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Colpi proibiti

di Erminia Calabrese - 28/07/2006

Il presidente del Libano e Hrw denunciano l'utilizzo di armi non convenzionali
 
 
Il presidente libanese Emile Lahoud, lunedì 24 luglio, ha accusato l’esercito israeliano di aver utilizzato, in questi 13 giorni di bombardamenti, armi chimiche e ha chiesto alle Nazioni Unite un ‘cessate il fuoco’ immediato. Molti libanesi, soprattutto quelli rimasti nel sud del Paese, confermano le parole del presidente.
 
una madre libanese veglia il figlio ferito nei bombardamentiTestimonianze dirette. Mohammad, 21 anni, che è rimasto a Srifa, uno dei villaggi più colpiti, racconta: “Il nostro villaggio è stato raso al suolo: siamo rimasti in 500 qui e circa 40 persone sono morte mentre tutti gli altri sono andati via. Io non posso lasciare il mio villaggio; la mia famiglia non ha una macchina e non si può raggiungere Beirut a piedi. Ancora oggi bombardano e ci sono dei cadaveri per strada. Questi corpi hanno un odore strano, un odore molto forte. Mia madre dice che stanno usando armi chimiche e che queste sono proibite. Molte persone scampate ai bombardamenti hanno vomitato respirando quell'aria”. Continua Hassan: “Israele sta lanciando delle bombe che qui in Libano chiamiamo kanabel ankudiyye. Sono bombe che, una volta entrate in un edificio, tolgono l'ossigeno e dopo un po’ di tempo esplodono facendo crollare tutto il palazzo. Molta gente brucia viva e molti di quelli che restano in vita hanno il viso o altre parti del corpo bruciati. I capelli invece restano intatti”. Stessa denuncia da parte di Zahara, 22 anni: “Molti dottori del sud dicono che i feriti e i morti presentano segni che sarebbero la prova dell'utilizzo di bombe chimiche. Io non lo so, preferisco non guardare i morti per strada. Ora qui la gente comincia a parlare di kanabel zakiyye (bombe intelligenti) che servirebbero per distruggere i rifugi degli hizbollah”.
 
le bombe fotografate da hrwLa denuncia di Hrw. A parziale conferma della denuncia del presidente Lahoud e dei libanesi del sud è stato pubblicato, sempre il 24 luglio, un rapporto di Human Rights Watch (Hrw), l’organizzazione internazionale che si batte per il rispetto dei diritti umani. Il documento denuncia l'uso di proiettili a frammentazione da parte dell'aviazione israeliana in Libano. Secondo le testimonianze raccolte da Hrw, nell'attacco del 19 luglio scorso, nel villaggio di Blida, nel Libano meridionale, dove hanno perso la vita 19 persone e altre 12 sono rimaste ferite, sarebbero stati utilizzati questi proiettili devastanti che sono proibiti nelle zone ad alta densità abitativa.
Inoltre HRW  mostra delle foto scattate da suoi ricercatori, il 23 luglio nel Libano meridionale. Le foto ritraggono alcuni depositi di missili dell'esercito israeliano, pronti per essere utilizzati. Le fotografie mostrano le Dual Purpose Improved Conventional Munitions (Dpicm), cioè munizioni convenzionali migliorate a doppio uso, e le M483A1, che vengono prodotte e fornite dagli Stati Uniti, ovvero munizioni a grappolo da artiglieria. Le fotografie evidenziano i contrassegni che distinguono queste munizioni, incluso un simbolo a diamante e ogive di forma più lunga delle artiglierie normali. Questo tipo di proiettili tende a rimanere inesploso al suolo e finisce per funzionare come delle mine anti-uomo, arma vietata dalle convenzioni internazionali.