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Centrodestra e centrosinistra contro la storia d'Italia

di Stefano D'Andrea - 19/01/2010

 

Vorremmo concorrere alla critica della dicotomia destra-sinistra, seguendo un itinerario inesplorato o poco esplorato: ipotizzare alcune proposte politiche e dimostrare che esse, da un lato, non sono qualificabili né di destra, né di sinistra, se si muove dagli schieramenti politici attuali – entrambi gli schieramenti, infatti, le avversano -, dall’altro sono sia di sinistra che di destra se si guarda agli schieramenti politici che hanno governato l’Italia o comunque rappresentato gli italiani durante il ventennio fascista e i quarantacinque anni di governo democristiano-comunista-socialista.

Scopriremo, allora, che un gran numero di posizioni politiche accomunano fascismo, comunismo, socialismo e cattolicesimo democratico italiani; mentre le posizioni politiche opposte accomunano il “centrodestra” e il “centrosinistra”. Avremo così compreso l'imponenza della “rivoluzione” si è verificata in Italia. Una rivoluzione, a nostro modo di vedere, senza alcun volto positivo, mentre di positivi e di molto positivi ve ne furono sia nel Risorgimento, sia nel Fascismo sia nella Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza. Avremo allora contezza del disastro che è accaduto. E dell'immane compito al quale sarà chiamata, speriamo prima possibile, una parte degli italiani.

Procederemo per piccoli passi: una “forma” che internet sembra suggerire e anzi imporre. Perciò in questo articolo ci limiteremo a sollevare qualche dubbio e a tracciare la linea del discorso.

C’è stata in Italia, negli ultimi venti anni, una "rivoluzione", intesa come mutamento sistemico di rilevanza costituzionale, paragonabile, per conseguenze, al Risorgimento, al Fascismo e alla Costituzione nata dalla Resistenza? E’ già inquietante ipotizzare che la risposta possa essere positiva, perché in pochi si sono accorti della rivoluzione, almeno negli anni nei quali gran parte dei cambiamenti accadevano, e quindi gli Italiani che avrebbero programmato, voluto e realizzato la rivoluzione sarebbero veramente pochi. La rivoluzione, se c'è stata, è stata silenziosa. Come è potuto accadere che un mutamento di rilevanza costituzionale paragonabile per entità delle conseguenze all'unificazione dell'Italia, all'istaurazione del governo fascista e alla Costituzione della Repubblica, non abbia trovato alcuna resistenza?

Il carattere silenzioso della rivoluzione implica che essa è stata realizzata concordemente dalle due coalizioni che da oltre quindici anni governano l'Italia e forse anche dai governi tecnici che hanno "amministrato" l'Italia nei primi anni novanta. Ed è anche possibile – anzi noi cercheremo di argomentare che le cose stanno così – che essa sia stata resa possibile dallo sbandamento e dalla degenerazione degli ultimi rimasugli delle forze politiche che realizzarono la precedente rivoluzione, ossia la Costituzione Repubblicana. 

Se ne dovrebbe trarre la conseguenza che i due schieramenti politici che governano l'Italia da oltre quindici anni si collocano dalla stessa partequindi sono un unico partito - rispetto al logico fronteggiarsi, da un lato, dei principi che accomunavano le forze che avevano realizzato la Costituzione e, dall'altro, dei principi opposti accolti concordemente dal centrodestra e dal centrosinistra.

Per ben impostare il problema, anzi, sarà necessario verificare se, in tutto o in parte, ed eventualmente in gran parte, i principi comuni alle forze che realizzarono la Costituzione della Repubblica, e che sono stati abbattuti dal centrosinistra e dal centrodestra, appartenevano anche al governo fascista. In tal caso si dovrebbe prendere atto che la rivoluzione silenziosa ha abbattuto – speriamo non sradicato – un albero sorto almeno settantacinque anni prima. In questa introduzione, considereremo fondata anche questa ipotesi; in articoli che seguiranno forniremo la dimostrazione che effettivamente lo è.

Giungeremo alla conclusione che alla distinzione destra/sinistra è possibile contrapporne un'altra. Designeremo quest'ultima con i nomi dei soggetti politici che, nella storia d'italia, hanno accolto i due gruppi di principi comuni. "Centrosinistra e centrodestra", da un lato; "Fascisti, Comunisti, Socialisti e Democristiani", dall'altro.

Altro che centrodestra contro centrosinistra! Centrodestra e centrosinistra contro fascisti, comunisti, socialisti e democristiani italiani. Diremmo anche "centrodestra e centrosinistra contro la storia d'Italia".