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OGM, cui prodest?

di Giuseppe Altieri - 08/03/2010

Il Ministro raccoglie le indicazioni della Carta di Montebelluna per una Moratoria Contro gli OGMinviamo per la pubblicazione sui vostri siti gli interventi di due mebri della nostra accademia di agroecologia, Dr. Pietro Perrino e Prof. Michele Trimarchi, candidato premio Nobel per la Pace 1986, pubblicati sul sito del MIPAAF  

Il ministro Luca ZaiaNon possiamo consentire che l'agricoltura più identitaria del mondo venga omologata e contaminata in nome di un falso progresso che guarda più alle tasche delle multinazionali che agli interessi dei contadini e dei consumatori, che non mi risulta anelino a mangiare mais Ogm. A quanti dicono che le colture geneticamente modificate rappresentano il futuro, rispondo che la vera sfida per la nostra economia agricola è quella della tracciabilità e dell'origine, nel rispetto dell'identità e della qualità dei 4500 prodotti tipici italiani e di quelli a denominazione d'origine riconosciuti dall'Ue. A chi invece vorrebbe utilizzarli, alla luce dell’attuale crisi economica, ribadisco che questa non è una crisi meramente italiana, come vorrebbero far credere coloro che non si fanno scrupolo di ingannare i contadini raccontando bugie, ma di una congiuntura internazionale provocata da chi ha preferito la finanza all'economia, anteponendo l'interesse delle élite a quello dei popoli. Il cibo è stato fino ad oggi considerato una merce su cui speculare, una terra franca alla mercé del più forte. La risposta a questa crisi, quindi, non sono gli Ogm. Quelli che la pensano così non hanno imparato la lezione e vorrebbero continuare ad usare la terra come un serbatoio inesauribile. I contadini, sulle cui spalle si regge oggi il peso della crisi e le sue soluzioni, perderebbero, con gli Ogm, la loro sovranità sulle sementi, che diverrebbero patrimonio delle multinazionali. Non lo permetteremo.

Michele Trimarchi Psicologo, fondatore della neuropsicofisiologia negli anni ’70-’80, presidente ISN (International society of neuropsychophysyology) di Roma.Margherita Hack in un’intervista ha dichiarato che si tende a “demonizzare la scienza” e ha citato al riguardo la paura verso gli OGM. Lei crede che i cittadini abbiano “paura” degli organismi geneticamente modificati? Prof. Trimarchi: ”Margherita Hack sa che non è la scienza che viene demonizzata ma l’uso improprio che si fa della scienza per scopi contrari ai fini della scienza stessa.Gli organismi non vengono modificati dalla scienza, ma da tecnocrati che pensano di gestire la Natura a proprio uso e consumo con motivazioni che troppo spesso offendono la Logica e l’Evoluzione della Natura. La Natura sa come modificare i geni; l’uomo, con il suo empirismo, tenta di farlo e aspetta di vedere i risultati; e tali risultati devono sempre e comunque dare profitto a chi investe danaro su tali manipolazioni. Che c’entra la scienza con il profitto, con il potere dell’uomo sull’uomo, quando la scienza dovrebbe produrre conoscenza per tutti? Come si fa a non avere paura di organismi geneticamente modificati che vengono resi sterili da tali modificazioni?Il buonsenso, o il senso comune, ha in sé una “logica” che spesso sfugge all’intelligenza artificiale con la quale si vanno a modificare organismi evolutivamente perfetti.”Lei ha dichiarato “mi viene da sorridere quando ascolto le affermazioni di grandi specialisti come genetisti, biologi, chimici, biochimici, infarciti di un sapere che nega a priori l’intelligenza della Natura e con tali affermazioni decidere il destino dell’ecosistema e dell’intera umanità”, tuttavia è innegabile che la scienza abbia, spesso, “aiutato” la natura stessa. Esiste un futuro possibile in cui la natura e la scienza collaborano senza danneggiarsi?Auspico un futuro possibile in cui la scienza possa favorire la Natura senza danneggiarla; e ciò è possibile nel momento in cui gli scienziati scoprono la “sacralità” della memoria genetica di ogni organismo esistente, poiché ogni seme contiene in sé il progetto filogenetico ed ontogenetico della specificità del seme. La scienza deve produrre conoscenza e, come tale, avere grande rispetto del Dinamismo e della Logica della Natura. Ciò renderà possibile un “dialogo” con la Natura favorendola nella sua opera di fornire a noi umani tutto quello che ci occorre per vivere serenamente. Gli attuali modelli teorici non tengono