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Unisex: Cancellare l'identità sessuale

di Enrica Perucchietti - 23/11/2015

Fonte: Italicum

 


  1. La società aperta, idealizzata dalla rivoluzione libertaria del '68, sembra oggi avere il suo epilogo nel totalitarismo. L'ideologia gender infatti non si afferma a seguito di rivoluzioni popolari, ma attraverso imposizioni legislative degli organi internazionali e delle elites finanziarie, al fine di creare un nuovo ordine mondiale di ispirazione totalitaria. Sembra venir meno l'equazione progresso = libertà. Occorre dunque considerare che l'ideologia gender è il risultato ultimo di una ideologia del progresso che, per definizione, deve essere del tutto svincolata da valori etici?

Nel suo riscrivere la cultura, la storia, l'essenza stessa dell'uomo l'ideologia gender si presenta come l'ultima rivoluzione antropologica, tappa di quel transumanesimo sempre più in voga che sta traghettando la nostra società verso un indirizzo post-umano. La teoria del gender, nel suo uso ideologico e nella serrata propaganda portata avanti da politica e media, riscrive anche i valori etici facendo del buonismo e dei buoni sentimenti la scusante per introdurre questioni appunto ideologiche (in quanto gli stessi padri della teoria del genere l'avevano sviluppata su basi non scientifiche che tentavano inutilmente di dimostrare nei fatti come nel caso dei gemelli Reimer). Facendo ciò coloro che si oppongono o semplicemente criticano tale teoria si ritrovano abbattuti da una violenza inaudita giustificata dalla nuova etica progressista che in virtù di nuovi prometeici obiettivi è legittimata a fare tutto, anche a ricorrere all'intimidazione, al boicottaggio (si pensi ai casi di Barilla e Dolce e Gabbana) e alla violenza (gli arresti in Francia). Sulla scia di tutte le grandi ideologiche “messianiche” create dalla modernità (liberalismo, comunismo, nazismo, ecc.) anche il Gender si propone all’uomo di oggi al pari di una “religione laica” auspicante la realizzazione di un paradiso in terra dove tutti gli “eletti” saranno felici e sazi (identificando la “felicità” con l’esercizio illimitato della sessualità in ogni sua forma). Chi si oppone a tale progetto, pertanto, non è considerato semplicemente “una persona con idee diverse”, ma un vero e proprio “agente delle tenebre” (analogamente al “controrivoluzionario” o all’agente “della reazione” bersaglio ideale delle grandi dittature del XX secolo), con il quale non si può né si deve avere alcun tipo di confronto. Pertanto, l’oppositore, “l’omofobo”, il reazionario “bigotto”, non può che essere un criminale o, nella più bonaria delle ipotesi, uno psicopatico da compatire, da curare o da rieducare.

Il Gender è solo un aspetto - quello relativo appunto all'identità sessuale e alla sessualità -  dell'ideologia del progresso. Se pensiamo che il più noto docente di bioetica è Peter Singer, sostenitore di una nuova etica della "qualità della vita" è lampante come l'etica sia sotto fase di "riscrittura" coercitiva e ideologica. Il filosofo australiano arriva a giustificare l'aborto negli ultimi mesi di gravidanza, l'infanticidio del neonato “con problemi” alla nascita (sindrome di Down, disabilità, patologie rare), la sperimentazione clinica su bambini o pazienti cerebrolesi, la procreazione assistita, l'utero in affitto, e addirittura i rapporti sessuali tra uomini e animali, già promossi dalla Playboy Foundation. In questa dinamica, «ciò che appare è buono, ciò che è buono appare» e il falso diviene un momento del vero: come in 1984 di George Orwell si induce un bipensiero nelle menti dei cittadini, cioè un pensiero schizofrenico, che tende ad accettare passivamente come vero ciò che il sistema o lo spettacolo mostra. Lo spettacolo finisce per monopolizzare le menti, i sogni e le aspirazioni degli individui, rendendoli così omologati e interamente manipolati dal sistema.

