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La Nato: “Scusateci, abbiamo ammazzato nove bambini in Afghanistan”

di Tommaso Caldarelli - 03/03/2011

Fonte: giornalettismo


Rischia di essere il peggior errore di guerra nel conflitto del centro-Asia.

Danni collaterali. Vittime civili. Sono vite che si spengono, e niente le può restituire ai loro cari. Questa volta si tratta di bambini. Nove bambini che vengono inseriti di forza nella lista delle vittime innocenti della guerra per la democrazia nell’asia Centrale. Siamo in Afghanistan, e a darela notizia di quello che è praticamente un eccidio è il generale David Petreus, capo di stato maggiore americano: un elicottero ha fatto fuoco contro dieci bambini. Solo uno di essi è sopravvissuto.

NOVE BAMBINI – Di certo le scuse delle forze armate americane non basteranno a cambiare la situazione. A riportare in vita le vittime innocenti falciate dai colpi delle mitragliatrici dell’Apache americano. Sono scuse dovute, ma inutili. Dal New York Times.

Nove bambini che raccoglievano legna per scaldare la loro casa nell’Afghanistandell’est sono stati uccisi da mitragliatrici di elicotteri della Nato che li hanno presi per rivoltosi, secondo una dichiarazione arrivata mercoledì dalla Nato, che si scusa per lo sbaglio. I ragazzi, che avevano dai 9 ai 15 anni, sono stati attaccati martedì in quello che potrebbe rivelarsi uno dei peggiori casi di uccisioni non volute da parte di forze straniere nell’intero conflitto. Le vittime erano due serie di fratelli. Un decimo ragazzo è sopravvissuto. La dichiarazione della Nato, che ha incluso le scuse personali ed inusuali del comandante delle forze Nato inAfghanistan, il Generale David H. Petreus, sostiene che i ragazzi sono stati male identificati come gli attaccanti di una base Nato in un raid che si era svolto precedentemente quel giorno

Alcuni insurgents talebani attaccano una base Nato. Un elicottero si mette in volo per inseguirli. Vede dieci bambini, pensa che siano dei pericolosi talebani in armi, e fa fuoco. La tragedia è tutta qui.

NEI BOSCHI – I mitragliatori sibilano nel cielo e i ragazzi non ci sono più. Ma l’Afghanistan non rimane a guardare. Scende nelle piazze dei villaggi per protestare contro la barbarie. D’altronde non bisogna essere occidentali e civilizzati per capire che un bambino che sta facendo legna per la propria casa non deve essere ammazzato da una mitragliatrice.

Le notizie dell’attacco hanno infiammato gli afghani e hanno portato ad una dimostrazione antiamericana nel villaggio di Nanglam, da dove i ragazzivenivano. Il solo sopravvissuto, Hemad, 11 anni, afferma che la madre gli ha detto di uscire con gli altri ragazzi a fare legna perchè “ormai fa molto freddo”. “Avevamo quasi finito di fare legna quando all’improvviso abbiamo visto gli elicotteri che arrivavano”, dice Hemad che, come molti Afghani, ha solo un nome. “Ce ne erano due. Gli elicotteri volavano sopra di noi, ci scansionavano e abbiamo visto un lampo verde dagli elicotteri. Si sono un po’ alzati, e al secondo giro fluttuavano ancora sopra di noi e hanno fatto fuoco. Hanno sparato un razzo che ha fatto esplodere un albero. I rami mi sono caduti addosso e i frammenti hanno colpito la mia mano destra e il mio fianco”. L’albero, dice Hemad, gli ha salvato la vita coprendolo così che non potesse essere visto dagli elicotteri che, dice, “sparavano ai ragazzi uno dopo l’altro”.

Come dei militari perfettamente addestrati siano riusciti a tirare dei missili a dei ragazzi che facevano legna rimane un mistero.

 

DANNI COLLATERALI – E getta una sinistra luce sul coinvolgimento occidentale nelle missioni internazionali. Persino i soldati americani – notoriamente, i migliori – possono incappare in errori così madornali, questo è poco ma sicuro. Ma certo tragedie del genere non dovrebbero succedere. Ne è comunque convinto anche il generale Petreus, che ha già disposto un’inchiesta interna che faccia luce sul caso.

“Siamo davvero dispiaciuti per questa tragedia e chiediamo scusa ai membri del governo afghano, alla gente dell’Afghanistan e, più importante di tutti, alle famiglie delle persone uccise dalla nostra azione”, ha detto. “Queste morti non dovrebbero mai essere avvenute”.

E’ certo però che di danni collaterali del genere la storia delle guerre in medio oriente è piena. Quando uscirono gli Iraq War Logs, fatti filtrare da Wikileaks, ciò che fece rumore fu proprio la perfetta conoscenza da parte delle forze alleate del drammatico conteggio delle vittime civili nella guerra in Iraq.

 

I nuovi documenti rivelano che”, spiega il quotidiano inglese, “le autorità americane non sarebbero state in grado di investigare su migliaia di casi di abusi, torture, violenze sessuali e persino omicidi perpetrati dalla polizia irachena e dai soldati le quali condotte sembrano essere sistematicamente impunite; un elicottero americano notoriamente coinvolto in un incidente a Baghdad avrebbe precedentemente sparato contro ribelli iracheni dopo che essi si erano già arresi; più di 15000 civili sarebbero morti in incidenti precedentemente sconosciuti. Le autorità americane e inglesi hanno sempre insistito sul fatto che nessun registro di vittime civili esista, ma i documenti riportano la cifra di oltre 66ooo morti non combattenti su un totale di 109000 caduti”.

 

ESCALATION – E pare davvero che gli elicotteristi americani abbiano il grilletto facile, se è vero che spararono contro un gruppo di civili che si era già arreso: ma le regole di ingaggio non prevedevano che ci si potesse arrendere ad un elicottero operativo, e così…

Farebbe scalpore il caso dell’elicottero Apache utilizzato per sparare contro dei ribelli iracheni che si erano già arresi. L’evento risalirebbe al febbraio 2007: rimasti uccisi due uomini, feriti due bambini e “un cronista della Reuters”. L’elicottero aveva fatto fuoco perchè, secondo l’avvocato delle truppe in contattoradio, “non era possibile arrendersi ad un elicottero”, e di conseguenza sarebbe stato possibile l’uso delle armi.

L’escalation continua. Nelle ultime settimane, continua il Times, le autorità afghane si sono più volte lamentate per il trattamento che le forze alleate riservano ai civili.

E’ stata la terza volta in due settimane in cui il governo afghano ha accusato la Nato di aver ucciso civili. La Nato confuta fortemente una di queste notizie, ma per quanto riguarda un altra – l’uccisione di un militare afghano e della sua famiglia – è stata descritta come un incidente.