conto di quella comunicazione dinamica e integrata della “tecnologia” della Natura. E’ per questo che mi viene da sorridere quando si fanno passare i modelli teorici come verità, quando sono soltanto brandelli di verità e non tutta la verità.Il discorso è lungo e complesso e non è rispondendo a queste domande che posso esprimere la mia conoscenza di tali processi. Io sono uno scienziato che non rompe i “giocattoli” per comprendere come sono fatti, ma li osserva nella loro espressione per comprendere le cause che li hanno prodotti.Per il 2050 dovremmo sfamare più di 9 miliardi di persone. Qual è la soluzione?Sono tanti anni, ormai che sento fare domande di questo genere. Adesso, addirittura, si ipotizza che nel 2050 dovremmo sfamare più di 9 miliardi di persone. Conosco bene i furbi che pongono questo tipo di domande. Ricordo, tanti anni fa, quando il Club di Roma fece fare una ricerca da cui venne fuori che nel 2000 saremmo stati 6 miliardi di persone e che bisognava ridurre le nascite per evitare la sovrappopolazione della Terra. Quanta limitatezza c’è in queste affermazioni! Anche attualmente ci sono milioni di persone che muoiono di fame e ce ne sono tante altre che muoiono per eccesso di cibo. Invece di porci queste domande, dobbiamo chiederci come mai c’è ancora su questo Pianeta così tanto egoismo da distruggere derrate alimentari piuttosto che distribuirle a chi ne ha bisogno. Forse, perché le leggi di mercato, le organizzazioni nazionali pseudo-democratiche o le multinazionali impediscono il soddisfacimento dei bisogni fondamentali delle popolazioni. Chi è che non si sente di affermare che sul nostro Pianeta non c’è abbastanza cibo per tutti? Perché anche quando eravamo 4 miliardi di persone c’erano milioni di persone che morivano di fame? Bisogna rispondere a questo tipo di domande se vogliamo risolvere i problemi. Non si può continuare a inventare nuovi problemi, per giustificare azioni contrarie al rispetto per Dignità Umana, senza rispondere ai vecchi, senza rispondere a quelli già esistenti. E la soluzione di tutto questo è a portata di mano: educare le coscienze alle Pari Dignità, affinché ognuno impari ad amare il prossimo come sé stesso. Questa non è una frase fatta, ma è qualcosa di molto importante su cui dobbiamo tutti riflettere, senza continuare a cercare soluzioni astratte che vìolano i diritti fondamentali, non solo degli esseri umani, ma anche della Natura e dell’ecosistema

Pietro Perrino Dirigente di ricerca associato del Cnr di Bari, già direttore dell'Istituto del germoplasmaIn base ai suoi studi sugli Ogm, quali sono i pro e i contro del loro utilizzo? Non vedo alcun pro legato all'utilizzo degli Ogm. Secondo me esistono solo contro. In base ai miei studi posso affermare che gli Ogm sono assolutamente inutili. Non è vero che, come dicono i sostenitori degli Ogm, possono rappresentare una soluzione per la fame nel mondo. I dati dimostrano infatti che le colture Ogm non rendono di più, non si ha una maggiore produzione o un aumento dei redditi degli agricoltori, ma anzi fanno aumentare i costi di produzione con un maggior uso di prodotti chimici, venduti dalle stesse multinazionali che producono Ogm, che inquinano l'ambiente, con ricadute negative sulla salute, sulla biodiversità e sugli ecosistemi.L'inquinamento causato dall'agricoltura industriale si potrebbe evitare con un altro tipo di agricoltura, quella biologica nelle sue più diverse forme. Alcuni sostengono che questo tipo di agricoltura produca di meno ma ciò non è assolutamente vero. Diversi studi, come il rapporto Fao o quello dei ricercatori dell'università del Michigan, che analizzando i dati ventennali di numerose realtà agricole su tutto il globo hanno dimostrato che l'agricoltura biologia produce tanto quanto l'agricoltura industriale nei paesi sviluppati e molto di più nei paesi in via di sviluppo, procura un maggiore reddito agli agricoltori è molto ma molto meno inquinante, migliora la struttura e fertilità del terreno, fissa tanto azoto che si può fare a meno dei fertilizzanti chimici azotati, dà raccolti più ricchi di nutrienti e microelementi, conserva meglio gli ecosistemi e li rende più resistenti ai patogeni. Lo stesso studio ha dimostrato che se tutte le aziende agricole del mondo si convertissero in aziende biologiche la produzione potrebbe sfamare oltre nove milioni di persone, cioè una popolazione di qualche miliardo superiore all'attuale.