  1. La maternità surrogata è l'espressione compiuta dell'avvento a livello globale della società di mercato. La forma merce coinvolge la nascita, il destino, la vita stessa dell'uomo. Tale esito ultimo sembra contraddire quel processo libertario che ha prodotto fenomeni di emancipazione che hanno profondamente trasformato la società occidentale degli ultimi 50 anni, quali il divorzio, l'aborto, il femminismo, la liberazione sessuale, i movimenti per i diritti degli omosessuali, l'eutanasia. Questo processo emancipatorio di natura individualista, non conosce limiti né battute d'arresto. Al pari di una reazione chimica, l'accettazione dei suoi presupposti e delle primarie forme di emancipazione, conduce necessariamente al gender, agli uteri in affitto, fino al riconoscimento della pedofilia?

Maternità surrogata e pedofilia sono due argomenti ovviamente ben distinti, facenti però parte dell'Ideologia Gender. La legalizzazione della pedofilia (e sia ben chiaro non sto in alcun modo legando la pedofilia all'omosessualità) era uno degli obiettivi dei padri della teoria del genere, Alfred Kinsey e John Money, e dei filosofi che dalla Sorbona in poi hanno promosso questa dottrina. Kinsey e Money sognavano di poter fondare una sorta di democrazia sessuale in cui tutti gli "orientamenti" sarebbero stati legali, compresa la pedofilia. Basta leggere che cosa hanno scritto per comprendere in che modo la pedofilia sia un obiettivo primario. Già le osservazioni condotte nella stesura del suo studio Sexual Behavior in the Human Female avevano indotto Kinsey (tra l'altro ossessionato dalla figura del controverso Mago Aleister Crowley) a sostenere che i rapporti tra bambini e adulti non recassero necessariamente danni psichici negli infanti previo consenso. Nel secondo Rapporto curato da Kinsey esiste un paragrafo intitolato Contatti nell'età prepubere con maschi adulti, nel quale vengono descritti rapporti sessuali tra bambine e uomini adulti, avvenuti ovviamente alla presenza di Kinsey e colleghi, su cui non si è mai fatto luce (il team ha abusato di bambini, dato che esiste addirittura la tabella 34 in cui sono riportate le frequenze di orgasmi di infanti e bambini e i tempi necessari per raggiungere lo scopo?). Ciò destò scalpore nell'America puritana e altrettanto disgusto, generando anche il sospetto su come l'equipe del professor Kinsey avesse potuto ottenere certe informazioni. Si diffuse quindi il dubbio mai fugato che fossero stati abusati dei bambini. Kinsey sosteneva apertamente la pedofilia e l’abrogazione delle leggi che tutelano i bambini da questo tipo di abusi.

Kinsey e Money non avevano nessuna remora a riconoscere la pedosessualità e la pedofilia come momenti irrinunciabili della “liberazione sessuale” dell’umanità. Sempre secondo Kinsey essendo i bambini creature già pienamente “sessuate” praticamente fin dalla nascita, «il problema della pedofilia sarebbe un falso problema dal momento che non esisterebbe il pericolo di corrompere l’innocenza dell’infanzia, che tanto ripugna le coscienze, perché questa innocenza sarebbe solo uno dei tanti miti inventati». Anche Money, era un sostenitore dell’intimità sessuale fra adulti e bambini; nella sua prefazione al saggio di Theo Sandfort, Boys and their contacts with men, egli affermava che i bambini erano naturalmente «eccitati sessualmente» dalle carezze degli adulti e degli stessi genitori, lasciando intendere come lo stesso “amore genitoriale” non fosse altro che una “sublimazione” dell’attrazione sessuale. Se a parere degli ideologi del Gender, dunque, lo stesso bambino ricercherebbe il contatto erotico con gli adulti, nulla pertanto si opporrebbe a favore di uno sdoganamento della pedofilia: una pedofilia, naturalmente, che si vorrebbe “non violenta” e “rispettosa” della scelta del bambino.

