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Animali simbolici tra Oriente e Occidente

di Alessandra Faleri - 03/08/2006



Maria Pia Ciccarese (cur.), Animali simbolici. Alle origini del Bestiario cristiano I (agnello-gufo). Vol. 1 Gli animali hanno accompagnato l’esistenza dell’uomo fin dai tempi più remoti, tanto è vero che li troviamo raffigurati fin dalla preistoria oppure venerati in molti culti religiosi e ancora nella letteratura, anche in quella più antica.

A prescindere da quanto detto, il vero ruolo da protagonisti lo assumono all’interno della favola dove agiscono e pensano come esseri umani. Analizzando ciò si possono distinguere vizi e virtù degli uomini, così ad esempio il coraggioso viene paragonato al leone.

Un testo di tale contenuto prende il nome di
Fisiologo. Una prima edizione e traduzione è stata redatta da Tychsen da un testo siriaco nel quale si pensa che l’autore originario fosse un naturalista la cui opera è redatta in greco e citata da Origene.

Sbordone scrive Ricerche sulle fonti e sulla composizione del fisiologo greco, nel quale propone la teoria che tale testo sia stato scritto dai padri cristiani a seguito di alcuni libretti dei primordi del critianesimo nei quali si raccontava di animali fantastici. In generale quest’opera rimane comunque anonima e di datazione incerta. Nel
Fisiologo vengono citati i Protovangeli di Giacomo, il Vangelo di Giovanni e gli Atti di Paolo e Tecla; queste e altre fonti, come il Nuovo Testamento e l’Apocalisse, sono comunque sempre lontane da avere una raffigurazione zoomorfica del Dio, proprio per differenziarsi dall’Oriente.

Alfredo Cattabiani, Volario Nel medioevo testi come il Fisiologo prenderanno il nome di bestiario. I più importanti bestiari sono quelli dei padri cristiani, questo perché il valore simbolico che alcuni animali assumono trae origine proprio dall’esegesi biblica, infatti è proprio con il cristianesimo che viene ripresa la dimensione simbolica degli animali a partire proprio dalla rappresentazione del pesce. Così quando si leggono le Sacre Scritture va attuato il procedimento dell’allegoresi, nella quale abbiamo lo slittamento dal piano letterale a quello simbolico e quindi la deduzione della lettura allegorica del testo sacro. Il passaggio dalla realtà al singolo non è arbitraria, ma si fonda su procedimenti e tecniche che nascono dalla convinzione che la Parola di Dio non si esaurisce nell’immediatezza della sua espressione letterale.

Ciò detto viene naturale il collegamento con la letteratura etiopica ed i suoi contenuti. Tale affermazione trova conferma nel fatto che essa non è altro che una letteratura di traduzione e non ha perciò testi originali, ma solo copie. Tra queste ricordiamo le traduzioni della Bibbia, quattro apocrifi del V.T. ed uno del N.T., tanto per citare i più importanti. Da datarsi invece dopo il IV secolo, abbiamo alcuni testi come Qerellos, le regole di San Pacomio ed il nostro
Fisiologo.

L’edizione sul testo etiopico, fatta da Hommel nel 1887, si basava su tre manoscritti. Il problema più interessante di tale redazione è nella relazione con il testo greco e con la tradizione orientale.

Il Fisiologo L’ opera fu infatti scritta in greco con l’edizione critica di Sbordone nel 1836 sulla base di 77 manoscritti nella quale si identificavano tre redazioni, che però avevano un archetipo diverso. Un quarto manoscritto importantissimo è quello di Grottaferrata, non usato da Sbordone, il quale conteneva ben 47 animali o capitoli, a differenza dei precedenti che ne avevano solo 38. Le edizioni complete sono state fatte nel 1966 da Offermans e nel 1974 da Kaimakis. Esistono infine una serie di frammenti orientali: copti, siriaci, i quali hanno una serie di animali che non ci sono nel testo greco così come pietre e metalli.
br> Perciò posiamo concludere, anzi possiamo supporre che gli animali inseriti nel testo siano stati scelti in base al luogo di divulgazione: o l’oriente o l’occidente.




Per ulteriori approfondimenti:

Maria Pia Ciccarese,
Animali simbolici, alle origini del bestiario cristiano I, Biblioteca Patristica, EDB, Bologna 2002.
E. Cerulli, Letteratura etiopica, Roma 1970.
Lusini, Osservazione sulla versione copta del fisiologo, “Egitto e Vicino Oriente”, 1993.