I dati dimostrano inoltre che dove si coltivano Ogm in maniera massiccia, come nel sud est asiatico, molti agricoltori si suicidiano. Questo avviene perché gli agricoltori sono costretti ad indebitarsi con le banche per comprare semi Ogm, fitofarmaci, erbicidi e, non riuscendo ad estinguere il debito, ricorrono al suicidio. A tutto ciò però, che è dimostrato dai fatti e spesso registrati dai giornali locali, i media continuano a non dare spazio. Quando si verifica uno tsunami la cui colpa non è direttamente attribuita all'uomo, i media si fanno grande concorrenza. 
Lei sostiene che "è sbagliato continuare ad investire per una ricerca che oltre ad essere inutile è anche dannosa", ci spiega cosa intende dire?
Certo, gli Ogm sono molto dannosi. Il Dna transgenico, contenuto nei cibi transgenici, è dannoso per la salute degli animali, uomo incluso, e questo è dimostrato da numerosi studi di esperti che però fanno fatica ad essere divulgati perché le riviste scientifiche si rifiutano di pubblicare i risultati di queste ricerche.
I cibi transgenici provocano neoplasie di ogni genere: allergie, tumori, cancri, abbassamento delle difese immunitarie, riduzione della fertilità, aumento della mortalità e ciò per diverse generazioni.
In che modo?
Tutto sta nel capire cos'è il Dna transgenico. I geni per essere trasferiti da un individuo (donatore) ad un altro (ospite che diventa Ogm) vengono inseriti in particolari unità, dette costrutti e se non basta un costrutto se ne preparano diversi. L'insieme dei costrutti si chiama cassetta. In pratica, ciascun gene viene legato a due pezzi di Dna, il primo, detto promotore, segnala alla cellula di accendere il gene ed il secondo, detto terminatore, spegne il gene. In questo processo, apparentemente naturale, l'anomalia sta nel fatto che ciascun pezzo del costrutto ha origine diversa, spesso virale e spesso prelevato da virus mortali; il gene stesso o transgene può essere composto da Dna di diversa origine e almeno un costrutto contiene il gene responsabile della resistenza agli antibiotici e medicine, che resta nell'organismo transgenico (Ogm). E' proprio attraverso questo gene marcatore che si riconosce qual è la cellula che è stata traformata o resa transgenica. Servono infatti tantissimi tentativi per inserire il Dna transgenico in una cellula e sono pochissime le cellule che riescono a trasformarsi. Tali cellule possono essere identificate proprio perché hanno il gene resistete agli antibiotici. Ciò vuol dire che quando si mangia un cibo Ogm, si ingerisce anche il gene resistente all'antibiotico e, di conseguenza, quando si assumono antibiotici, questi non hanno più alcun effetto sui patogeni che abitano nel nostro tubo intestinale o più in generale degli animali che vengono alimentati con foraggi transgenici (Ogm).
Inoltre, i legami che tengono insieme tutti i pezzi del costrutto, sono deboli e quindi i costrutti sono instabili, rispetto al Dna naturale, e tendono alla rottura. Di conseguenza quando l'agricoltore utilizza un mais transgenico, lo può usare soltanto per un anno o due, dopodiché il mais perde le sue caratteristiche. Ciò spiega l'instabilità degli Ogm. L'agricoltore resta quindi legato alla multinazionale perché deve, di anno in anno, riacquistare i semi Ogm. 