 

Per quanto riguarda la maternità surrogata, le femministe non riescono a intravvedere il cul de sac in cui sono state spinte: negli ultimi cinquant'anni hanno portato talmente avanti le loro battaglie per la rivendicazione dei diritti che non si sono accorte di essere state strumentalizzate da ben altre cause. L'ipocrisia buonista è riuscita a ottenere dalle stesse donne il consenso a "vendere" o "donare" il proprio utero a quelle coppie eterosessuali o gay maschili che non possono avere figli per via naturale. Come abbiamo visto, tale scelta viene addirittura giudicata dalla società come eticamente "giusta", in quanto si trasmette l'idea del "sacrificio" a cui si sottopongono alcune donne che "affittano" il proprio utero ai meno fortunati (peccato che questi siano benestanti per potersi permettere tale "servizio"). Persino la femminista lesbica Marie-Josèphe Bonnet si è dichiarata sconvolta dalle posizioni estremiste delle sue colleghe, intuendo il punto d'approdo di una visione strumentale del corpo: «Il corpo della donna non è una merce e il bambino non è un oggetto che acquistiamo, ma una persona che va protetta e rispettata».

Bonnet dimostra come l'Ideologia di Genere si apra a un ventaglio di sfumature e conseguenze ben più complesse di quanto invece non si voglia far credere, limitando al contrario il confronto tra le parti e inibendo un esame più articolato delle possibili conseguenze che potrebbero avere certe scelte sull'intera società. Il business dietro la maternità surrogata è considerevole (pensiamo ad esempio a quanto avviene in Paesi come l'India) quanto drammatico e dovrebbe spingere l'opinione pubblica a riflettere sulle derive dell'attuale politica. È la mercificazione ultima del corpo femminile e soprattutto dei bambini che non sono oggetti, non sono merce che si può vendere e comprare.

 

  1. La diffusione imposta dalla cultura dominante dell'ideologia gender, sembra anche incontrare resistenze, specie nel campo dell'educazione. Lo stesso ministro italiano della pubblica istruzione e alcuni personaggi delle istituzioni e della cultura hanno recentemente smentito le teorie di Money e negato che nella scuola italiana vengano introdotti programmi di educazione ispirati alla teoria gender. Ma, a mio parere, il gender è destinato ad imporsi non tanto sulla base di imposizioni ideologiche – giuridiche, quanto in virtù della propaganda mediatica che presiede in questa società alla evoluzione dei costumi. Il gender, se si imporrà, sarà grazie al fatalismo pervasivo che domina la psicologia di massa. Si sente spesso ripetere, per legittimare ogni innovazione, un concetto ricorrente secondo cui “non si può fermare il vento con le mani”, in quanto esiste una destinalità evolutiva che si impone, indipendentemente dalla sua accettazione. Il progresso viene percepito come una fatalità incombente, al pari di una catastrofe naturale. Il gender, quindi, non è il simbolo di un progressismo globale connaturato alla società capitalista, che, al contrario del secolo dei lumi, non si afferma sulla base della volontà e dell'ansia dell'avvenire dell'uomo, ma in virtù della rassegnazione fatalista di questa società alienata?

Nella nostra riedizione dedichiamo un intero capitolo alla questione della scuola (curata dal coautore Marletta) e un altro corposo capitolo dedicato ai costumi e allo spettacolo curato da me. Ritengo infatti che la propaganda che porterà all'assunzione della teoria gender avverrà soprattutto grazie al bombardamento mediatico e allo spettacolo che dai Media al cinema, moda o serie tv sta letteralmente riscrivendo i modelli di riferimento e plagiando le menti delle nuove generazioni. Riscrivendo l'immaginario si riscrivono i costumi e di conseguenza l'etica.

