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Giordano Bruno

di Manuela Racci - 30/01/2011

Fonte: manuelaracci


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Da sempre esistono esseri su questo pianeta che indicano la via per
edificare un nuovo mondo, per aprire il cammino all’umanità verso una
nuova aurora. Sono esseri di luce, accomunati dalla stessa forza,
energia, marchiati dalla stessa solitudine. "Venuti troppo presto,
nati postumi con la mente dinamite", direbbe Nietzsche.

Giordano Bruno potrebbe davvero considerarsi antesignano notabile di
questa specie chiamata indaco, giunta a edificare un nuovo mondo, un
mondo di luce per esseri di luce che vedono e sentono con gli stessi
occhi e la stessa mente sia gli universi visibili che quelli
invisibili. Un grande pensatore, arso vivo per il vizio di pensare, un
filosofo di una modernità quasi inquietante, ma soprattutto un uomo
fuori del comune, uno spirito folletto, fantasioso, originale. Ciò che
trasmetteva non era solo un’immagine della vita ma un’emozione del
mondo.Giordano Bruno era un grande: in lui albergava la conoscenza dei
mondi paralleli, della metempsicosi, delle energie
sottili..straordinario per quei tempi!

Il filosofo Umberto Galimberti con lucida analisi evidenzia tale
divina follia di Bruno contrapposta alla scienza e anche alla
religione, laddove follia va naturalmente ad indicare quella capacità
di andare oltre il velo di Maya cogliendo commosse tangenze con
l’Assoluto. In effetti Bruno è veramente un’occasione oggi per pensare
"profondamente", dove la profondità non è quella che connota il
pensiero tecnico-scientifico da secoli imperante in Occidente: essa va
ricercata nell’inconscio della scienza stessa "che è a un tempo ciò da
cui la scienza scaturisce e ciò che la scienza rimuove".

Innegabili sono i miglioramenti che la scienza ha apportato alla vita
dell’uomo occidentale, ma sotto l’aspetto della felicità, della
ricerca di una pace interiore,di una quiete dell’anima in piena
armonia con la natura e più ampiamente con il Tutto, risulta più
difficile parlare di progresso. Sembra quasi che la scienza abbia
dislocato l’uomo dal suo habitat naturale- la fusione con la natura-
facendolo sentire meno alienato di fronte a un computer che al
cospetto di un tramonto. Allo stesso modo, la religione, per quanto
antiscientifica possa sembrare (fides et ratio come un aut aut ), ha
sovente cercato il connubio con la ragione, con l’evidenza e la
chiarezza del lumen naturale, perdendo in realtà la sua vera
quidditas, la sua dimensione sacrale.

Per questo motivo Giordano Bruno fu messo al rogo: la sua "nova
filosofia" non era né scientifica, né strettamente religiosa, in
quanto si fondava sulla magia naturale, sulla "prisca Aegiptorum
sapientia." Bruno è infatti il vero sensitivo immerso nella fusis,
convinto che si possano abbattere le barriere tra l’umano e il divino…
niente è più positivo dello sfondamento dei limiti, dello spostare le
pietre di confine per arrivare alla comprensione che l’uomo, la Natura
e Dio sono la stessa cosa. Nell’universo tutto è Vita, tutto è animato
da uno stesso spirito vivificatore, "tutte le cose sono nell’universo
e l’universo è in tutte le cose…in questo modo tutte le cose si
armonizzano in una perfetta armonia".

E’ un’innegabile forma di animismo: per Bruno tra le piante, gli
animali, gli uomini non c’è differenza se non di grado. La differenza
è nel “Dorso della Forma”, sono fenomeni di un’unica sostanza
universale. Pensare che il mondo sia là solo per l’uomo è un grave
errore; il filosofo esce così dalla cultura occidentale cristiana e
modula il suo sentire sul registro affine a quello buddista.

Con l’ammirazione che ognuno deve a chi per le proprie idee ha saputo
sacrificare la propria vita, Bruno andrebbe inserito in una sfera
iniziatica, riferendosi non tanto alla sua laicità, bensì alla sua
sacralità, al suo vedere la presenza divina in ogni cosa,alla sua
ansia di ricerca che trascende il raziocinio nel suo identificarsi
nella natura che è per lui un vero e proprio indiamento, un varcare il
limite dell’umano per avviarsi "verso altra natura, altri corsi, altri
mondi".

