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Quando si tratta di difendere un interesse personale, destra e sinistra non esistono più

di Giangiacomo Schiavio - 23/01/2011

 
Quando cantava “Avanti popolo” e distribuiva volantini davanti alle fabbriche di Marghera, ce l’aveva con i padroni e le leggi del mercato. “Io sono il Cacciari cattivo”, diceva per distinguersi dal fratello filosofo che di Venezia, nel frattempo, era diventato il sindaco (moderato). Disoccupati e sfrattati erano compagni da difendere per il (presunto) irriducibile di sinistra Paolo Cacciari, insegnante, pacifista, assessore e onorevole di Rifondazione Comunista. Ma da ieri anche lui è meno puro e meno duro, come i tanti che predicano bene e razzolano male in un Paese dove la coerenza si sacrifica (spesso e volentieri) alla convenienza. Per dare una casa al figlio Tommaso, leader dei disobbidienti e difensore delle occupazioni abusive dei centri sociali, si è comportato come i padroni avversati di un tempo: sfratto esecutivo all’affittuaria, una donna con due figlie, lavoratrice precaria, contratto Cococo. Nessuno nega la legittimità dell’atto, il sacrosanto diritto di Paolo Caccciari e del figlio contestatore di rientrare in possesso di quel che è loro: la proprietà non è un furto, perbacco. Ma questo dovrebbe valere per tutti, anche per i proprietari di quelle case occupate che invece della solidarietà della famiglia Cacciari, in passato, hanno avuto l’irrisione dei no global e le scritte di vernice sui muri. E’ curioso, annotare, come fa il Corriere Veneto, la legge del contrapasso che colpisce due figure popolari nell’iconografia della sinistra in Laguna, i Cacciari spesso in polemica aperta con il più famoso Massimo, fratello e zio (spesso costretto a prenderne le distanze). Prima di tutto questo inciampo nella nemesi della vita, Paolo e Tommaso Cacciari erano famosi per una militanza fatta anche di occupazioni, volantinaggi, boicotaggi, difesa degli sfrattati. Da ieri, lo sono anche  per la rivendicazione (legittima) del diritto di proprietà: una conversione che scontenterà qualche alleato dei vecchi tempi, ma spiega meglio di un trattato di sociologia il comportamento umano: quando si tratta di difendere un interesse personale, destra e sinistra non esistono più. E così, la morale è questa: chi di sfrattto ferisce, di sfratto perisce.