La “guerra da corsa” dei tagliagole sunniti, che tanto comodo fa all’Arabia Saudita e alla Turchia appoggiate dagli americani, si sposta in Europa. In Libia, dove gli jihadisti si sono concentrati per mesi, non ci sono eventi clamorosi da segnalare. In Siria e in Iraq costoro non ottengono più, grazie ai bombardamenti russi e alle avanzate curde, successi importanti, ma sono costretti ad arretrare. La conquista lampo di una città come Mosul, la seconda dell’Iraq, del giugno dello scorso anno è ormai solo un ricordo. I regolari non scappano come allora, cedendo le armi agli jihadisti, e le minoranze minacciate di sterminio (sciiti, cristiani, yazidi) hanno imparato, sulla propria pelle, a difendersi sparando.
L’Europa occidentale, com’è ridotta oggi, incarna il “ventre molle” degli infedeli – harbi che vivono nella dar al-harb – e perciò si può colpire con relativa facilità, impiegando poche risorse per ottenere grandi risultati, anche dal punto di vista propagandistico. Le popolazioni europee occidentali, rammollite, inabili al combattimento, dominate da una falsa idea di libertà e progresso, sono destinate a vivere una lunga stagione di terrore e di sangue. Une saison a l’enfer, come direbbe Rimbaud che era francese. Più precisamente, scivoleremo nell’inferno armato e ideologizzato degli integralisti monoteisti sunniti, in cui la vita umana non conta nulla e gli infedeli, gli apostati, i non-wahabiti si sgozzano, o si eliminano facendosi esplodere. Anche questo “è il mercato, bellezza”, si potrebbe affermare, perché è fuori discussione che grattando la superficie della jihad in atto, scatenata grazie ai rigori dell’islam sunnita finanziati da sauditi e altri, si trovano i grandi interessi della classe globale neocapitalista, composta da americani, ebrei, europei e naturalmente arabi sauditi del Golfo.
Per quanto ci riguarda, il Giubileo sarà un’ottima e prolungata occasione per “mostrare i muscoli” e uccidere in nome del profeta, nonché, più nascostamente, per conto dei potenti “padrini” di questa jihad con la spada, colpendo nel cuore della vecchia cristianità, da destabilizzare, fagocitare del tutto e sottomettere definitivamente al neoliberismo.
Destabilizzare l’Europa diventa una parola d’ordine, per evitare che si ricompatti davanti al pericolo e si avvicini alla Russia, unica potenza “ribelle” al neocapitalismo finanziario che piega con ogni mezzo, ai suoi disegni di conquista, gli stati sovrani. Quello stesso modo di produzione, antisociale e antiumano, in esaltazione delle ingiustizie fra gli uomini e del ruolo preminente della finanza, che ha permesso la distruzione della sovranità nazionale e della socialità, ha consentito allo jihadismo, assolutista e sterminatore, di crescere a dismisura. In tal senso devono essere lette le recenti minacce, dopo l’attentato di Parigi, alla Francia, alla Gran Bretagna e anche alla più debole Italia. Il “non andate in Siria e restate a casa”, pronti a passare all’azione, rivolto dallo stato islamico ai suoi “supporter” in Gran Bretagna, va senza dubbio alcuno in questa direzione, con grande soddisfazione di chi manovra la jihad armata.
In attesa che eventi luttuosi e destabilizzanti si producano anche da noi, voglio chiarire che senza l’islam sunnita, e in modo particolare quello hanbalita-wahabita diffuso dai sauditi grazie ai petrodollari, tutto questo non sarebbe stato possibile. C’è, quindi, una doppia responsabilità da considerare. Quella delle élite neocapitaliste occidentali, mosse da grandi interessi privati, di potere, ricchezza e prestigio, e quella di un islam ortodosso, sunnita, rigorista, che ha eliminato gli aspetti spirituali, il benefico sufismo, le stesse possibilità di evoluzione della società umana, e che vorrebbe riportare gli orologi della storia al 632 dopo Cristo, anno “simbolico” della morte di Maometto, il profeta indiscusso e ultimo.
In verità, potere assolutistico, che non lascia spazio a visioni diverse del mondo (pensiero unico), ed estensione del dominio a tutte le terre emerse (globalizzazione, mundialismo), avvicinano due progetti apparentemente contrapposti, fra i quali non dovrebbe esserci possibilità di mediazione: quello della classe dominante neocapitalista-finanziaria e quello integralista sunnita.
L’islam integralista sunnita che oggi vediamo in azione anche in Europa, tutto può essere, persino un’ancella feroce del neocapitalismo mercatista, ma non “religione di pace” come sostengono furbi imam locali, perché fonda sulla guerra fatta con la spada (simbolicamente e non solo, date le decapitazioni) la sua presa sul mondo.
Prepariamoci dunque a una lunga stagione all’inferno, perché la jihad integralista sunnita, autentica “guerra da corsa” in cui ferocia e velocità si compenetrano, si sta rapidamente spostando in Europa.