C'è poi un altro problema: il costrutto presenta degli "hotspots", cioè dei punti caldi che sono molto suscettibili alla ricombinazione con altro Dna libero, che può anche essere quello dello stesso ospite, Dna che di solito non si esprime direttamente, detto anche "Dna spazzatura" (che spazzatura non è ma che è stato messo da parte e tenuto a bada dal resto del genoma che si esprime più direttamente o rappresenta Dna che si esprime svolgendo funzioni secondarie), nel quale comunque ci sono numerosi provirus, accumulatisi nel corso di millenni di evoluzione. Questa instabilità e fragilità del Dna transgenico aumenta il trasferimento genico orizzontale (il trasferimento genico verticale è quello che avviene attraverso l'impollinazione) e la ricombinazione, con tutti i rischi che comporta: mutazioni geniche, inserzioni casuali, cancro, riattivazione di virus dormienti (provirus) e generazione di nuovi virus, nuovi batteri, nuovi funghi e nuove malattie.
Ci spiega meglio cosa si intende per contaminazione "verticale" e contaminazione "orizzontale"?
Nel mondo vegetale il flusso di geni o Dna (nel caso specifico e per ragioni di divulgazione chiamata contaminazione) non avviene solo attraverso il trasferimento genico verticale, cioè da una pianta all'altra della stessa specie (per esempio da una pianta di mais Ogm ad una pianta di mais non Ogm), attraverso la diffusione del polline geneticamente modificato, ma, in forma ancora più subdola, anche superando le barriere tra specie, attraverso cioè il trasferimento genico orizzontale. Questo meccanismo naturale, che avviene attraverso la trasduzione, la coniugazione e la trasformazione, nel caso del Dna transgenico si moltiplica per mille rispetto al Dna naturale. In altre parole il Dna transgenico si diffonde nell'ambiente ad una velocità di gran lunga superiore a quella del Dna naturale. 
I residui delle colture geneticamente modificate rimangono infatti inevitabilmente sul terreno. Questi residui contengono Dna transgenico che, al contrario del Dna naturale è molto più instabile, si rompe e si ricombina, passa in virus, batteri e funghi, e attraverso questi si infila in altri organismi viventi. Così un frammento di Dna di mais transgenico può finire nel frumento piuttosto che nell'orzo o in altre colture, poste anche lontane rispetto alle colture geneticamente modificate. Questo meccanismo è quindi ancora più pericoloso del trasferimento attraverso il polline, che può essere evitato distanziando una coltivazione Ogm da una Ogm-free. Inoltre, ribadisco che il Dna transgenico si trasmette ad altre specie molto più velocemente del Dna naturale.
Diversi studi dimostrano che questo tipo di trasferimento, molto più subdolo e pericoloso di quello verticale, è reale, ma la sperimentazione per verificarla non viene fatta seriamente, evidentemente perché le multinazionali e i sostenitori degli Ogm non la vogliono.
Molti dei sostenitori degli Ogm affermano che, da quando sono stati introdotti, essi non hanno causato alcun effetto sulla salute umana, cosa ne pensa?
Se mangio mais transgenico insieme ad altro cibo non transgenico è chiaro che l'effetto che avrà sul mio corpo è diverso dall'effetto che avrà nei ratti sperimentali che alimento solo con soia transgenica e non transgenica. In una corretta sperimentazione le diete devono essere almeno tre: soia transgenica, soia non transgenica e controllo (dieta normale o completa, cioè fatta da soia non transgenica ed altri alimenti). I risultati mostrano che i migliori ratti in salute, fertilità, natalità, difese immunitarie, ecc. sono i ratti del controllo, poi vengono quelli alimentati con soia non transgenica ed i meno sani sono i ratti alimentati con soia transgenica. Ovviamente gli effetti che si avranno sull'uomo, che si nutre anche di cibi non transgenici, saranno di entità inferiore rispetto a quelli dei ratti alimentati solo con cibo transgenico e si vedranno con il passare del tempo. Non è quindi un caso che molti paesi, come gli Usa, dove gli Ogm sono stati introdotti già da diversi anni, stanno tornando sui loro passi. La probabilità che un cibo transgenico faccia male dipende da quanto ne mangiamo e se lo mangiamo da solo o insieme ad altri alimenti non transgenici e sani. È evidente quindi che il tempo gioca un ruolo fondamentale. La probabilità di vincere al totocalcio aumenta con il numero delle giocate. La probabilità di ammalarsi con il cibo transgenico aumenta con il numero di mangiate di cibo transgenico.