  1. L'utopismo illuminista, scientista e transumanista, sono fenomeni culturali che hanno come loro comune origine ideale l'antico mito dell'androginia, quale mito di ricomposizione unitaria e perfetta, originaria dell'essere, poi scisso nelle sue componenti diversificate. Ma il gender sembra essere in palese contraddizione con tali fondamenti mitico – utopici. Il gender infatti, non è sorto come una ideologia della totale scomposizione dell'uomo, della famiglia, della società? Non fa infatti riferimento nei suoi obiettivi ultimi ad una natura umana scomponibile, flessibile, indefinita ed artificiale nelle sue trasformazioni?

Gli intellettuali promotori del Gender sembrano fare confusione su questo punto. Un conto è il tema dell'androginia in chiave ermetica e/o platonica, un altro quello dell'ermafroditismo che a partire dal Romanticismo si è imposto nella nostra cultura. A livello filosofico e poi letterario, infatti, come ricordato da Mircea Eliade, l'ermafrodito «non è però la fusione, non è l’unità» in quanto in esso «i due sessi coesistono […] mentre l’androgino rappresenta l’ideale di perfezione: i due sessi si fondono. È un’altra specie umana, una specie diversa…”». Sarà il Decadentismo a rendere l'ermafrodita una creatura negativa e morbosa, per sottolineare la differenza con l'androgino.

L'androgino rappresenta invece l’immagine esemplare, l'archetipo, dell’uomo perfetto come fusione delle due polarità spirituali maschile e femminile. Nell'alchimia, infatti, l'essere androgino è il Rebis, filius philosophorum, che annuncia l’imminente conseguimento della pietra filosofale, ossia il conseguimento delle nozze alchemiche o Nozze mistiche. Per comprendere questo concetto si deve partire dal tema della reintegrazione, della coincidentia oppositorum, la coincidenza cioè degli opposti, delle due polarità. Il conseguimento dell’“Androgino ermetico” realizza lo stato primordiale, perfetto ma perduto in seguito all’individualizzazione della creazione, stato che una volta ottenuto rende possibile la trasformazione dei metalli vili e immaturi in oro, il prolungamento della vita in maniera indefinita, la trasmutazione dell’uomo e del cosmo. L’Androgino ermetico conduce al possesso della scienza di tutte le cose, quindi alla perfezione. Come ha spiegato Julius Evola in un articolo del 1972, l’idea base è che «l’istinto sessuale […] è la radice della morte», ma che non bisogna sforzarsi invano di estirparlo come fanno gli asceti; essi «vogliono conquistarsi quella freddezza magica, senza la quale non si può andare al di là della condizione umana, e fuggono perciò la donna. Eppure solo la donna è colei che è in grado di recare loro aiuto». Il compito dell’uomo non è quindi sfuggire la donna o farsi esso donna, ma assorbirne il principio femminile, in terra disgiunto da quello maschile, «deve entrare in quest’ultimo e fondersi in uno; solo allora si placheranno tutti gli struggimenti della carne»; solo con questa unione occulta.

Insomma, nulla in comune con quanto espresso dall'Ideologia di Genere. L'ideale umano iper-sessualizzato e a-morfo del Gender è teso invece a sciogliere e coagulare un nuovo ordine (solve e coagula sono guarda caso le scritte sulle braccia del Bafometto, il dio Cornuto ed ermafrodito nella versione disegnata da Eliphas Levi). L'ideologia gender, infatti è volta non solo a distruggere l'idea di famiglia tradizionale, quanto ad annullare, livellare, disgregare l'identità sessuale e psichica dell'uomo per farne un individuo omologato e omologabile, sessualmente fluido.

 

  1. L'ideologia gender sembra inoltre smentire i fondamenti della stessa scienza. Infatti, la progressiva confutazione delle basi scientifiche della teoria gender non sembrano ostacolarne lo sviluppo. La scienza dunque, risulta infine svincolata, oltre che dall'etica, anche dalla conoscenza. La scienza allora, negando sé stessa, non si tramuta quindi in un formidabile strumento della tecnica nelle mani esclusive di un potere economico - finanziario dalla natura totalitaria?

