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Alto commissario Onu denuncia il dramma palestinese

di Miriam Pace - 25/10/2010

 
 
   
Mary Robinson, ex presidente irlandese e già Alto commissario Onu per i Diritti umani, attualmente attivista umanitaria come presidente di "Realizing Rights: l'Ethical Globalitation Iniziative", ha compiuto una missione nei Territori palestinesi accompagnata dall'ex presidente statunitense (e premio Noberl per la pace) Jimmy Carter ed Ela Bhatt, fondatrice dell'associazione delle imprenditrici indiane.
Le parole di Mary Robinson, tratte da un articolo di Umberto De Giovannangeli per l'Unità, sono una vivida testimonianza della realtà vissuta dalla popolazione palestinese in Cisgiordania, Gaza, Gerusalemme Est. Ne riportiamo alcuni stralci:

"Guardare con i propri occhi certe situazioni vale molto di più di tanti documenti, saggi, analisi...E ciò che abbiamo visto con i nostri occhi a Gerusalemme Est come nella Striscia di Gaza, dà conto di una realtà scioccante, di una situazione insostenibile [...]
Da tutti [a Gerusalemme Est, ndr.] ho ascoltato storie di disagio, oppressione, paura, incertezza per il futuro, e per rendersene conto basta un giro in autobus, [tutto sembra] circondare e schiacciare i palestinesi: attraverso tunnel, strade, nuove attrazioni turistiche e case per coloni protette da schieramenti massicci di forze di polizia. Decine di famiglie palestinesi sono costrette a partire, in un esodo forzato silenzioso quanto devastante [...]
La colonizzazione dei Territori palestinesi sta vanificando ogni possibilità di un accordo fondato su due Stati. La realtà sono le colonie in Cisgiordania trasformate in vere e proprie città. La realtà è la Barriera di sicurezza che si è insinuata in profondità nella Cisgiordania occupata, spezzandola in tanti frammenti territoriali, dividendo villaggi, distruggendo campi coltivati...Su quale territorio dovrebbe fondarsi uno Stato palestinese? Nessuno discute il diritto d'Israele alla difesa, ma con la stessa convinzione aggiungo che la colonizzazione dei Territori palestinesi non ha nulla a che vedere con quel diritto [...]
Ero stata a Gaza nel 2008, prima della guerra. Oggi la situazione è ulteriormente deteriorata. Ritengo che per la Comunità internazionale sia una vergogna accettare che il blocco israeliano prosegua. A Gaza non siamo solo alle prese con una crisi umanitaria ma anche con una crisi politica che come tale va affrontata e risolta. Sono rimasta scioccata dalla situazione determinata dal blocco su Gaza, in termini di perdita di mezzi di sostentamento, di limitazioni al movimento di persone e merci... A Gaza sono ancora in atto punizioni collettive contrarie alle norme del diritto umanitario internazionale. È stato straziante ascoltare le povere contadine del villaggio di Beit Hano: "La nostra terra è stata rasa al suolo," mi hanno detto. ''Abbiamo imparato a fare le candele, ma non abbiamo la cera.... I nostri bambini sono affamati e gli ammalati non hanno medicine''. Sono profondamente scioccata e costernata che questa stia diventando la "nuova normalità" a Gaza. È inconcepibile e inaccettabile che Israele e la comunità internazionale non hanno eliminato il blocco completamente per permettere agli abitanti di Gaza di ricostruire le loro vite e di essere parte di quel mondo "globalizzato" e interconnesso che noi diamo per scontato. Allo stato attuale solo gli estremisti sono vincenti. Una nuova strada deve essere trovata, quella che assicura sia che gli israeliani possano vivere in pace e sicurezza e che il popolo palestinese, che ha sofferto troppo per troppo tempo, sia finalmente in grado di vivere con dignità [...]
Ho avuto modo d'incontrare molti giovani e ciò che mi ha maggiormente colpito e scioccato è che nei loro discorsi il futuro sembra scomparire in un eterno presente senza speranza. Una condizione insopportabile oltre che profondamente ingiusta [...]
Non va dimenticato che Hamas ha vinto le elezioni parlamentari nel 2006. Escludere Hamas da un negoziato mi sembra una scelta sbagliata. La sicurezza d'Israele non può fondarsi sull'oppressione a cui è costretto il popolo palestinese.

Fonte: Umberto De Giovannangeli, «Nell'inferno Gaza due anni dopo. Il blocco israeliano è una vergogna», L'Unità, 25 ottobre 2010