Afrodite in città
di Giuliette Paris - 09/11/2009
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La psicologia sembra non prestare adeguata attenzione al carattere patogeno di un ambiente "brutto". |
Certamente la sensibilità alla bruttezza non è in tutti la stessa, e non ci proponiamo di discutere delle differenze individuali (o di quelle tra uomini e donne) nella percezione del bello e del brutto, ma di sottolineare l'effetto deprimente che può avere per alcuni l'assenza di un culto ad Afrodite (al di là dell'aspetto strettamente erotico). Per esempio, per spiegare la difficoltà di adattarsi alla città di coloro che emigrano dalle campagne, si possono chiamare in causa mille ragioni, tutte valide: lo stress, l'isolamento sociale, la precarietà del lavoro, l'angoscia dinanzi a un nuovo modello di vita. Ma non bisognerebbe aggiungere a questa lista il fatto che la città è bella soltanto per chi possiede i mezzi per sostituire l'armonia perduta della Natura con quel "lusso, calma e voluttà" che il denaro può garantire? La povertà accompagnata dalla bruttezza diventa squallore, e se è vero che in campagna il sole illumina tutti in egual misura, non è altrettanto vero in città, in certi suoi quartieri sovraffollati, in certi edifici mal progettati, inaccessibili alla bellezza.
Dal libro “La rinascita di Afrodite” |