La Russia non va a discutere con nessuno circa le sue regioni
di Luciano Lago - 17/03/2015
Fonte: Controinformazione
Risposta del portavoce di Putin al segretario di Stato USA: La Russia non va a discutere con nessuno circa le sue regioni, inclusa la Crimea
La portavoce del Dipartimento di Stato USA, Jean Psaki, in una sua dichiarazione dello scorso Lunedì, aveva accusato Mosca di reprimere le minoranze etniche della penisola di Crimea ed aveva promesso di non annullare le sanzioni decise contro la Russia perchè, secondo lei, Washington non riconosce i risultati del referendum svoltosi un anno fa nella penisola che ha stabilito la volontà della stragrande maggioranza della popolazione di integrarsi alla Russia (96% dei votanti).
La Psaki aveva dichiarato che le sanzioni riferite alla Crimea si manterranno fino a quando continui l’occupazione della penisola.
E’ arrivata ieri a stretto giro la risposta di Mosca, tramite il portavoce della Presidenza, Dmitri Peskov, in riferimento alla dichiarazione rilasciata dalla Psaki: “Mosca non intende discutere con alcuno la questione della Crimea e tanto meno con gli Stati Uniti”, ha dichiarato il portavoce. Il Ministero degli Esteri russo ha così reagito alle parole della Psaki precisando che “non esiste occupazione della Crimea e che la penisola costituisce una regione della Federazione Russa e che la Russia non intende discutere con alcuno circa le proprie regioni”.
Fra l’altro, in una dichiarazione rilasciata il giorno precedente ad un canale televisivo, Putin ha dichiarato che la Russia è stata pronta a mettere in allerta le forze nucleari in previsione di un possibile attacco contro la Crimea.
Putin ha sostenuto, nella stessa intervista, che la Crimea è una regione russa, abitata da russi che fa parte della Russia fin dal 1784, salvo la breve parentesi durante la quale era stata assegnata all’Ucraina da un provvedimento amministrativo preso da Nikita Krusciov nel 1954, ai tempi dell’URSS. La Russia ha tutti i diritti sulla Crimea ed è suo diritto installare forze nucleari su tale regione. La NATO è quindi avvisata che un attacco alla Crimea costituirebbe un attacco alla Russia.
Nel frattempo arriva la dichiarazione della responsabile agli esteri della UE, Federica Mogherini.
La Mogherini ha dichiarato che “l’Unione Europea manterrà la sua politica di non riconoscere l’adesione della Crimea alla Russia e manterrà per questo le sanzioni contro la Crimea”. Nella stessa dichiarazione invita gli altri paesi dell’ONU a seguire lo stesso esempio. “La UE torna ad invitare i paesi membri delle Nazioni Unite a studiare l’applicazione di misure similari in conformità con la risoluzione ONU 68/262 dell’Assemblea Generale”, si afferma in tale documento. Vedi: Sputinik News
Le sanzioni contro la Crimea sono state prese nel Giugno del 2014 ed hanno la durata di un anno.
La risoluzione dell’ONU sull’integrità territoriale dell’Ucraina era stata approvata il 27 marzo del 2014, poco dopo la riunificazione della Crimea con la Russia a seguito di un referendum svoltosi nella penisola.
Nota: la Mogherini si è totalmente allineata alla tesi del Dipartimento di Stato USA e non riconosce il principio dell’autodeterminazione della popolazione della Crimea che ha manifestato chiaramente la volontà di riunificarsi con la madrepatria Russa a cui apparteneva la penisola da circa 3 secoli. Lo stesso principio di autodeterminazione (previsto nella carta dell’ONU) era stato invece applicato nel caso del Kosowo, ove una buona parte dei paesi occidentali avevano riconosciuto alla popolazione albanese, in maggioranza, il diritto di separarsi dalla madrepatria Serba. Un evidente doppio standard di valutazione espresso dalla UE in casi simili.
Si potrebbero citare altri esempi come quelli del referendum per la separazione fra repubblica Ceca e repubblica Slovacchia, avvenuto in Europa negli anni scorsi o andare a vedere lo stesso principio applicato alle isole Falkland/Malvinas, al largo dell’Argentina, rivendicate da questa, ove la Gran Bretagna sostiene la legittimità del proprio dominio sulle Falkland in base allo stesso principio di autodeterminazione.
Alla Mogherini ed alle autorità dell’Unione Europea non fa alcuna differenza che le regole dell’assetto europeo siano stabilite da una potenza extra europea (gli USA), per i suoi interessi geopolitici, piuttosto che appellarsi direttamente alla volontà dei popoli .
Insistendo a seguire in toto le tesi dell’Amministrazione USA, la stessa che aveva sobillato il golpe a Kiev e rovesciato un governo legittimo, democraticamente eletto, determinando la conseguente guerra civile, l’Unione Europea si mette in rotta di collisione con la Russia e di questo i funzionari di Bruxelles dovranno assumersi tutte le conseguenze.
Nella Foto in alto: Jean Psaki, portavoce Dipartimento di Stato USA
Nella foto al centro: Federica Mogherini, rappresentante esteri della UE
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