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Chávez in Siria, sfida a Bush

di Maurizio Molinari - 31/08/2006

 
IL PRESIDENTE VENEZUELANO PORTA IL SUO SOSTEGNO A DAMASCO E SI ACCREDITA COME LEADER DEI PAESI ANTI-AMERICANI



Hugo Chávez arriva a Damasco e mette lo zampino nel dopoguerra libanese con l'obiettivo di rafforzare Teheran ed ostacolare Washington. L'odierna visita in Siria è stata annunciata a sorpresa poco prima della partenza del presidente venezuelano dalla Malaysia e si concluderà con la firma di un «accordo bilaterale» di ancora imprecisata natura. L'obiettivo di Chávez è comunque tutto politico: nel bel mezzo nella visita di Kofi Annan in Medio Oriente vuole dimostrare solidarietà e sostegno al presidente Bashar Assad aiutandolo a fronteggiare le pressioni internazionali affinché cessi le forniture di armi agli Hezbollah e tronchi l'alleanza strategica con l'Iran. Se Washington e Parigi puntano a spingere Damasco lontano da Teheran, Caracas è impegnata nell'operazione opposta. Solo poche settimane fa Chávez ha incontrato Mahmud Ahmadinejad, esprimendo sostegno per il suo programma nucleare, e durante il conflitto libanese ha ritirato l'ambasciatore a Tel Aviv in segno di plateale condanna per i bombardamenti israeliani paragonati ai «crimini commessi dai nazisti». Alleato di ferro di Fidel Castro, sostenitore dei movimenti rivoluzionari in America Latina, intento a rafforzare i legami economici con Cina e Malaysia nonché diretto in Africa, Chávez punta a consolidare l'intesa con Teheran e Damasco per ritagliarsi il ruolo indiscusso di leader del fronte dei Paesi più ostili alle politiche di Washington. E Assad promette di accoglierlo a braccia aperte: «Le condizioni della Siria sono simili a quelle del Venezuela, entrambi siamo sotto forti pressioni americane, per questo riceveremo Chávez con il tappeto rosso», ha scritto l'agenzia di stampa siriana Sana. «Puntiamo ad una cooperazione su tutti i fronti», ha assicurato Nader al-Eindari, ambasciatore del Venezuela a Damasco.

Forte del titolo di quinto esportatore mondiale di greggio, impegnato ad acquistare armamenti in Russia e desideroso di sviluppare il «nucleare pacifico», Chávez possiede più di una carta da giocare per impensierire l'amministrazione Bush in Medio Oriente. E per far comprendere a Washington che vuole tenere aperta una partita su più fronti ha recapitato ieri una protesta formale al Dipartimento di Stato per aver intercettato all'aeroporto di Caracas una spedizione diplomatica contenente «materiale militare non dichiarato». Washington sostiene che si trattava di materiale regolarmente acquistato da Caracas ed in via di consegna ma la disputa arroventa il clima bilaterale in vista delle elezioni presidenziali che si terranno in Venezuela alla fine dell'anno.