Più che scienza ora si tratta di tecnica al servizio del potere e delle multinazionali. Scardinando l'idea classica di famiglia, l'Ideologia di Genere concorre nel creare una società dove sia sempre più difficile la procreazione naturale (o perché si è superata per la donna l'età biologica, o perché le coppie sono omosessuali). Anche in questo caso entrano in gioco le terapie di fecondazione assistita e il giro di affari che essa comporta, in quanto un figlio in provetta può arrivare a costare anche 16 mila euro (la media nazionale in Italia si aggira sui 12300 euro). Eppure il successo non è garantito: da una gravidanza a buon fine su dieci nel 2005, si è passati a 1 su 6 nel 2009. Un successo per i ricercatori, ma non per le coppie che si vedono costrette a tentare senza sicurezza di successo questa strada.

Da un lato abbiamo un contenimento della popolazione, tema caro ai mondialisti, dall'altro le coppie che continuano a fare figli in Occidente sono quelle che se lo possono permettere: i ricchi. Chi non può donare la vita ricorre al mercato per farsela produrre in laboratorio… è la mercificazione ultima dell'uomo, applaudita paradossalmente dalla masse occidentali ipnotizzate dalle farse buoniste dei media.

Le coppie gay possono inoltre contare sulla ricerca nel campo delle staminali. L'eugenetica e i nuovi traguardi nel campo della biotecnologia implicano però la necessità di modificare costantemente la legislazione in modo da legalizzare le nuove tecniche di riproduzione (o selezione) e renderle accessibili agli omosessuali.

Il dottor Laurent Alexandre ha spiegato dalle pagine de «Le Monde» che «la velocità del passaggio da inammissibile a tollerato e poi permesso, fino a obbligatorio, dipende essenzialmente dal ritmo delle scoperte scientifiche, qualunque siano le questioni etiche sollevate». La bioetica serve quindi a "legittimare" qualunque scoperta scientifica faccia comodo alle lobby mondialiste: le questioni morali si piegheranno in favore delle nuove esigenze. Il caso delle teorie eugenetiche di Peter Singer ne rappresenta l'esempio più calzante: tutti quegli gli scenari verso cui può spingersi la tecnica, anche quelli precedentemente considerati inammissibili dal pensiero comune, vengono adottati e legittimati dalla bioetica attraverso tecniche di erosione e condizionamento dell'opinione pubblica.

La modernità è un'epoca "sterile" che tenta di risolvere la sterilità delle menti e dei corpi attraverso la tecnica dissociata dall'etica e soprattutto dallo "spirito". Ci troviamo di fronte alla radicalizzazione di un pensiero moderno degenere in cui la tecnologia diventa un servizio per appagare i desideri dei ricchi. Le nuove tecnologie hanno acquisito un tale potere di suggestione e di condizionamento che sono destinate a modificare i rapporti sociali e politici secondo il volere stabilito dall'alto.

 

  1. Il gender è un fenomeno ultimo scaturito da una idea prometeica antica quanto l'uomo, che però oggi sembra giunta al suo epilogo. L'uomo volle farsi Dio, ma una volta emancipatosi da Dio, si è poi emancipato dalla sua natura umana, negando sé stesso. Non siamo ormai giunti alla fine dell'individualismo stesso, in quanto con l'ideologia gender viene meno l'uomo stesso? Il gender non introduce un processo di deindividualizzazione dell'uomo? Non siamo forse alle soglie di un era post – umana in cui si assiste alla dissoluzione della natura umana dell'uomo come essere unitario?

