventi ancora necessari.