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11 settembre: la terza verità (III parte)

di Dimitri Khalezov - 27/01/2011

Fonte: vocidallastrada

Come funziona?
Prima di tutto, la demolizione nucleare ha poco o nulla a che vedere con la tradizionale demolizione utilizzando SADM o MADM come descritto prima. E’ un concetto totalmente nuovo. Durante un processo moderno di demolizione nucleare, la carica nucleare non produce un’esplosione nucleare atmosferica, con la sua classica nuvola a fungo, radiazione termica, onda espansiva e impulso elettromagnetico. Questa esplode molto al di sotto della superficie, così come una carica nucleare esplode durante un tipico test. In questo modo, non produce né onda, né radiazione termica, né radiazione ionizzante penetrante, né impulso elettromagnetico. Potrebbe provocare danni relativamente minori nelle vicinanze a causa di una probabile contaminazione, che, però, è considerata dai disegnatori di tali progetti come un fattore ponderabile, insignificante.

Qual è la differenza di base tra l'esplosione atmosferica e una esplosionesotterranea? Che durante la fase iniziale dell’esplosione nucleare (o anche esplosione termonucleare), l’energia è liberata sotto forma di quello  chiamato “radiazione primaria”, che per maggior parte, quasi il 99%, si trova al centro dello spettro dei raggi X (la restante parte è rappresentata da uno spettro di radiazione Gamma, che provoca danni, e da uno spettro visibile che si produce in un lampo di luce). Quindi, questa energia esplosiva rappresentata dai raggi X potrebbe consumarsi riscaldando l’aria circostante a decine di metri intorno all’ipocentro di tale esplosione. Questo avviene perché i raggi X non possono viaggiare molto lontani, essendo consumati dall’aria circostante. Il riscaldamento di quest’area relativamente piccola intorno all’ipocentro di un’esplosione nucleare potrebbe risultare in apparenza come “sfere nucleari di fuoco”, che fisicamente non sono altro che aria estremamente surriscaldata. Queste “sfere nucleari di fuoco” sono responsabili dei due principali fattori distruttivi di un’esplosione nucleare atmosferica: radiazione termica e onda espansiva, dato che questi fattori sono esclusivamente prodotti dalle alte temperature dell’aria intorno a un’esplosione nucleare. Ma l’immagine è completamente diversa quando avviene un’esplosione nucleare sotterranea. Non c'è aria intorno al punto di esplosione (zero-box) dove si trova collocata la carica nucleare. Così, al posto di questo, tutta l’energia liberata da un’esplosione nucleare sotto forma di raggi X potrebbe essere consumata riscaldando la roccia circostante. Questo può trasformarsi in un surriscaldamento, scioglimento ed evaporazione di tale roccia, che a sua volta può causare la creazione di una cavità sotterranea la cui misura dipenderà direttamente dalla carica esplosiva o munizione usata. Si può avere un’idea di quanta roccia potrebbe sparire durante un’esplosione nucleare sotterranea attraverso la seguente tabella dove le quantità di diverso materiale evaporato e sciolto (in tonnellate metriche) vengono mostrate nella colonna “di carica di chilotoni”:

Solo un esempio: la detonazione di una carica termonucleare di 150 chilotoni, sotterrata ad una sufficiente profondità in roccia di granito potrebbe causare la creazione di una cavità di circa 100 metri di diametro, come è mostrato nella seguente figura:


Tutti i grattacieli hanno le loro fondamenta a circa 20 o 30 metri sotto la superficie della Terra. In questo modo, è possibile calcolare la posizione del punto dell’esplosione (zero box) sotto uno dei grattacieli in modo che l’esplosione nucleare produca una cavità la cui parte più alta raggiunga le sue fondamenta inferiori, e non solo alla superficie, per demolirlo.

Ad esempio, nel caso specifico delle Torri Gemelle, le loro fondamenta inferiori si trovavano a 27 metri sotto la superficie, mentre le cariche di demolizione termonucleare di 150 kitoni furono collocate a 77 metri di profondità, misurando dalla superficie, o 50 mt al di sotto delle fondamenta. Questa esplosione termonucleare a 77 metri di profondità può aver creato una cavità estremamente surriscaldata con la sua sfera superiore toccando le fondamenta più in basso della torre gemella che si voleva demolire. Ma anche così, la sua portata sarebbe statabreve per superare i 27 mt ed arrivare in superficie, quindi le strutture intorno non potrebbero essere colpite da nessun fattore distruttivo di un’esplosione nucleare sotterranea, eccetto, forse, dalla contaminazione radioattiva. La torre demolendosi deve perdere le sue fondamenta completamente e essere risucchiata nella cavità surriscaldata, la cui temperatura interna è considerata sufficiente a scioglierla completamente. Un sistema analogo è stato previsto per demolire l'edificio 7 e laSears Tower di Chicago. 

