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Nano-inquinamento

di redazione ECplanet - 22/05/2006

 


Il Prof. Anthony Seaton, tra i più grandi esperti di scienze ambientali e docente presso l'Università di Edimburgo, si è pronunciato sulla delicata questione del nano-inquinamento.

“Non abbiamo ancora niente di certo in mano”, ha riferito Seaton in un'intervento sulla stampa locale scozzese, “e non sappiamo assolutamente niente sull'entità dell'impatto umano ed ambientale della dispersione di nanoparticelle”. Le nanoparticelle, rilasciate dai nanocomponenti utilizzati già attualmente in moltissimi processi industriali, secondo Seaton (e non solo, ndr) possono avere conseguenze gravi e sconosciute sul sistema immunitario e sull'apparato cardiorespiratorio.

Negli Stati Uniti sono già iniziati alcuni test tossicologici per scoprire tali effetti. Allo stato attuale, i prodotti in commercio che contengono nanoparticelle sono oltre 200, mentre in Europa la ricerca nanotecnologica sembra arrancare, malgrado i finanziamenti comunitari e le numerose iniziative promosse dai singoli paesi dell'Unione Europea, Italia compresa.

Speriamo che non si ripeta la vicenda dell'asbesto, conosciuto comunemente come amianto. Anche l'asbesto, infatti, è una nanoparticella. Altamente cancerogeno, l'asbesto venne introdotto sul mercato a partire dagli anni Settanta. Ciecamente spacciato come “sicuro” da numerosi speculatori poco accorti, l'asbesto ha successivamente avvelenato centinaia di migliaia d'esseri umani ed animali.

Ma questi nanoscienziati, avranno mai sentito parlare del principio di precauzione ?

Fonte: Punto Informatico / 5 maggio 2006

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