Se l'obiettivo dell'alchimia tradizionale era riscattare l'uomo e la natura attraverso l'Opera di trasmutazione, la modernità abbandona il mito ottimista della rigenerazione spirituale, facendo dell'uomo un creatore, uno scienziato che ha abbandonato l'escatologia naturale per farsi mero dominatore della natura. Come ha mostrato Mircea Eliade, gli ideali alchemici tesi a migliorare e redimere l'uomo e la Natura sopravvivono nell'ideologia del XIX secolo subendo però un processo di svuotamento e secolarizzazione.

Sulle ceneri di ciò che rimane, sorge il mito di un «progresso illimitato» che vedrà fiorire le scienze sperimentali. L'uomo, cioè, scalza la divinità prendendone il posto e facendosi egli stesso Dio, come insegna anche il satanismo razionale promosso dal cineasta luciferino Kenneth Anger, amico intimo di Kinsey o Anton LaVey, fondatore della Chiesa di Satana.

La modernità abbraccia così i sogni millenari degli alchimisti, svuotandoli e facendone la cornice dei progressi dell'industria e della tecnica, progetti prometeici della nostra attuale società. Dalla trasformazione della natura a cui si riferiva Eliade in Il mito dell'Alchimia si è passati, con l'Ideologia di Genere e le sue derive, alla sua negazione, al tentativo prometeico di cancellarla. L'origine di questo pensiero la ritroviamo già nel XIX secolo, quando, secondo Eliade, l'uomo con il suo desidero di precipitare i ritmi temporali «è riuscito a sostituirsi al tempo. […] E sappiamo bene che il sogno supremo della scienza, dalla seconda metà del XIX secolo ai giorni nostri, fosse la "preparazione sintetica della vita", anche sotto l'umile forma di qualche cellula di protoplasma».

Una società come quella occidentale decade quando le scienze che dovrebbero valere come una dipendenza o prolungamento o riflesso della conoscenza tradizionale si allontanano da essa e diventano indipendenti. Lo spirito si scinde così dalla "tecnica" dando vita a una molteplicità di scienze diverse, parcellizzate, ognuna con un oggetto diverso e distinto, con una specializzazione ma senza la possibilità di uno sguardo d'insieme offerto da un principio superiore: ciò che interessa infatti sono le applicazioni pratiche che possono derivare da tali scienze.

La scienza si parcellizza, si moltiplica perdendo il suo centro e la sua profondità in infinite specializzazioni che mirano allo "sperimentalismo" e a un'applicazione pratica, giustificando anche tutte quelle derive che un sapere tradizionale avrebbe ovviamente castrato sul nascere in quanto sovversioni o aborti intellettuali. Così nel campo della medicina, si apre la strada alla ricerca sulla vita artificiale, sulla clonazione o sulla creazione di chimere, fino ovviamente alla creazione dell'uomo OGM, di un individuo geneticamente modificato che possa soddisfare le esigenze e i desideri dei genitori/donatori e rispettare quanto la società si attende dai futuri nascituri: obbedienza, sottomissione, omologazione. E se l'embrione fosse ermafrodito (per il genetista Edoardo Boncinelli «l'autogol della scienza», un «imbarazzante esempio di scienza inutile, un tipo di scienza di cui si parla poco, ma che appesta tutti i laboratori del mondo») meglio ancora: da adulto sarebbe un individuo pan-sessuale. Si rispetterebbero così i canoni immaginati da Aldous Huxley per abbattere la famiglia e permettere ai cittadini di godere all'infinito di «pane e circensi, miracoli e misteri».

Il passo verso una popolazione di automi o individui geneticamente modificati è già in atto e noi siamo troppo disinteressati o narcotizzati anche solo per scandalizzarci. Coloro che invece proveranno a osteggiare questo processo verranno fermati dalla "psicopolizia" che presto potrà vantare leggi per reprimere anche solo il pensiero non allineato con il sistema. Ciò avverrà se l'apatia delle nostre menti non verrà scalzata dal senso di urgenza che ci pone davanti a un bivio: continuare a essere umani o abdicare alla nostra essenza per l'illusione della comodità e del benessere sociale.