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Consigli pratici per nuovi stili di vita

di - 10/09/2004

Gas, Banca del Tempo, Software Libero, Boicottaggio, Bilanci di Giustizia e Commercio Equo e Solidale…

 GRUPPI DI ACQUISTO SOLIDALI (GAS)   www.retegas.org

Un gruppo di acquisto solidale è un insieme di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune, da ridistribuire tra loro. Il gruppo ricerca nella zona in cui vive piccoli produttori rispettosi dell’ambiente e del sociale, raccoglie gli ordini tra gli aderenti, acquista i prodotti e li distribuisce. Inoltre, i Gas attraverso campagne di sensibilizzazione informano la cittadinanza allo scopo di aumentare il numero delle persone coinvolte. Questo sistema comporta un risparmio economico negli acquisti, poiché il produttore si vede assicurata una certa quantità di ordini ed è disposto a fare sconti, e saltando la fase della distribuzione si risparmia sull’intermediazione. L’acquisto collettivo tende a scegliere prodotti locali, in quanto il trasporto delle merci diminuisce, e con esso il consumo di energia e l’inquinamento. I Gas creano un contatto diretto con il produttore locale e questo comporta la conoscenza del prodotto consumato dalla culla alla tomba; inoltre, si privilegiano i prodotti biologici perché si mangiano cose naturali, si recuperano i sapori della tradizione e si diminuisce l’uso dei pesticidi. Per fare un Gas, i partecipanti al gruppo definiscono in primo luogo una lista di prodotti e servizi su cui intendono eseguire gli acquisti collettivi; in base a questa lista, le diverse famiglie o persone incaricate compilano un ordine che successivamente vengono raccolti, sommati e trasmessi al produttore. Quando dal produttore arriva la merce, questa viene suddivisa tra le famiglie e persone appartenenti al gruppo e ognuno paga per la sua parte.                                         

BANCA DEL TEMPO (BdT)   http://web.iow.it/bancadeltempo/

In questa banca ci sono dei soci che aprono un proprio conto corrente con tanto di libretto di assegni, ma non circola denaro. Quello che circola è la solidarietà, in quanto le persone iscritte si scambiano il tempo in ore. In questo scambio il tempo si libera da ogni equazione economica perché un’ora vale sempre un’ora, a prescindere dal servizio scambiato. Il contenuto dell’ora è una prestazione che va dal riparare un rubinetto che perde al mettere una mensola, dal fare un rammendo a cambiare una cerniera, dall’accompagnare il bambino a scuola al fare un’ora di lezione privata. Chi partecipa lo fa per migliorare il rapporto con il proprio tempo, allargare la cerchia delle proprie conoscenze, confrontarsi con realtà diverse, essere cittadino attivo. Per partecipare a questo meccanismo di socializzazione, è necessario diventare soci compilando una scheda di iscrizione, si accetta il regolamento e lo statuto, e si versa una quota associativa annuale. In questo modo, si riceve una lista di possibili scambi, la lista dei soci e un blocchetto di assegni-tempo. Quando c’è lo scambio del tempo, gli assegni vengono depositati presso lo sportello bancario e verrà stilato periodicamente un estratto conto. Alla fine dell’anno i conti devono andare in pareggio.      

SOFTWARE LIBERO   www.softwarelibero.it  

Free software (FS) e Open source (OS) si riferiscono a dei programmi per computer, in cui l’utente ha la libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo, di modificare e di distribuire il programma per i propri bisogni o della comunità. Queste tre libertà di uso, di modifica e di distribuzione contrappongono il permesso di autore o copyleft al concetto tradizionale di diritto di autore o copyright. Con il copyleft l’autore permette la copia, la distribuzione e la fruizione del suo programma. Gli autori vanno sempre riconosciuti e citati, ma questi permettono ad altri di condividere la conoscenza acquisita e di cooperare per svilupparne ancora.                      

BOICOTTAGGIO   (www.unpodisinistra.it/invisible/boycot.html)

 Il boicottaggio, l’arma più potente a disposizione dei consumatori, consiste nella sospensione organizzata dell’acquisto dei prodotti di un’impresa o di una nazione. Le imprese hanno generalmente paura del boicottaggio perché subiscono gravi perdite economiche. Per questo motivo, il gruppo che ha intenzione di boicottare deve cominciare a muoversi come se dovesse lanciare la campagna; quindi, individua la controparte, prepara il materiale informativo, stringe alleanze con altri gruppi. Ma prima di iniziare ad agire è consigliabile presentarsi all’azienda da boicottare e domandare se preferisce aderire subito alle richieste o se vuole affrontare il boicottaggio. Se fallisce la via della minaccia, allora bisogna passare all’azione. Ecco alcune regole:

1. Innescare nella gente la sensibilità al problema.

2. Individuare un solo obiettivo, comprensibile e riducibile a slogan.

3. Indirizzare l’azione verso una sola impresa e un solo prodotto.

4. Creare una rete organizzativa con dei comitati locali in ogni città.

5. Attirare l’attenzione dei mass media.

6. Creare una rete di alleanze in tutti gli ambiti possibili.       

7. Ricercare il dialogo con l’impresa per farle conoscere le richieste e contrattare le concessioni.

In definitiva le imprese fanno un conto delle perdite che subiscono dal boicottaggio e delle perdite che subirebbero accettando le richieste dei boicottatori, e scelgono la soluzione meno costosa.

BILANCI DI GIUSTIZIA   www.bilancidigiustizia.it/

La sobrietà è uno stile di vita che sa distinguere tra i bisogni reali e quelli imposti. In Italia, il movimento più impegnato per affermare la cultura della sobrietà è Bilanci di Giustizia. Partendo dalla constatazione che l’ingiustizia sociale e il degrado ambientale passano inevitabilmente attraverso i nostri consumi, si è proposto alle famiglie di adottare uno stile di vita più equo e di diventare un movimento alternativo visibile, documentando le proprie scelte di consumo e di risparmio. La campagna Bilanci di Giustizia chiede a ogni famiglia di tenere una contabilità delle proprie spese. In questo modo, si possono osservare i risultati raggiunti come il meno consumo di energia elettrica grazie all’utilizzo di elettrodomestici più efficienti oppure i cambiamenti nel consumo alimentare attraverso l’acquisto di prodotti biologici o del commercio equo e solidale. Se le famiglie seguissero tutti i consigli proposti dai Bilanci di Giustizia, alla fine si  otterrebbe anche un risparmio che potrebbe essere utilizzato per fare crescere forme di finanza alternativa o per iniziative sociali. All’inizio, la proposta dei Bilanci di giustizia può sembrare faticosa anche perché certe scelte si scontrano con i nostri frettolosi ritmi di vita. Per questo si propone di procedere con gradualità. Bilanci di giustizia si sta organizzando in una rete nazionale, in modo tale che ogni famiglia che decide di aderire può rivolgersi al proprio referente di zona. Quest’ultimo avrà il compito di ritirare mensilmente la copia dei bilanci compilati, organizzare incontri periodici per discutere e verificare i risultati raggiunti. I bilanci compilati mensilmente sono poi inviati al coordinamento nazionale che redige un rapporto annuale.                        

COMMERCIO EQUO E SOLIDALE (CEES)   www.equo.it

Modalità di relazione commerciale tra i produttori del Sud del mondo e i consumatori finali del Nord, alternativa a quella tradizionale. Hanno diritto al marchio che identifica i beni del CEES quei prodotti alimentari e di artigianato realizzati nei paesi in via di sviluppo e venduti nei paesi industrializzati, che possiedono una serie di caratteristiche peculiari che qualificano il loro processo di produzione e di scambio: prezzo equo, piena dignità del lavoro, pre-finanziamento per l’acquisto dei prodotti, sostenibilità ambientale, trasparenza. Il prezzo del prodotto comprende un guadagno che va al produttore per una vita dignitosa e un surplus per investirlo nella produzione. Un principio del commercio equo e solidale è lo slogan “Trade not aid”, vale a dire che i poveri del mondo vanno aiutati a uscire dalla loro situazione di miseria non con la carità ma con il commercio, in quanto la carità instaura un rapporto di sudditanza mentre il commercio si basa su un rapporto di parità.

In Italia, il commercio equo e solidale ha un giro di affari di circa 20 milioni di euro e coinvolge migliaia di consumatori. I commercianti solidali sono le cooperative Ctm-Altromercato (www.altromercato.it), Commercio alternativo (www.commercioalternativo.it), Equomercato (www.equomercato.it), Roba dell’altro mondo (info.roba.coop), Equoland (www.equoland.it). I punti vendita del commercio equo sono diversificati e vanno dai banchetti organizzati la domenica o per le feste locali, alle botteghe vere e proprie denominate “Botteghe del mondo”. Quest’ultime, in Italia, sono circa duecento e sono organizzate nell’Associazione delle botteghe del mondo al cui interno lavorano sia volontari che dipendenti. Il punto vendita del commercio equo e solidale è anche un luogo di ritrovo per discutere, informarsi, consultare libri e riviste su argomenti come la fame nel mondo, lo sfruttamento del lavoro, la situazione ambientale e altro.