La materia dunque non è inerte, ma viva, animata (pampsichismo) e
costituisce uno dei centri archimedei del pensiero di Bruno: infatti
il filosofo perviene a una concezione della materia universale come
fonte dell’infinito prodursi di tutta la realtà: simile alla pregnante
che manda e riscuote da sé la sua prole, la materia contiene in sé
tutte le forme, è "cosa divina e ottima parente, genitrice e madre di
cose naturali, anzi la natura tutta in sustanza"; "fonte de
l’attualità" di ogni cosa la materia per Bruno è Vita, materia
infinita.

Tra l’anima dell’uomo e quella delle bestie non c’è alcuna differenza
dal punto di vista della sostanza. Potremmo dire che la magia naturale
di Bruno si colloca in quella sotterranea corrente di pensiero che
prende il nome di "pensiero per immagini" che, pur perdente in
Occidente, costituisce la fonte segreta del sapere, fonte a cui si
accede non per via logico-architettonica ma per pratica amorosa.

La concezione che Bruno ha della forza dell’Amore ribadisce la
pregnanza e l’attualità oggi di tale concetto in campo metafisico e
metempirico. La forza di cui parla il Poeta "che move il sole e
l’altre stelle", quella Forza "l unica che muove infiniti mondi e li
rende vivi". Quella magia che solo il vero saggio da sempre sente.
L’amore, dice il filosofo, sa "comprendere" ciò che la ragione non sa
"spiegare", là dove la scienza può spiegare tutto, senza nulla
comprendere.

L’astrofisica Giuliana Conforto, in uno studio irrinunciabile sulla
futura scienza di Giordano Bruno, evidenzia come il pianeta si stia
trasformando e come il filosofo nolano sia uno dei grandi saggi che
l’abbiano previsto. Quella di Bruno è scienza del futuro, coscienza
delle infinite potenzialità dell’essere umano e soprattutto della sua
immortalità. Egli annuncia la nascita dell’uomo nuovo, libero da tabù
e paure, capace di ricevere e di riflettere nelle sue opere l’intero
messaggio vitale, oggi noto come DNA, quindi di creare un nuovo mondo
di pace e vera giustizia.

Bruno rivela il grande segreto, la magia della natura: la comunione
naturale di ogni corpo con il messaggio genetico, che fu poi il motivo
vero della sua condanna perché vanifica il ruolo della Chiesa come
intermediaria tra l’uomo e Dio: Bruno rivela il ruolo centrale di
protagonista dell’uomo nel progetto cosmico, prevede i tempi attuali e
l’evento che ristabilirà l’antico volto:il risveglio dell’uomo alla
coscienza dell’infinita e vera realtà, l’Amore.

Tale Forza cosmica prende il nome in Bruno di Eroico furore. L’uomo
nuovo è il furioso, l’ebbro di Dio e arso d’amore che con uno sforzo
eroico (da eros) e appassionato giunge a una sorta di sovrumana
immedesimazione con il processo cosmico per cui l’Universo si dispiega
nelle cose e le cose si risolvono nell’Universo, generando una sorta
di copula d’amore tra lui e la Natura.

Solo il fuoco dell’esperienza dell’Amore è in grado di aprire la
strada alla visione di Dio, del Tutto, dell’unità. Scorrendo in
particolare i suoi sette scritti magici, tra cui esemplare risulta
essere la Lampas triginta statuarum, testo di eccezionale bellezza
poetica e immaginativa, il lettore non può non cogliere questo moderno
senso del Divino nell’uomo come appartenenza al Tutto, scintilla
perfetta di un Tutto unico e animato, questa affascinante concezione
della metempsicosi di ascendenza orfico-pitagorica (la morte non è
altro che una dissoluzione di legami, ma nessun spirito o nessun corpo
celeste perisce: è solo un continuo mutare di complessione e
combinazioni-De Magia Naturali), questo senso etico di giustizia
cosmica che spinge le anime a comunicarsi a corpi sempre diversi, in
una sorprendente affinità con il Karma delle religioni orientali,
nella commossa intuizione che l’anima possa istituire innumerevoli
legami tra piani dell’universo.

Bruno quindi prima dello stesso movimento romantico ha riportato
l’attenzione sull’intima connessione del Tutto rispetto all’analitica
scansione delle parti, in cui il pensiero logico-razionale per natura
trattiene se stesso, smarrendo i vincoli che legano tra loro tutte le
cose. Dunque, "non essendoci nell’universo parte più importante
dell’altra, non è concesso all’ uomo quel primato che lo prevede
possessore e dominatore del mondo, ma semplice cooperatore
dell’operante natura".