Ma, c’è un altro fattore da considerare durante il calcolo della demolizione nucleare dei grattacieli. Questo si avvicina al granito evaporato all'interno della cavità.
Dove si presume dovesse andare tutto quel granito ora allo stato gassoso? Un grafico dei fatti fisici avvenuti dopo un’esplosione nucleare sotterranea, risulterà interessante, senza dubbio. Vediamo:


Il grafico rappresenta i processi fisici più importanti che avvengono durante un’esplosione nucleare sotterranea “ideale” (che si presume abbia luogo ad una sufficiente distanza dalla superficie). Quindi, dovrebbe essere chiaro che lapressione estrema della rocca evaporata all'interno della cavità svolge due lavori importanti: 1) Espande la cavità dalla sua misura “primaria” a quella “secondaria”; 2) Dato che questa espansione si realizza a spese delle rocce circostanti, questo produce due zone danneggiate intorno a sé, ognuno dei quali rappresenta un diverso livello di danneggiamento.

In gergo nucleare, la zona immediatamente adiacente alla cavità riceve il nome di “zona compressa” (crusched zone). Questa zona può essere tanto ampia quanto il diametro della cavità stessa ed è piena di un materiale particolare, questo è di roccia completamente polverizzata, ridotta in polvere microscopica le cui particole misurano intorno ai 100 micron. Inoltre, questo stato particolare della materia nella"zona compressa" è così strano che, a parte un test nucleare sotterraneonon siverifica in nessun altro luogo in natura. Se si prende dolcemente una pietra di questa zona, può rimanere intera e, dalla sua apparenza, forma e colore, assomigliare ad una pietra. Ma se fai pressione leggermente questa “pietra” si disintegrerà immediatamente, come la polvere microscopica che in realtà è.

Una seconda zona, vicina alla “zona compressa”, riceve il nome di “zona danneggiata” (damaged zone), in gergo nucleare. Questa “zona danneggiata”  è piena di piccole rocce in pezzi con dimensioni che vanno da pochi millimetri a unaframmenti relativamente grandi. 
Mentre più vicino alla zona compressa, più piccoli saranno i detriti, più lontano dall’ipocentro invece, questi saranno più grandi.
Infine, fuori dal limite della “zona danneggiata”, non ci dovrebbe essere praticamente maggior danno alla roccia circostante.

Tuttavia, quello che abbiamo preso in considerazione prima sono i processi fisici più vicini ad una distruzione nucleare “idealmente profonda”. Ma quando una carica nucleare non è sotterrata ad una profondità sufficiente, il quadro è diverso. In questo caso le zone "compresse" e "danneggiate" non saranno esattamenterotondeSpesso possono avere forma ellittica, con la parte più lunga che punta verso l'alto, paragonabile ad un uovo con il lato più sottile rivolto verso l'alto; o possibilmente più ellissoidale e più affilato di un tipico uovo. Questo avviene perché la pressione dei gas evaporati possono trovare minor resistenza verso la superficie dato che questa si trova più vicina, così le zone “compresse” e “danneggiate” possono estendersi verso l'alto invece di andare in qualsiasi altra direzione.
Il disegno illustra la resistenza della roccia circostante quando una cavità non è posta ad una sufficiente profondità sotto la superficie della terra. Evidentemente, la resistenza della roccia verso la superficie sarà molto inferiore a quello in direzione opposta, perché tutto si sta muovendo nella direzione in cui vi è minor resistenza.Allora, logicamente, la cavità tenderà ad espandersi verso la superficie e mai sarà rotonda (o “idealmente rotonda”). Avrà sempre una forma ellittica.

Quando la pressione si propaga verso l'alto e i contorni superiori delle zone “danneggiate” e “compresse” trovano le fondamenta sotterranee della torre che si deve demolire, la figura più essere ancora più distinta. Questo è perché i materiali con i quali è fatta la torre si differenziano dal granito adiacente, parlando in termini di “resistenza dei materiali”. Inoltre, vi è abbastanza spazio vuoto all'interno della torre, mentre il granito nelle restanti direzioni è solido. Così, l’espansione del contorno superiore di entrambe le zone (compresse e danneggiate) sarà maggiore. Nel caso della Torre Sears o delle Torri Gemelle, la zona danneggiata può raggiungere i 350-370 mt, mentre che la zona compressa può raggiungere i 290-310 mt. Nel caso dell’edificio 7, tutta la sua lunghezza sarà compresa tra la zona compressa, in modo da poter essere totalmente polverizzata. Questa è una delle qualità uniche di qualunque demolizione nucleare: la sua capacità di polverizzare calcestruzzo e acciaio.

