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Turchia e Siria sempre più vicine

di Stefano Torelli - 05/05/2010



Nella sua politica di attivismo che la sta caratterizzando negli ultimi anni a livello di politica estera, con particolare riferimento all’area del Medio Oriente, la Turchia ha un alleato sempre più consolidato: la Siria.

La cosa potrebbe risultare curiosa se si pensa che, solo alla fine degli anni novanta, i due Paesi erano sull’orlo di un vero e proprio conflitto armato, che avrebbe avuto conseguenze nefaste su tutta la regione, per via dell’appoggio dato da Damasco al Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) e delle discordie tra Siria e Turchia circa la gestione delle risorse idriche del Tigri e dell’Eufrate da parte di Ankara. Con gli anni, tuttavia, Ankara ha saputo approfittare del bisogno dei molti attori mediorientali di alleanze più stabili a livello economico e politico, facendone una vera e propria opportunità per se stessa. In tale cornice, rientrano a pieno titolo i rapporti con Damasco, con cui la Turchia sta tessendo relazioni sempre più strette, che potrebbero fare da preludio a una special relationship tra questi due attori, a fianco a quella già esistente tra la Siria e il suo alleato regionale per eccellenza: la Repubblica islamica dell’Iran.

Come si materializza questa particolare relazione bilaterale sulle sponde orientali del Mediterraneo? Prima di tutto l’economia e l’interesse comune in questo settore. Laddove Damasco ha bisogno di un partner economico e commerciale che possa fungere allo stesso tempo da sbocco per i propri prodotti verso l’Occidente (gas compreso, visto l’interesse siriano di partecipare tramite l’Arab Gas Pipeline al progetto Nabucco) e da motore per il proprio sviluppo interno, la Turchia necessita di costruire attorno a sé un ambiente stabile e connotato da reciproca fiducia, se vuole ambire ad essere il Paese guida del Medio Oriente. Ecco dunque che le cifre parlano di un aumento dell’interscambio commerciale importante: nel 2002, anno in cui è salito al potere in Turchia il Partito di giustizia e sviluppo (Akp), non raggiungeva neanche gli 800 milioni di dollari Usa, mentre nel 2009 tale valore si aggirava intorno ai 2 miliardi.

Non solo: nel momento in cui la Turchia ha risentito maggiormente degli effetti della crisi economica internazionale, tra il 2008 e il 2009, le esportazioni totali di Ankara hanno visto un andamento decrescente, seppure di poco (-0,3 per cento), mentre nello stesso arco di tempo le esportazioni verso la Siria hanno fatto registrare un aumento di circa il 30 per cento, passando da un valore di 1,1 miliardi di dollari a quasi 1,5 miliardi di dollari . Per favorire tali relazioni, inoltre, i due Paesi stanno prendendo delle misure politiche ed economiche chiare, come quella della stipula, nel febbraio dell’anno scorso, di un accordo che prevede l’esenzione dal pagamento delle imposte doganali per tutti i veicoli turchi che esportano beni in Siria, ottenendo una significativa riduzione del 25-30 per cento dei costi di trasporto per la Turchia. In quella stessa occasione, il ministro turco del Commercio estero Kursad Tuzmen ha dichiarato che il volume di commercio bilaterale tra Ankara e Damasco sarebbe destinato a superare i 5 miliardi di dollari entro il 2014.

Una tappa di fondamentale importanza nelle relazioni tra Turchia e Siria si era registrata nel settembre del 2009, quando i due Paesi hanno avviato, nel corso di una visita ufficiale del presidente siriano Bashar al-Assad in Turchia, i lavori per l’istituzione di un Consiglio di cooperazione strategica. Si tratta di un meccanismo di cooperazione, simile a quello che Ankara già ha stipulato con il governo iracheno. Tale organismo, ratificato finalmente alla fine del 2009, costituirà la sede in cui i due Paesi affronteranno le questioni bilaterali più importanti e gli accordi di cooperazione, ai più alti livelli, essendo formato dai capi di governo e i ministri turchi e siriani, che si incontreranno con una cadenza più regolare. Un altro passo molto significativo, riguardante l’eliminazione del sistema di visti alla frontiera tra Turchia e Siria e, quindi, l’istituzione del libero passaggio di persone tra i due Paesi. L’accordo è stato ratificato il 13 ottobre del 2009, nel corso di una cerimonia nei pressi della frontiera di Oncupinar, alla presenza dei ministri degli Esteri siriano Walid al-Muallem e turco Ahmet Davutoglu, in quello che entrambi hanno definito come “un giorno storico nelle relazioni bilaterali turco-siriane”.

Nella direzione della crescita dei rapporti economici vanno anche gli importanti progressi compiuti insieme al governo siriano nell’ambito dell’infrastruttura dei trasporti.  Il 17 febbraio è stata inaugurata la riapertura del tratto che collega la città turca di Gaziantep a quella irachena di Mosul e che passerà anche per la stazione siriana di Aleppo. Grazie ai 209 chilometri di linea ferroviaria tra Gaziantep ed Aleppo, che avrà una cadenza bisettimanale, si stima che potranno essere trasportati circa 50 mila passeggeri l’anno e fino a 10 milioni di tonnellate di merci. Oltre a rimarcare gli stretti rapporti di tipo economico e culturale che legano queste due città, tra l’altro gemellate tra di loro, tale opera costituirà un tassello fondamentale nell’incremento della cooperazione tra Ankara e Damasco in un altro settore caratteristico per le economie di entrambi i Paesi: il turismo.

Le parole del ministro degli Esteri turco Davutoglu corso del Forum turco-arabo tenutosi a Damasco sembrano non lasciare spazio ad alcun tipo di dubbio: “Con la Siria non cerchiamo solo cooperazione economica, ma integrazione economica”. In tale direzione va l’idea di costituire dei distretti industriali nelle aree di confine, così come in programma da parte di Ankara già con Paesi come l’Iran e l’Azerbaijan. Rimane sullo sfondo il tentativo di mediazione diplomatica in corso da parte della Turchia per una soluzione dell’annosa controversia che vede coinvolti il governo siriano e quello di Israele, ancora in formale stato di guerra. Dopo aver contribuito a ricucire gli strappi tra la Siria e l’Arabia Saudita da un lato e l’Iraq dall’altro, l’impegno di Ankara nei confronti di una normalizzazione dei rapporti israelo-siriani sembra però momentaneamente messo in difficoltà da fattori strutturali, quali ad esempio una stato dei rapporti tra la Turchia stessa ed Israele attualmente non idilliaci. Anche per questo l’alleanza tra Damasco e Ankara assume un valore molto importante nella determinazione degli equilibri regionali.

* per Osservatorio Iraq