All’enfatizzazione del soggetto Bruno contrappone un percorso opposto:
non il primato dell’uomo, ma "il primato degli equilibri sempre
instabili e sempre da ricostruire tra soggetto e oggetto, tra uomo e
natura". La magia, che non è potere sulla natura, ma scoperta dei
vincoli con cui tutte le cose si incatenano, secondo il modello
eracliteo dell’invisibile armonia, è la proposta filosofica di Bruno,
antitetica sia alla matematica sia alla religione.” (G. Galimberti).

Alla legge dell’uomo occidentale sul Tutto, la magia bruniana si volge
alla legge del Tutto. Nel discorrere oggi delle idee straordinarie che
Bruno ha consegnato alla modernità, non possono ad esempio passare ex
silentio le due opere in chiave ermetica che si presentano come veri
trattati di arte della memoria, la mnemo tecnica: "De umbris idearum"
e "Cantus circaeus".

Si veda l’analisi sottile e raffinata che Gabriele La Porta ci offre
nel suo libro Giordano Bruno. Vita e avventure di un pericoloso
maestro del pensiero: le immagini descritte dal filosofo non avrebbero
solo il compito di potenziare e raffinare la memoria visiva, ma
rivestirebbero anche un significato propriamente magico. Infatti la
loro contemplazione e la loro rammemorazione porterebbero in contatto
con energie cosmiche primordiali, con la vera quidditas delle cose,
con le realtà supreme e archetipe, infondendo nell’animo pace, quiete,
serenità.

Secondo l’acuto scrittore, Bruno si propone di suscitare una sorta di
rivoluzione spirituale: seguendo le vie di un sapere esoterico, che ha
tutti i caratteri di un’illuminazione, l’uomo si libera dai
pregiudizi, dalle passioni negative, dagli egoismi per diventare
saggio, cioè in grado di percorrere la via della Forza, quella Forza
che è trasparenza, libertà, verità, una scienza futura che savi come
Bruno già conoscevano; una coscienza che comprende interamente il
messaggio della Vita e soprattutto il ruolo cosmico, immortale
dell’essere umano.

Come non ricordare poi la sua vulcanica intuizione cosmologica…fu il
primo a interpretare che la vita intelligente è distribuita un po’
dappertutto nell’universo, ponendo così le basi alla giustificazione
dei trasferimenti di essa da pianeti in estinzione ma ad alto livello
di tecnologia a pianeti non abitati ma tali da consentire la vita. A
ragione Bruno viene visto come il primo ufologo, oggi le sue
osservazioni sono considerate il punto di partenza per la ricerca di
altre forme di vita nell’universo.

Superando la rivoluzione copernicana, immaginava un universo infinito,
popolato da un’infinità di stelle che, buttate giù le muraglie del
cielo fisso e finito, corrono per ogni dove stelle come il nostro
sole, ciascuna circondata da pianeti su taluni dei quali prosperano
altre intelligenze, creature viventi senzienti e razionali. "Apri la
porta attraverso la quale possiamo osservare il firmamento senza
limiti" era il suo motto. "Così si magnifica l’eccellenza di Dio, si
manifesta la grandezza de l’imperio suo: non si glorifica in uno, ma
in soli innumerevoli, non in una terra, un mondo, ma in duecentomila,
dico in infiniti". Un universo dunque senza – limiti dai caratteri
divini: infinito lo spazio, infiniti i mondi, infinite le creature,
infinita la vita e le sue forme.

Si potrebbe chiudere questa riflessione meramente propedeutica alla
necessità di far risorgere le intuizioni bruniane,con un’asserzione
efficace del geniale filosofo che più volte sostiene di essere la
reincarnazione di Ermes, il messaggero degli dei, sceso per aprire gli
occhi agli uomini.

”L’umanità ha bisogno di persone che testimonino la possibilità della
fratellanza , in nome della conoscenza e della ricerca. Sono realista,
se volete pessimista per il presente, ciò non toglie che bisogna
testimoniare e gettare i semi per piante che fruttifereranno nel
futuro. Non è possibile dire quando. Ma è importante lasciare un
segno, dire parole, formulare pensieri, viver in una dimensione di
segno opposto a quella dell’attuale imbecillità . E soprattutto non
bisogna scoraggiarsi”.