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Mentre il Drone Vola...

di Ralph Nader - 19/03/2012


Il rapido sviluppo della tecnologia dei drone predator, ufficialmente detti veicoli aerei senza equipaggio o UAV, diventa così dominante e così al di là di ogni cornice di contenimento di legge o etica, che il suo uso da parte del governo USA in tutto il mondo può portare a un terribile contraccolpo. In primis alcuni retroscena.
Il Pentagono ha circa 7.000 droni aerei.
Dieci anni fa ce n’erano meno di 50.
Secondo il sito longwarjournal.com, hanno ucciso quasi 1900 ribelli nelle regioni tribali del Pakistan.
Come questi combattenti siano distinti così chiaramente dai civili in quelle zone di montagna non è chiaro.
Non è nemmeno chiaro come o da chi il governo ottenga simili informazioni “precise” in merito ai luoghi in cui si trovano i capi guerriglieri di giorno e di notte.
I droni sono al di là di ogni contrattacco - volando spesso a 50.000 piedi.
Ma l’Air Force ha riconosciuto che un terzo dei Predators sono caduti da soli.
Rispetto a trasporto di massa, case, tecnologie energetiche, controllo di infezioni, sicurezza alimentare e farmaceutica, l’innovazione nel mondo dei droni è incredibile.
Prossimamente avremo droni grandi come colibrì, droni sommergibile e UAV guidati da software autonomi.
Il Washington Post descrisse tali invenzioni come “aeromobili [che] caccerebbero, identificherebbero e sparerebbero il nemico – tutto per conto loro”.
Si chiama “autonomia letale” nel commercio.
Studiosi di etica militare ed esperti legali all’interno e all’esterno del governo stanno discutendo quanto lontano gli UAV possono andare per restare in quello che un sostenitore fantasioso, Ronald C. Arkin, chiamò diritto internazionale umanitario e regole di ingaggio.
Le preoccupazioni sui limiti possono già essere considerate accademiche.
I droni stanno già andando ovunque i loro governatori vogliono che vadano - Iraq, Yemen, Somalia, Libia e paesi del Nord Africa per citare alcune giurisdizioni note.
L’anno scorso un gruppo di specialisti robotici, filosofi e attivisti dei diritti umani preoccupati fondò l’International Committee for Robot Arms Control (ICRAC) (http://www.icrac.co.uk/).
Essi temono che tali strumenti possano rendere più probabili le guerre del più forte contro il debole, perché ci saranno meno perdite umane da parte di coloro che faranno la guerra robotica.
Ma la proliferazione è ormai un dato di fatto.
40 paesi sono segnalati tra quelli che lavorano alla tecnologia drone o alla sua acquisizione.
Alcuni esperti alla conferenza di fondazione del ICRAC si preoccuparono per il fatto che gli stati ostili o le organizzazioni terroristiche potessero entrare nei sistemi robotici per reindirizzarli.
ICRAC vuole un trattato internazionale contro le macchine ad autonomia letale come quelli contro le mine terrestri o le bombe a grappolo.
Il guaio è che gli USA, a differenza di oltre un centinaio di paesi firmatari, non appartengono né al trattato sulle mine antipersona né al più recente trattato contro le bombe a grappolo.
Storicamente, gli USA sono stati un importante produttore e distributore di entrambi.
Non contate sulla Casa Bianca di Obama per prendere presto l’iniziativa.
L’editorialista D. Ignatius scrisse che “Un mondo dove i droni sono un costante ronzio sulla testa - in attesa di uccidere le minacce viste in un processo ammantato e controverso - rischia di essere, ancora di più, un mondo di caos e di anarchia.”
Pensate a come deve essere terrificante per le popolazioni, soprattutto i bambini, che vivono sotto la minaccia di droni che possono attaccare attraverso nuvole e cieli scuri.
Gli UAV sono difficilmente visibili, ma talvolta si odono per il loro spaventoso suono lamentoso.
I sondaggi mostrano che la stragrande maggioranza pachistana crede che la maggior parte delle vittime dei droni siano civili.
Il colonnello della US Air Force Matt Martin ha scritto un libro intitolato Predator. Lui era un operatore seduto nella sala di controllo a Nellis, la base dell’Air Force in Nevada, a guardare i “sospetti” che vagavano su una catena montuosa in Afgana a 8000 miglia di distanza.
In una recensione del libro di Martin, Christian Cary scrive “L’acuità inquietante della visione offerta dalle telecamere più potenti del Predator gli permette di vedere se gli oggetti del suo interesse fumano, vanno in bagno, o s’impegnarsi in avventure amorose con gli animali dall’altra parte del mondo, senza sospettare che loro sono sotto osservazione” mentre lo fanno.
Per la maggior parte di un decennio la guerra asimmetrica tra la forza militare più moderna nella storia del mondo e i combattenti iracheni e afgani ha lasciato i secondi con poche armi convenzionali aeree o terrestri diverse da fucili, lancia granate, IED sulla strada e giovani suicidi cinturati.
Le genti che vedono gli invasori occupanti delle loro terre con la dominazione militare che è al di là della portata ricorreranno ad attacchi sempre più disperati, per quanto primitivi nella natura.
Quando arriverà il momento in cui le armi robotiche della fisica non potranno essere neutralizzate con tutte queste armi semplici, fatte a mano perché gli arsenali dell’occupante sono lontani, mortali e senza la necessità di soldati, quale sarà il contraccolpo?
Già, gente come l’ammiraglio in pensione D. Blair, ex direttore della National Intelligence sotto il presidente Obama dice che, secondo POLITICO, l’Amministrazione dovrebbe impedire gli attacchi guidati dei droni USA sui sospetti terroristi in Pakistan, Yemen e in Somalia perché i missili sparati dagli aerei senza pilota alimentano sentimenti anti americani e sviliscono gli sforzi di riforma in quei paesi.
Mentre decine di fisici e ingegneri lavorano sul perfezionamento di ulteriori progressi aall’UAV, migliaia di altre persone restano in silenzio.
Negli anni passati, le loro controparti parlarono contro la corsa alle armi nucleari o esposero l’inagibilità della difesa da missili a lungo raggio. Vanno coinvolti nuovamente.
Poiché il prossimo contraccolpo potrebbe presto entrare in resistenza chimica e biologica contro gli invasori.
Le cinture esplosive possono contenere agenti patogeni (batteri e agenti virali) e agenti chimici depositabili nelle forniture di cibo e acqua.
Le professioni dovrebbero operare con un codice etico ed esercitare un giudizio indipendente.
I medici hanno il dovere di prevenire i danni.
Biologi e chimici dovrebbero sollecitare i loro colleghi di fisica ad assumere un ruolo maggiore per vedere dove il loro know-how sta portando questo nostro mondo tormentato, prima che il contraccolpo si trasformi in attacchi biologici e chimici ancor più letali e insostenibili.
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tradotto da F. Allegri il 15/03/2012.
Franco Allegri coordina l'associazione Futuroieri, è laureato in scienze politiche, nel 2008 riuscì a prevedere e spiegare il fallimento di Lehman Brother prevedendo anche la data del 18 settembre, da agosto 2009 spiega il litigio tra Berlusconi e Fini come causa prima del governo Monti. Traduce scritti politici e si occupa di cittadinanza.