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Attività della CIA in Siria: gli USA compiono sempre gli stessi errori

di Andrej Akulov - 05/10/2013


1376478Secondo il Washington Post (La CIA amplia il programma segreto di addestramento dei ribelli siriani moderati, 3 ottobre), la CIA espande l’operazione clandestina per addestrare i combattenti dell’opposizione in Siria, come hanno detto funzionari statunitensi. Il giornale riporta che la missione della CIA è stata definita dalla volontà della Casa Bianca di cercare una soluzione politica, basandosi sullo scenario di un’eventuale stallo tra le fazioni in guerra, piuttosto che di un netto vincitore. Di conseguenza, funzionari statunitensi hanno detto che i limiti all’autorità dell’agenzia le consentono di fornire il sostegno sufficiente per contribuire a garantire che le milizie politicamente moderate, supportate degli USA, non perdano, ma non abbastanza da vincere. Il Washington Post informa che i funzionari degli Stati Uniti, parlando in condizione di anonimato, avevano detto che l’agenzia ha inviato ulteriori squadre paramilitari in basi segrete in Giordania, nelle ultime settimane, nell’offensiva per raddoppiare il numero di combattenti ribelli addestrati e armati dalla CIA, prima di essere rispediti in Siria. Lo sforzo condotto dalla CIA è stato descritto come il tentativo urgente di sostenere le milizie siriane moderate per poter sfidare seriamente Assad. La CIA “allarga e amplia la sua operazione”, ha detto un funzionario USA a conoscenza delle operazioni in Siria, perché “è chiaro che l’opposizione sta perdendo, e non solo tatticamente ma  anche strategicamente”…
Tornando allo schieramento a giugno dei sistemi di difesa aerea Patriot e dei jet da combattimento F-16 degli Stati Uniti in Giordania, nell’ambito dell’esercitazione militare annuale chiamata “Eager Lion”, erano rimasti 700 truppe attrezzate e 200 consiglieri militari in Giordania per assistere, con una pianificazione a lungo termine, le forze giordane in caso di crisi sulle armi chimiche o di una grande missione di soccorso umanitario. Poi gli Stati Uniti annunciarono che avrebbero inviato armi leggere ai ribelli. A settembre il New York Times pubblicava un interessante articolo, Il presidente ottiene l’appoggio di McCain nell’attacco alla Siria, che diceva, “I funzionari hanno detto che nella stessa conversazione, assieme al senatore repubblicano della Carolina del Sud Lindsey Graham, Obama ha indicato che un’operazione segreta degli Stati Uniti per armare e addestrare i ribelli siriani, cominciava a dare risultati: la prima cellula di 50 combattenti, addestrati dalla CIA, si era intrufolata in Siria.” A maggio vi furono notizie che questo programma fosse già in corso da qualche tempo, e il LA Times, a giugno, rivelava che il programma era iniziato almeno dal novembre 2012, nelle basi degli USA in Giordania e in Turchia. Il 23 agosto, il francese Le Figaro aveva riferito che i ribelli addestrati dalla CIA avevano attraversato il confine con la Siria della Giordania. Erano stati addestrati per diversi mesi in un campo al confine giordano-siriano, da agenti della CIA nonché da commando giordani e israeliani, dice il giornale. Il primo gruppo di 300 soldati dell’esercito libero siriano aveva attraversato il confine il 17 agosto, nella regione di Daraa, e un secondo gruppo era stato inviato il 19 agosto, riferiva il giornale. Il giornale citava un ricercatore, dell’Istituto per l’analisi strategica francese, dire che il gruppo dei ribelli addestrati passava da Ghuta, sulla strada per Damasco.

Le attività della CIA oggi
L’addestramento della CIA è incentrato in Giordania. Il programma è volto a consolidare la capacità di combattimento delle unità del Consiglio supremo militare, l’organizzazione guidata dal generale Idris, destinatario principale del sostegno degli Stati Uniti. L’addestramento è guidato da piccole squadre di operatori provenienti dalla Divisione Attività Speciali della CIA, il ramo paramilitare che impiega molti contractor ed ex-membri delle forze speciali USA. I funzionari hanno detto che l’istruzione è rudimentale e in genere dura quattro-sei settimane. L’amministrazione Obama ha esplorato l’idea di usare l’esercito statunitense per espandere il programma di addestramento in ciò  che alcuni funzionari hanno descritto “forza industriale”. Non è chiaro se la Giordania sia favorevole a una tale presenza militare degli Stati Uniti, il che significherebbe la conversione di un programma segreto in uno ufficialmente riconosciuto dagli Stati Uniti. Vi sono anche ostacoli giuridici, tra cui una misura nota come legge Leahy che richiederebbe la determinazione che i destinatari dell’assistenza militare degli Stati Uniti non abbiano commesso violazioni dei diritti umani. I funzionari hanno detto che l’agenzia aveva inviato altre squadre paramilitari nelle basi segrete in Giordania, nelle ultime settimane, per lo sforzo di raddoppiare il numero di combattenti ribelli addestrati e armati dalla CIA, prima di essere rimandati in Siria. La CIA “allarga e amplia la sua operazione”, ha detto un funzionario degli USA a conoscenza delle operazioni in Siria, perché “è chiaro che l’opposizione sta perdendo, e non solo tatticamente ma anche a livello strategico“. La CIA ha rifiutato di commentare. L’ultima battuta d’arresto s’è avuta il mese scorso, quando le più grandi fazioni armate in Siria, tra cui alcune sostenute dagli Stati Uniti, hanno annunciato la formazione di un’alleanza con l’obiettivo di creare uno Stato islamico.

