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Guerra alla Siria? Per conto Terzi

di Ugo Gaudenzi - 11/10/2012


 Probabilmente le colonnine basse firmate da Sua Eccellenza Terzi di Sant’Agata, ministro tecnico della Repubblica, e poste a chiusura delle “fondamentali” pagine che il Corriere della sera ha dedicato, sabato scorso, alla politica estera (articoloni di apertura sulla “blogger cubana Sanchez arrestata e a latere un riquadro sul Venezuela esclusivamente dedicato al trombando sfidante di Chavez, Capriles), sono passate inosservate.
Vi offriamo noi una rapida sintesi del Terzi-pensiero. Argomento: “la tragedia siriana”. La tesi: “Assad è da defenestrare”. L’antitesi: “La Russia blocca una soluzione bellica Nato e “purtroppo” l’opposizione siriana è debole e divisa”. La sintesi “da adottare nuove sanzioni contro Damasco” e “aiuti umanitari” (ovviamente ai terroristi) per costruire “la Siria di domani”.
Senza uno straccio di vergogna, dunque, il ministro (per conto) Terzi, e oltretutto totalmente miope.
Non si è accorto, infatti, l’ex ambasciatore a Tel Aviv e a Washington, che la destabilizzazione anti-siriana è in via di definitivo smantellamento. Nonostante gli aiuti occidentali, di Ankara e dei regimi feudali arabi, i due maggiori tentativi di golpe, attivati dalla base Nato di Incirlik il 18 luglio e il 26 settembre, sono miseramente falliti.
Il governo siriano è uscito rafforzato dai due colpi abortiti, anzi, di più - come ben rivelato da Le Figaro di venerdì scorso - la popolazione civile siriana si è ormai organizzata in autonomi “comitati popolari” per difendere la propria terra dagli attacchi da oltre-confine. Gli stessi “spari di mortaio” contro la Turchia sono evidenti colpi di coda dei terroristi alla ricerca di provocazioni per indurre Ankara ad un intervento alquanto improbabile.
Il ministro Terzi fa poi finta di non sapere che il presidente russo Vladimir Putin ha accelerato i piani dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettivo (l’alleanza difensiva anti-Nato che riunisce Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e naturalmente Russia) che prevedono l’eventuale dispiegamento in difesa della Siria di 50 mila uomini per una missione di pace già siglata con l’Onu.
E fa finta di ignorare che in questi mesi elettorali la Casa Bianca è in tutt’altre faccende affaccendata. Non è certo questo il momento per provocare, con un intervento in Siria, il collasso della Giordania, il sacrificio degli alleati in Libano, o per rischiare la guerra civile in Turchia mettendo, oltretutto, in pericolo Israele.
Già. Scandagliato ben bene il suo pensiero, l’alternativa è che Terzi sia un fan di Romney. Che anticipa di qualche mese l’eventuale intronizzazione dello sfidante guerrafondaio di Obama.