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Lemmario di guerra "V" come Voltagabbana

di Marco Cedolin - 26/04/2011



Quasi tre anni fa Silvio Berlusconi firmava un trattato di amicizia con la Libia, nel quale prometteva a Gheddafi che l'Italia mai avrebbe aggredito lo stato libico, nè concesso le proprie basi militari a qualcuno che avesse avuto intenzione di aggredirlo.
Un paio di mesi fa, quando spiravano i primi venti dell'insurrezione libica, interrogato in merito, il caramogio di Arcore affermava di non avere ancora telefonato a Gheddafi, perchè non intendeva disturbarlo.
Qualche giorno e un paio di telefonate con la Casa Bianca dopo, il Cavaliere dichiarava che in seguito a quanto stava accadendo in terra di Libia il trattato di pace doveva considerarsi temporaneamente sospeso.
Alla metà di marzo, il piccolo salapuzio, accondiscendeva a mettere a disposizione le basi militari italiane, nel caso l'ONU avesse deciso di bombardare la Libia e procedeva al sequestro dei beni di Gheddafi, come ordinatogli. 
Il 18 marzo iniziava di fatto la guerra contro la Libia , le basi militari nostrane diventavano uno dei maggiori trampolini di lancio ed i caccia italiani partecipavano alle scorribande, ma solamente con compiti di appoggio e non in missione di bombardamento.....

Nelle settimane seguenti il ministro della Difesa Ignazio La Russa rifiutava categoricamente qualsiasi ipotesi che prendesse in considerazione l'eventualità d'impegnare i nostri aerei in operazioni di bombardamento sul suolo libico.

Ieri sera, dopo avere ricevuto ordini telefonici direttamente dal premio nobel per la pace Barack Obama, Silvio Berlusconi ha completato con successo la capriola, annunciando che gli aerei italiani bombarderanno la Libia, insieme a francesi, inglesi ed americani.

Dimostrando, se ancora ce ne fosse bisogno, che un premier fantoccio ritrovatosi a guidare una colonia USA dovrebbe sempre astenersi dal firmare trattati o prendere accordi che potrebbe in futuro non essere in grado di rispettare.
Lo ha compreso, con colpevole ritardo, anche Gheddafi che aveva malauguratamente confuso un uomo con una marionetta.