La figura a sinistra mostra la sottile polvere microscopica che ha coperto Manhattan dopo la demolizione del WTC. Molti erroneamente hanno creduto che si trattasse di calcestruzzo polverizzato, ma no. Era polvere si, ma nella maggior parte, si trattava di acciaio diventato polvere. Nonostante la diffusa e scorretta credenza popolare, le strutture delle torri non avevano molto calcestruzzo. Questo fu usato, anche se in quantità limitate per fare piani sottili nella costruzione delle torri, ma oltre a questo, non fu usato altrove.
Gran parte delle torri erano fatte di acciaio, e non di calcestruzzo. Di conseguenza quella sottile polvere era in gran parte polvere di acciaio, anche se non tutto era precisamente “polvere d'acciaio”. C’era anche “polvere di mobilia”, “polvere di legno”, "polvere di carta", "polvere di tappeti", “polvere di componenti dei pc” e perfino "polvere umana", dato che le persone rimaste nelle torri furono polverizzate nello stesso modo di acciaio, calcestruzzo e mobili.

Alcuni potrebbero chiedersi perché l'edificio 7 è crollato al suolo mentre le torri hanno disperso non solo polvere  ma anche di polvere e detriti a grande distanza? A questa domanda è facile da rispondere. Date un'occhiata alla distribuzione delle zone "compresse" e "danneggiate" sulla struttura delle torri e scoprirete che la risposta è ovvia.

Il grafico qui sopra rappresenta la distribuzione approssimativa delle zonedanneggiate nello scenario di una demolizione nucleare di un grattacielo usando carica termonucleare di 150 chilotoni a 50 metri sotto la base inferiore di ungrattacielo. Non dimentiche che le cariche di demolizione in questo caso particolare non furono sepolte ad una “profondità ideale”, è per questo che le zone compresse e danneggiate non sono rotonde ma ellittiche, con la parte più acuta verso l'alto,verso aree di minor resistenza. E' comprensibile che l'intera lunghezza dell’edificio 7s' inserisce nella "zona compressa" in modo che non è rimasta una parte superiore senza danneggiamenti che causasse lo stesso effetto che si è visto nel crollo delle Torri Gemelle.

Questa distribuzione particolare dei danni lungo le strutture dei grattacieli inflitto da questo processo può essere meglio compreso vedendo i video che mostrano nel dettaglio il collasso delle Torri Gemelle e dell’Edificio 7. Questi video contemporanei sono disponibili su Youtube.
http://4.bp.blogspot.com/_s5yaZ0Ye2Mo/TPDnhzO-3-I/AAAAAAAAY7I/lfoHdASTOtE/s1600/img-18.jpgLa torre nord, ha iniziato a crollare un attimoprima



Le immagini mostrano il collasso della torre nord. E’ chiaramente visibile che la torre la torreè stata ridotta a polvere finissima e morbida. Nella parte inferiore dell’immagine si vede chiaramente che l’edificio 7 non mostra alcun tipo di danno. Nella foto a destra, l’edificio 7 sembra essere più piccolo che nella foto a sinistra ma questo non è stato perché la torrestava crollando,  ma perché l’elicottero con il fotografo erano in movimento e la seconda immagine è stata scattata da un’angolazione diversa. L’edificio 7 è crollato dopo 7 ore. 

Va aggiunto che, nonostante l'apparente insufficienza di 150 chilotoni per polverizzare altissimi grattacieli nella loro interezza (come si vede dall’immagine, le torri non si sono polverizzate se non per un 80%, lasciando le parti alte intatte), in demolizione nucleare non si possono usare cariche di maggior potenza per questioni meramente legali. Il problema è che, secondo il Trattato di Esplosioni Nucleari Pacifiche USA-Unione Sovietica del 1976, le cariche per le munizioni nucleariutilizzate con fini non militari, furono limitate a 150 chilotoni per detonazione e un massimo di 1,5 megatoni per gruppo di esplosione. In questo modo, l’industria della demolizione nucleare si inserisce all'interno di questi parametri: nel caso di demolizione nel WTC fu possibile usare tante cariche quante fossero necessarie ma senza eccedere i 150 chiloton per carica. Per questo lo schema di demolizione del WTC consisteva in 3 cariche di queste che si sono sommate ad una carica totale di 450 chilotoniPer coloro che non possono immaginare la potenza di 150 chilotoni, èbene ricordare che la potenza di una bomba sganciata su Hiroshima nel 1945 era minore di 30 chilotoni.