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Influenza A: con il vaccino, Big Pharma è sempre più Big

di Andrea Boretti - 29/10/2009

La vendita di vaccini e antinfluenzali contro l’influenza A-H1N1 fa volare i fatturati delle multinazionali del farmaco, per un giro di affari complessivo di circa 20 miliardi di dollari. Cifra che rende entusiasta l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

 

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La vendita di vaccini e antinfluenzali contro l’influenza A-H1N1 fa volare i fatturati delle multinazionali del farmaco, per un giro di affari complessivo di circa 20 miliardi di dollari
Il Focetra, il vaccino per l'influenza A-H1N1 di Novartis, farà aumentare i ricavi del colosso farmaceutico di una cifra stimata tra i 400 e i 700 milioni di dollari. La Glaxo ha già venduto 440 milioni di confezioni della sua versione del vaccino, il Pandemrix, per un totale di 3,5 miliardi di dollari, e altri accordi commerciali sono in divenire. La francese Sanofi ha ordini per 205 milioni di dollari dagli Stati Uniti, anche se il suo farmaco non è ancora stato approvato.

 

Insomma, la gente si ammala - forse non al ritmo e con i morti di una pandemia ma abbastanza da far decretare negli USA lo stato di emergenza sanitaria - e Big Pharma si arricchisce con un vaccino potenzialmente pericoloso e probabilmente poco efficace, ma non solo.

La domanda di dosi - il cui costo si attesta sui 7,9 dollari l'una - è infatti, a seguito della campagna di terrore di questi mesi, esplosa al punto che la capacità produttiva arriva a soddisfare solo metà delle richieste. Se manca il vaccino, e contemporaneamente si dichiara che si tratta di una normale influenza, ecco allora spuntare immediatamente il sostituto: il buon vecchio Tamiflu. Il discusso antinfluenzale della Roche sembra essere considerato incomprensibilmente la panacea per qualunque influenza fuori dall'ordinario, l'aviaria nel 2005 la suina oggi.

Discusso e incomprensibilmente acquistato. Già nel 2005 il Tamiflu o Oseltamivir (nome del farmaco generico) stava per essere tolto del mercato a causa delle scarse vendite dovute all'altrettanto scarsa efficacia del farmaco stesso nella cura dell'influenza, poi il miracolo: si aprirono i cieli e dalla coltre di nubi che circonda il Tamiflu, uscì uno storno di polli volanti infetti. Milioni di scatole del miracoloso medicinale vengono comprate preventivamente dai diversi stati e il Tamiflu si trasforma in uno dei farmaci più venduti di sempre.

 

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Il vaccino serve a curare l'influenza A o a superare la crisi economica?
Tutto ciò nonostante non fosse provato alcun suo beneficio nella cura o prevenzione dell'influenza aviaria, tutto ciò nonostante diverse ricerche dimostrino come la sua efficacia sia totalmente marginale e modesta.

 

Oggi la storia si ripete, con un aggravante. Le vendite dell'Oseltamivir della Roche si sono decuplicate negli ultimi mesi fino a far guadagnare alla multinazionale svizzera 994 milioni di franchi svizzeri nel periodo tra luglio e settembre di quest'anno. L'aggravante è che cominciano ora a comparire dati che dimostrano come in Giappone - dove il farmaco è molto usato - l'uso dell'antivirale pare legato ad alcuni casi di disturbi comportamentali e addirittura di morte in bambini piccoli.

Il Focetra utilizzato in Italia è aggiunto del coadiuvante squalene, il Tamiflu finora considerato quanto meno inutile, comincia anch'esso a Iasciare la sua scia di dubbi, di pericolosità e di primi colpiti dagli "effetti collaterali". In questo scenario il boom economico di questi mesi di Big Pharma - adeguatamente aiutato e sostenuto dai governi occidentali - appare quanto meno eccessivo. Eccessiva, ma soprattutto fuori luogo appare anche la dichiarazione entusiasta dell'OMS che stima per il vaccino contro l'A-H1N1 un giro di affari complessivo di circa 20 miliardi di dollari.

La domanda a questo punto sorge spontanea: l'Organizzazione Mondiale della Sanità si preoccupa della nostra salute o degli interessi di Big Pharma? E ancora, il vaccino serve a curare l'influenza A o a superare la crisi economica?