In conclusione il Dna transgenico dai residui delle piante transgeniche ce lo troviamo nell'aria (quando i residui diventano polvere), nell'acqua e nei suoli. Per cui il Dna transgenico lo possiamo respirare e bere a nostra insaputa, contro la nostra volontà. Solo e soltanto per questo gli Ogm non dovrebbero essere coltivati o diffusi nell'ambiente. Con le colture Ogm si diffondono nell'ambiente bombe biologiche. La coesistenza delle colture biologiche e convenzionali con quelle transgeniche (Ogm) è impossibile, in quanto la contaminazione, cioè il passaggio del Dna transgenico dalle colture transgeniche a quelle non transgeniche di qualunque specie vivente, è materialmente impossibile evitarla. Pertanto, tutta la discussione sulla coesistenza non ha senso e si dimostra di non aver capito che il problema delle colture transgeniche sta nella tecnica. Il Dna transgenico è il vero flagello dell'ingegneria genetica. Non ha senso parlare di soglie di tolleranza e di distanze tra i campi con colture Ogm e colture biologiche o e/o convenzionali. Queste informazioni dovrebbero conoscerle anche i giudici prima di accogliere le istanze di agricoltori che vogliono coltivare piante Ogm. Quanto meno i togati dovrebbero conoscere le sentenze emesse dai loro colleghi di altri paesi, dove ormai la gente incomincia a ribellarsi per danni subiti da Ogm. La sperimentazione sulla nocività degli Ogm non deve essere eseguita solo dalle autorità che possono essere influenzate dalle multinazionali ma devono essere eseguite e controllate da strutture più vicine alla gente.
La notizia del 2 marzo 2010, che la commissione europea dà il via libera alla coltivazione della patata geneticamente modificata Amflora "per uso industriale" dimostra chiaramente che la commissione è molto influenzata dalle multinazionali e molto probabilmente non sa o non vuole sapere la pericolosità del Dna transgenico indipendentemente dalla pericolosità della patata Amflora come mangime. La colpa è anche dei ricercatori che sanno e che non si espongono a dire in tutte le sedi quello che sanno. Forse perché si perdono occasioni di lavoro o posizioni di prestigio in questa o quella commissione, questo o quel progetto di ricerca, e così via. Quando i ricercatori si toglieranno il bavaglio? Se le cose non cambiano ed alla fine anche la commissione europea cede alle multinazionali, vuol dire che i ricercatori senza bavaglio sono ancora troppo pochi.

Vandana ShivaAttivista ed ambientalista indiana. Si è battuta per cambiare pratiche e paradigmi nell'agricoltura e nell'alimentazione; si è occupata anche dei diritti sulla proprietà intellettuale, di biodiversità, biotecnologie, bioetica, ingegneria genetica e altro.Secondo le stime delle Nazioni Unite nel 2050 si dovranno nutrire 9 miliardi di persone. Per molti l'unica soluzione possibile sono le colture Ogm. Per alcuni queste sono anche la soluzione ai cambiamenti climatici. Lei cosa ne pensa?Il mito che gli Ogm sono la panacea sia per la fame e sia per i cambiamenti climatici è tale: un mito, e di fatto un mito pericoloso. Gli Ogm non aumentano la resa agricola, sono più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico e lavorano contro gli interessi dell'umanità.
Contrariamente a quanto sostiene la Monsanto che il loro cotone Bt produrrebbe 1500 kg per ettaro, la nostra ricerca mostra che la resa media è stata di 400 kg per ettaro, che è meno di un terzo di ciò che sostengono. Un rapporto della Union of concerned scientists degli Stati Uniti dal titolo 'La mancata resa' mostra inoltre che non vi è nessun guadagno. In realtà vi è spesso un freno del rendimento. L’aumento del rendimento si basa su un tratto multigenetico. Gli strumenti di ingegneria genetica possono funzionare solo con i tratti di un singolo gene, come la tolleranza agli erbicidi e alla tossina Bt. È per questo che dopo 20 anni di costose ricerche da parte dell'industria, solo questi due tratti sono stati introdotti.
