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Noi, poveri mugnai

di Ugo Gaudenzi - 19/01/2010

     
 
Le buone ragioni del mugnaio Arnold, che invano tre secoli fa pretendeva giustizia dalla casta dei giudici prussiani, alla fine furono fatte proprie, a Berlino, da Federico il Grande.
Quasi trecento anni dopo, pensare che ancora oggi, in Italia, “lupo non mangia lupo” e che quindi sia del tutto vano attendere giustizia dagli amministratori della giustizia, dovrebbe essere uno scandalo... ma così non è. E non possiamo nemmeno rivolgerci a un kaiser disposto a far proprie le ragioni dei cittadini.
E’ un fatto assodato. In ogni angolo del nostro sistema-nazione, ai lavoratori, ai produttori, agli artigiani, agli imprenditori vengono negati finanziamenti bancari per superare la crisi. Le cronache bianche dei quotidiani locali sono zeppe di allarmi-usura, le associazioni dei consumatori e delle categorie stilano impietosi elenchi di casi disperati. E c’è anche un fiorire di azioni giudiziarie individuali contro banche che, dopo aver negato fidi e preteso interessi illegali cumulando varie voci di spesa, sono da qualche tempo in qua subissate da richieste di danni per anatocismo (il calcolo illecito di interessi sugli interessi).
Ne sanno qualcosa i vari gruppi di sostituti che si occupano di reati finanziari nelle varie Procure della Repubblica.
Vi ricordate? Un anno fa, in piena crisi finanziaria mondiale, un ministro, il solito Tremonti, aveva confezionato un “piano di aiuti” in favore delle banche in sofferenza per mutui e investimenti andati a male: lo Stato avrebbe loro prestato il denaro per rinsanguare le loro casse a patto che questo denaro fosse poi usato per riprendere il virtuoso dell’economia nazionale, individuale e delle imprese.
Che cosa è accaduto di quel “piano”?
Un nulla di fatto. Come un sol uomo, Mr Draghi e Bankitalia in prima linea, i vertici delle maggiori banche,  -da sottolineare: in particolare quelle più esposte, ad esempio, in investimenti a perdere nell’est europeo - salvo poche eccezioni, si sono rifiutate di attingere a quei fondi, per non sottostare all’obbligo dei controlli di legge delegati ai prefetti, allo Stato.
Non solo. Hanno continuato a mantenere illecitamente nelle proprie mani il 98 per cento della proprietà delle quote della banca centrale. Naturalmente sia al fine di controllare chi ha il potere di controllare gli istituti di credito stessi, e sia al fine di ricapitalizzare tali titoli di proprietà nei loro bilanci, così da presentare bilanci “sani”. Presto ne saremo edotti.
E Tremonti? Che fa, Tremonti?
Come mai non interviene per restituire al popolo italiano la proprietà della Banca d’Italia, come una sua legge aveva imposto di attuare un anno fa?
Come mai non si fa carico di una (vera) legge ad hoc per alleviare i conti in rosso degli italiani, magari ripristinando quei “mediocrediti regionali” e “centrali” in mano allo Stato?
E i giudici della Repubblica cosa fanno - oltre a comminare risarcimenti “danni” a chi si permette di sottolineare come la Banca d’Italia si sia trasformata in un’associazione privata di banchieri e assicuratori ai danni del popolo italiano?
Ci sarà pure un giudice a Berlino... o a Padova... o a Catanzaro...
No? Allora dobbiamo proprio  aspettare un kaiser anche noi, poveri mugnai?