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Mare, in Italia di 2 illeciti ogni km di costa

di LaNuovaEcologia - 28/07/2006

Ecomostro di Copanello
Ecomostro di Copanello
Mattone selvaggio in costiera amalfitana, Sicilia prima per reati. Il Rapporto Mare Monstrum 2006 di Legambiente. DELLA SETA: «Allarme per la cementificazione costiera» / ABUSIVIP: isola dell'illegalità / FILE: il rapporto
I dati parlano di un miglioramento ma il mare e le coste italiane continuano a soffrire di mali vecchi e nuovi. Se da un lato il numero dei reati a danno di mare e coste è diminuito in termini assoluti (nel 2004 erano 5 infrazioni ogni 2 km di costa, nel 2005 sono 4), dall’altro, sono quasi raddoppiati i reati connessi all’inquinamento del mare
Foto del sequestro
(2.235 illeciti nel 2005, erano 1.406 nel 2004), mentre rimangono sostanzialmente stabili quelli relativi all’abusivismo edilizio che però sembra aver cambiato volto, realizzando sempre più manufatti di lusso.

È questo in estrema sintesi il quadro sullo stato di salute del sistema costiero italiano delineato da “Mare Monstrum 2006” il consueto rapporto di Legambiente sulle illegalità ambientali compiute in mare e lungo le coste. Come ogni anno l’indagine di Legambiente ha raccolto, grazie alla collaborazione delle Forze dell’ordine e delle Capitanerie di Porto, le storie e i numeri dell’ambiente costiero e del mare, che rimane costantemente minacciato soprattutto dall’inquinamento, dal cemento illegale, e oggi anche dalle grandi speculazioni edilizie, che arrivano perfino alla vendita d’intere isole.

«All’ormai annoso problema dell’abusivismo edilizio – ha dichiarato Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente – si è aggiunto anche quello dei grandi progetti di cementificazione costiera che potrebbero, da qui a breve, ridisegnare completamente il profilo del litorale del nostro Paese. Europaradiso a Crotone, ad esempio, non è un semplice progetto di speculazione immobiliare derubricabile a generica cementificazione costiera, ma è un’idea di nuova urbanizzazione. Prevede cioè – continua Della Seta - la costruzione di una vera e propria città con tanto di infrastrutture e caratteristiche architettoniche, peraltro, completamente diverse dai nostri insediamenti abitativi. Un affare internazionale da 5 miliardi di euro, dai contorni poco limpidi, che rischia di saldare la spregiudicata attività di un chiaccherato affarista israeliano con la ricerca affannosa di posti di lavoro al sud Italia, con buona pace delle esigenze di tutela dell’ambiente e del paesaggio».

27 luglio 2006

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