Il sistema industriale e agricolo per il cibo è responsabile di almeno il 25-30% delle emissioni totali di gas a effetto serra e allo stesso tempo, è estremamente vulnerabile ai cambiamenti climatici. Dall’altro lato abbiamo invece un’agricoltura biologica ed ecologica che è in grado di mitigare e adattarsi al cambiamento climatico, è più resistente e quindi più in grado di garantire la sicurezza alimentare al pianeta.Il 2 marzo la Commissione europea ha adottato tre decisioni che autorizzano i mais geneticamente modificati MON863xMON810, MON863xNK603, MON863xMON810xNK603, per alimenti e mangimi e ha anche deciso di autorizzare Amflora. Questa patata Gm sarà utilizzata per la produzione di amido da usare per applicazioni industriali (ad esempio la produzione di carta). Cosa ne pensa di questa decisione?Un anno fa la Commissione europea ha cercato di costringere i Paesi a rimuovere i divieti in materia di Ogm. Ho viaggiato a Lussemburgo, Spagna e Germania per lavorare con i movimenti free-Ogm, e, per fortuna, la maggior parte dei Paesi ha votato per il mantenimento del divieto. La multinazionale Monsanto, le cui varietà di mais sono state approvate, avverte il crescente rifiuto degli Ogm da parte del pubblico ed è disperata. In India abbiamo appena vinto una moratoria sulla brinjal Bt. Sorprendentemente, la Monsanto sta ora premendo sul governo per leggi che prevedano il carcere per chi critica gli Ogm. Gli Ogm possono essere diffusi solo distruggendo la democrazia.Secondo il recente rapporto “Carattere globale delle colture Gm commercializzate: 2009” a cura dell’ International service for the acqusition of agri-biotech applications, l'India è il 4° Paese al mondo per ettari coltivati (8,4 milioni).Può dirci cosa sta succedendo in India con le colture Gm?L’unica coltura Gm introdotta in India, finora, è il cotone Bt. Si è diffusa attraverso una pubblicità fraudolenta. Si è diffusa distruggendo le alternative. Di 200.000 suicidi degli agricoltori in India negli ultimi dieci anni, la maggior parte sono concentrati nei settori del cotone Bt. Gli agricoltori infatti si indebitano per comprare i semi dalle Multinazionali e, non riuscendo ad estinguerli, ricorrono al suicidio. La diffusione degli Ogm significa la scomparsa della biodiversità. L’India aveva 1.500 varietà di cotone. Ora c'è Bt, Bt, Bt. Il nostro studio mostra che i terreni sui quali il cotone Bt è cresciuto hanno perso microrganismi vitali. Ciò è stato anche confermato da una ricerca condotta da scienziati del Consiglio indiano per la ricerca agricola. Quindi il cotone Bt significa anche la morte del suolo. I parassiti sono aumentati e c'è una aumento in volume dell’uso di pesticidi di tredici volte. Per questo motivo Navdanya ha avviato l'iniziativa "semi di speranza”. Abbiamo creato banche del seme, stiamo aiutando gli agricoltori a coltivare biologico e li stiamo aiutando a trovare mercati per il loro cotone biologico. Gli agricoltori biologici guadagnano 10 volte di più degli agricoltori Ogm.Che tipo di pericoli vede in un mondo che usa semi Ogm?Vedo molti pericoli. Il primo è un monopolio di approvvigionamento di sementi, il primo anello della catena alimentare. Vedo gli agricoltori sempre più indebitati a causa dei costi elevati delle sementi visto che sono brevettate. Vedo la scomparsa della biodiversità. Vedo contaminazione genetica distruggere i nostri agricoltori biologici. Vedo la diffusione di semi tossici e sostanze chimiche tossiche. Vedo la corruzione della scienza che presenta false dichiarazioni di sicurezza. Vedo la fine della democrazia, se gli Ogm sono autorizzati a diffondersi. I semi Ogm sono i semi della distruzione. Abbiamo bisogno di rimanere Ogm-free per la nostra sovranità sulle sementi, per la nostra sovranità alimentare, per la democrazia alimentare.