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Il cellulare danneggia

di Bruno Chastonay - 21/07/2006

 

Ricercatori Australiani dimostrano che la telefonia mobile danneggia le funzioni cerebrali

Le radiazioni della telefonia mobile hanno effetti sul modo di lavorare del cervello, come scoperto dai ricercatori Australiani. Gli scienziati della università di Swinburne delle Scienze e Tecnologie del Cervello, Melbourne, hanno dimostrato che la reazione delle persone viene rallentata dopo 30 minuti di conversazioni con un telefonino mobile, mentre sembra migliorata la capacità di memoria.

I ricercatori hanno condotto una serie di test psicologici su 120 volontari, esposti alle emissioni dei cellulari per mezz'ora. Un altra serie di esperimenti sono stati condotti su volontari che non erano stati esposti a queste radiazioni, ma convinti che lo fossero.

I risultati, pubblicati in Aprile 2006 nell'edizione della rivista “Neuropsychologia”, hanno dimostrato dei piccoli ma significativi cambiamenti nelle funzioni cerebrali nelle persone che sono state esposte ai campi elettromagnetici generati dalla telefonia mobile. Lo studio mostra evidenze di una risposta rallentata nei partecipanti sottoposti a delle semplici reazioni, e a quelle più complesse, come scegliere una risposta quando ci sono più alternative.

Lo stesso discorso vale per un guidatore. Le reazioni dell'autista nella scelta della direzione, nel svoltare in una determinata direzione, nel frenare, nel suonare il “clacson”, potrebbero venire modificate, anche se di poco. Lo studio dimostra pure che le radiazioni dalla telefonia mobile sembrerebbe migliorare il lavoro della memoria, utilizzata ad esempio per ricordare i numeri telefonici, lungamente a sufficienza per digitarli.

Ulteriore lavoro è necessario con l'uso della risonanza magnetica per chiarire come la telefonia mobile possa alterare le funzioni cerebrali. Come pubblicato, le ricerche del team di Stough, dimostrano che l'impatto delle radiazioni della telefonia mobile sul cervello sono cumulative.

Le persone ad esempio, che usano il cellulare a lungo, sembrano di avere maggiore indebolimento di quelli che lo usano saltuariamente. L'impatto sulle funzioni del cervello sono comunque minime, e lo studio non ha trovato riferimento ad eventuali danni alla salute. Gli scienziati non hanno potuto stabilire che ci siano delle conseguenze negative, e questo sarebbe un altro tipo di studio. Essi stanno solamente dimostrando che le radiazioni sono attualmente attive nel cervello, ma che l'impoverimento è debole.

Le necessità e i bisogni di questi modi di comunicare oggi, sovrastano gli eventuali effetti.

Fonte: AFP / luglio 2006