Tendenze nelle fila dell’opposizione siriana
Il 24 settembre 2013 è suonata la campana a morto per l’opposizione armata filo-occidentale in Siria. 13 principali organizzazioni dell’opposizione armata in Siria hanno deciso di unire i loro sforzi sotto la bandiera islamista jihadista dell”Alleanza islamista’, che pretende di rappresentare oltre il 75 per cento dei ribelli che combattono l’amministrazione Assad. L’alleanza vuole diffondere la sharia in tutta la Siria, respingendo formalmente la Coalizione nazionale siriana (Cns) filo-occidentale quale legittimo rappresentante. Significativamente, il gruppo include alcuni dei più grandi elementi dell’ELS ostentatamente moderati così come organizzazioni affiliate ad al-Qaida. Il supremo leader di al-Qaida ha calorosamente approvato la nuova alleanza, con uno speciale comunicato. “Un gruppo di potenti unità mujahidin ha rifiutato l’autorità della leadership filo-occidentale dell’opposizione siriana all’estero e ha chiesto di riorganizzarsi sotto un quadro islamico”. Non è solo una grave battuta d’arresto, ma piuttosto il fallimento totale e assoluto degli Stati Uniti e dell’occidente in generale nell’influenzare l’opposizione, così come di tutta la politica in Siria e nel presentare all’opinione pubblica la maggioranza dell’opposizione siriana come liberale e moderata, come aveva detto il segretario di Stato degli USA John Kerry. I funzionari dell’amministrazione degli Stati Uniti hanno fuorviato l’opinione pubblica e il Congresso sulla composizione delle forze ribelli siriane, minimizzando volutamente il ruolo dei gruppi islamici nell’opposizione.
L’unificazione dei radicali è diventata una tendenza chiara. L’Esercito dell’Islam è divenuto un altro attore islamista. Le brigate ribelli che operano dentro e attorno a Damasco hanno annunciato alla fine di settembre, di aver unito sotto un unico comando 50 gruppi con migliaia di combattenti. La formazione dell’Esercito dell’Islam rafforza i jihadisti salafiti, influenzati dell’Arabia Saudita, di un altro gruppo radicale, lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIL), un ramo di al-Qaida che nelle ultime settimane ha sottratto il controllo del territorio di altre forze islamiste nel nord e nell’est della Siria. Tutti questi gruppi riconoscono formalmente la sharia come “unica fonte di legislazione”. In sostanza, sono sempre stati tutti islamisti. Qualcosa su cui la Russia aveva più volte messo in guardia l’occidente. La miope politica occidentale in Siria ha portato l’islam radicale ad avere il sopravvento nell’opposizione in Siria, mettendo in pericolo l’Europa e l’intero Medio Oriente. Un nuovo santuario per i jihadisti dial-Qaida e i radicali locali, viene istituito nel nord e nell’est della Siria minacciando il vicino Iraq. L’obiettivo è un emirato sunnita sul Mediterraneo e al confine con la Turchia. I veterani un giorno ritorneranno nei Paesi dell’Europa occidentale o nello spazio ex-sovietico. In Iraq cercano di far rivivere la guerra civile tra sunniti e sciiti, con un’ondata di attentati suicidi, qualcosa che è diventata una notizia banale in TV. Suscitano anche tensioni nei Paesi limitrofi, tra cui il Libano, la Giordania e la Turchia. Questo è un problema universale, una minaccia per Stati Uniti, NATO, Unione europea, Russia e molti altri Stati. E in ciò è coinvolta la CIA, in attività volte a fare della Siria un santuario e una base di al-Qaida, che piaccia o no, ma è una realtà. Il governo del Presidente Assad ora è l’unica forza in grado di resistere all’offensiva dei radicali in Siria. Russia e Stati Uniti discuteranno la questione al massimo livello a margine del vertice Asia-Pacifico, la prossima settimana a Bali. Hanno molto di cui parlare. Mi chiedo se il segretario di Stato degli Stati Uniti dirà se, date le sue precedenti affermazioni dell’opposizione siriana, le attività della CIA migliorano le capacità dell’opposizione moderata o degli islamisti.
C’è anche un altro problema da discutere, ancora una minaccia all’attività delle Nazioni Unite sullo sfondo delle rivelazioni su ciò che la CIA fa. Il 3 ottobre, l’inviato del presidente russo in Medio Oriente, Mikhail Bogdanov, ha detto che la Russia teme che l’opposizione radicale in Siria prepari delle provocazioni sul programma per eliminare le armi chimiche. “Obiettivamente questo non può essere escluso, e non abbiamo certo la comprensione dei nostri partner occidentali in questo aspetto, in cui vi sono rischi reali e diversi tipi di provocazioni, perché i terroristi e gli estremisti non sono interessati a una soluzione pacifica della crisi siriana e potrebbero piazzare diversi ostacoli, piuttosto gravi, nel processo per eliminare le armi chimiche”, ha detto Bogdanov, viceministro degli Esteri. Ha spiegato che, “si possono avere depositi controllati dal governo in regioni controllate dall’opposizione”. “È per questo che si pone la questione su come attraversare queste regioni e garantire la sicurezza degli esperti dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche che vi lavoreranno”, ha aggiunto Bogdanov. La CIA aiuta coloro che pongono tale minaccia.

La ripubblicazione è gradita in riferimento alla rivista on-line della Strategic Culture Foundation.