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Le sfide spagnole (l'indipendenza di giudizio di Zapatero)

di Herman Bashiron - 26/07/2006

 

Durante gli ultimi mesi la Spagna intera si è occupata di un argomento che sta per cambiare la vita di molti suoi cittadini: la tregua permanente dell’ETA e le sue conseguenze. Proprio a fine giugno il Primo Ministro, Josè Luis Rodriguez Zapatero, ha annunciato davanti alla stampa l’inizio dei tanto attesi e tanto criticati colloqui di pace con l’ETA. Da allora l’intero corpo politico basco e nazionale si è mosso per dare un suo contributo per risolvere l’annosa questione o per mettervi i bastoni tra le ruote. Al centro della vicenda si trova ovviamente la, ormai da tempo illegale, formazione politica indipendentista “Batasuna”, la quale viene considerata da alcuni come interlocutore imprescindibile e da altri come coloro che non hanno ancora condannato il terrorismo e che sono quindi corresponsabili degli atti dell’ETA. Fatto sta che i primi colloqui con la formazione di Arnaldo Otegi (leader di Batasuna) sono già cominciati e i primi ad accogliere il dialogo sono stati i socialisti del PSE (Partido Socialista de Euskadi), guidati dal segretario Patxi Lopez. Tra polemiche e incoraggiamenti la sfida dell’esecutivo di Zapatero è comunque avviata e secondo gli ultimi sondaggi della stampa nazionale una larga maggioranza dei cittadini appoggia la via del dialogo e dei colloqui intrapresa dal governo per mettere fine alla decennale crisi basca. Fino a pochi giorni fa dunque tale vicenda si trovava nel massimo del suo sviluppo, ma a causa della repentina evoluzione della guerra di Israele contro il Libano, la Spagna ha volto lo sguardo altrove ed ha rallentato il proprio processo di pace. Gli eventi disastrosi che stanno occorrendo in Libano hanno immediatamente attratto l’attenzione della società spagnola, del governo, dell’opposizione, della stampa e dei cittadini. La Spagna è stato il primo paese europeo ad organizzare delle manifestazioni in sostegno dei popoli libanese e palestinese e tra i promotori delle manifestazioni vi era anche il PSOE, ovvero il partito attualmente al governo. Non risulta che lo stesso sia accaduto in altri Paesi europei. Zapatero ha criticato i crimini di Israele ed in modo implicito il vergognoso silenzio della Comunità Internazionale, affermando che: “I silenzi di oggi potrebbero essere il pentimento di domani”. Sul governo spagnolo sono ricadute critiche immediate, l’ambasciatore israeliano ha detto che i due Paesi “non affrontano uno dei loro momenti migliori”, l’ex dirigente della Comunità ebraica ha dato dell’antisemita e antiisraeliano al governo, ma è stato subito zittito dal Ministro degli Esteri Moratinos. La società spagnola ha reagito alle fastidiose e strumentali accuse di antisemitismo, ha reagito il governo, ha reagito la stampa con un editoriale de “El País” dedicato proprio all’uso distorto della parola antisemitismo da parte di Israele e dei suoi rappresentanti. La Spagna sembra l’unica in Europa a cercare una giusta e corretta posizione sul conflitto in atto. La distruzione del Libano non può essere ammessa e non può cadere sotto silenzio. Le prime affermazioni contro la politica di guerra israeliana non sono state delle meteore. Solo ieri il segretario del PSOE, José Blanco, ha dichiarato che l’uccisione di civili da parte di Israele “non sono danni collaterali, bensì un obiettivo cercato”. Parole che nessun politico di altri Paesi europei sembra avere il coraggio di dire. Zapatero ieri ha accolto alla Moncloa, la sede del governo, una delegazione di laburisti isareliani e di socialisti palestinesi di Al-Fatah, ed ha nuovamente affermato che il suo governo è compromesso con la pace. Tali eventi che continuano a susseguirsi quotidianamente stanno a significare che la società spagnola è al momento la più lucida del Vecchio Continente. Non si tratta di Zapaterismi, ma della reazione di una intera società disgustata dalle politiche intervenzioniste e imperialiste di USA e Israele. Ciò non si nota sola dall’atteggiamento, comunque nobile, del governo, ma dalle parole delle persone della strada e dagli interventi di opinione sulla stampa. In ogni caso la nuova sfida spagnola sta dando molto credito internazionale alla Nazione di Zapatero, lo dimostra ad esempio l’interesse dell’Iran affinchè partecipi ai colloqui riguardanti il nucleare e alle vicende del Medio Oriente in generale.