Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / India: la sfida delle campagne

India: la sfida delle campagne

di Francesca Lancini - 12/07/2006

Il futuro incerto dei contadini nell’India del boom
Secondo gli economisti, entro quarant’anni l’India sarà la terza potenza mondiale, dietro Cina e Stati Uniti, ma ciò – oltre a cambiare gli equilibri del mondo – porterà mutamenti drastici nel Paese asiatico, soprattutto a discapito dei suoi milioni di contadini.
  Contadini
Un futuro incerto. Un esperto, che ha stilato un rapporto per la Bbc, James Robbins, parla di “sfida delle campagne”: per mantenere l’attuale tasso di crescita economica (8,1 percento), l’Unione indiana dovrà aumentare il numero delle industrie e convincere milioni di persone a lasciare le loro terre, per impiegarsi nel settore manifatturiero e in quello dei servizi. L’agricoltura oggi produce solo un quinto delle entrate dell’economia indiana, ma due terzi della sua popolazione vive dei frutti del terreno. Il boom indiano, insomma, porterà benessere anche a questa gente, che oggi vive in estrema povertà? O la costringerà solamente a inurbarsi con tutti problemi che l’emigrazione in città può comportare?
 
ContadinaContadini suicidi. Non è chiaro quale sarà il futuro di Bhagyamma, una delle tante donne rimaste vedove nelle campagne, perché il marito si è tolto la vita a causa della perdita del raccolto e dei debiti. I suicidi fra i contadini indiani crescono di anno in anno. Negli stati più colpiti dal problema (Maharashtra, Andhra Pradesh, Kerala e Karnataka) dal 2001 a oggi si sarebbero uccise fra le 3.600 e le 18mila persone. “Non poteva pagare i debiti”, spiega a Robbins la donna, che è rimasta sola con la figlia in un piccolo villaggio dell’Andra Pradesh. “Non sapeva cosa fare, perciò si è ucciso. Sono così disperata che potremmo arrivare a farla finita allo stesso modo”. Il marito di Bhagyamma ha bevuto del pesticida, dopo aver perso il raccolto per la siccità. Adesso l’unica cosa che può consolare la moglie è una paga di cento giorni di stipendio ogni anno destinata dal governo ai più poveri.
  Manmohan Singh
Aiuti dal governo. A inizio luglio il primo ministro Manmohan Singh è stato due giorni nel Maharashtra per incontrare i coltivatori di cotone messi in difficoltà dalla mancanza di precipitazioni, rimanendo profondamente colpito dalle famiglie che avevano perso in modo tragico i loro cari. Nove proprio alla vigilia del suo arrivo. Singh ha così stanziato 815 milioni di dollari per uno dei sei distretti più disastrati della regione che serviranno a distinguere i debiti e a migliorare l’irrigazione dei campi. Ma non solo. I contadini saranno riforniti di sementi e potranno accedere a prestiti liberi da tassi di interesse. Piani di questo tipo, tuttavia, sono già stati lanciati in passato, ma non sempre con successo. Sempre nel Maharashtra il governo aveva stanziato 200 milioni di dollari, ma molti contadini stanno ancora aspettando di riceverli.
 
Un circolo vizioso. Alcuni per estinguere un debito sono costretti a chiedere un altro prestito. Ma siccome le banche allontanano spesso i contadini che non sono stati in grado di ripagarle, l’unica cosa da fare resta rivolgersi al cosiddetto sahukar, il prestasoldi del villaggio che spesso si comporta come uno strozzino, chiedendo interessi che ammontano fino al 25 percento della somma prestata. E perseguitati dalle minacce, molti non ce la fanno più a sopportare una vita di stenti. Così accade in quasi tutta l’India, anche a ridosso di città come Bangalore e Bombay che in alcuni quartieri crescono ai ritmi forsennati dell’Occidente.