Nel momento in cui interi segmenti demografici attraverso l’Occidente si accorgono che i loro governi sono fortemente influenzati da interessi stranieri, molti guardano alla Russia – ed a Putin in particolare – per togliere le castagne dal fuoco. Ma è realistico?
Se si sente la stessa storia abbastanza spesso si finisce per pensare che esista solo quella.
Siamo programmati per tutta la nostra vita ad attendere una particolare narrazione: ci sono i buoni e i cattivi. Le cose brutte possono accadere – anche ai buoni – ma all’ultimo momento, la cavalleria arriverà cavalcando sulla collina e tutto andrà bene di nuovo.
Gli Stati Uniti hanno sperperato quanto capitale morale e buona volontà avevano e sono ora apertamente considerati dalla maggior parte del mondo come il bravo ragazzo andato a male. Ciò ha lasciato un vuoto di bontà nella mente di molti. E, sempre più, la Russia viene considerata in quel ruolo – almeno da parte di alcuni.
La tesi che guadagna terreno è che la Russia è l’ultimo baluardo del bene e della virtù.
Da Fratello Nathanael, un ebreo americano convertito al cristianesimo ortodosso, al sito Veterans Today la lode sia per la Russia che per Putin è abbondante e frequente.
Ma è giustificata?
Un punto ora citato a questo proposito è che Putin ha deciso di affrontare l’ISIS, a differenza degli Stati Uniti.
E’ vero che la Russia su questo è venuta al dunque. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che la Russia non ha fatto nulla se non prendere posizione in Afghanistan, Irak I, Irak II e Libia. Si tratta di un membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Avrebbe potuto porre il veto su qualsiasi di queste guerre.
Il veto della Russia non avrebbe fermato la NATO, naturalmente. Ma l’avrebbe privata della foglia di fico della legittimità.
Ma la Russia scelse di non farlo.
Ora la Russia ha tracciato una linea nella sabbia e sta bombardando l’ISIS – un insieme di fiancheggiatori occidentali, mercenari ed avventurieri ingannati e culturalmente danneggiati. Ma questo succede perché sa che queste forze saranno rivoltate verso la Russia, eventualità che – se si vuole credere a qualsiasi cosa si legge spesso – secondo quanto riferisce il britannico Independent potrebbe presto essere il caso.
E la Russia – che ora è interamente circondata da basi NATO – non vuole perdere il suo unico accesso al Mediterraneo attraverso il porto di Tartus, in Siria.
The Economist cita Georgy Mirsky della Scuola Superiore di Economia a Mosca, che spiega il sostegno della Russia per Assad come derivante meno dalla Siria di per sé, che dall’Occidente. Mirsky vede che il Cremlino guarda alla Primavera Araba con orrore, ed interpreta quelle rivolte contro i leader autoritari come complotti americani.
Mentre Putin nutre nessun particolare affetto personale per il signor Assad, il leader siriano è diventato un simbolo di resistenza alle “rivoluzioni colorate” ed ai tentativi di “cambio di regime”. Avendo sostenuto Assad finora, permettere la sua caduta ora significherebbe che Putin si sta “ritirando sotto la pressione americana, che è l’unica cosa che egli non può fare.”
Questa analisi presuppone che la Russia è una polveriera pronta ad esplodere ed a cacciare Putin. Questo è molto lontano dalla mia percezione, o da quella di analisti occidentali. Putin è straordinariamente popolare in Russia.
Vi è anche il dubbio che il denaro occidentale abbia alimentato le cosiddette rivoluzioni colorate, un punto ammesso – almeno nel caso dell’Ucraina – anche dal Guardian.
La Russia sta anche cercando di creare e mantenere una coalizione credibile per agire come un contrappeso all’eccezionalismo e all’arroganza statunitensi. E questo non è possibile se tutti i tuoi amici sono stati fatti fuori.
L’attacco occidentale alla moralità e all’etica
Un secondo punto attribuito alla Russia da parte dei suoi sostenitori è che costituisce un baluardo contro il crollo degli standard morali in Occidente. Essi sottolineano spesso il fatto che la Russia si rifiuta di permettere le cosiddette marce del Gay Pride nel suo territorio come indicativo della sua superiorità morale.
La posizione della Russia è semplicemente di non promuovere l’omosessualità tra i giovani. Tale posizione è supportata in modo schiacciante all’interno della Russia e sarebbe stata la norma in Occidente solo pochi anni fa.
Nonostante le accuse isteriche di persecuzione degli omosessuali in Russia come quelle riportate dalla BBC il fatto è che gli omosessuali in Russia sono liberi di fare quello che vogliono finché ciò non influisca sulla società che li circonda.
La politica russa non è di sradicare gli omosessuali dalla faccia della Madre Russia. E’ guidata dalla sensibilità del 99 percento dei Russi che non sono omosessuali e non vogliono che l’omosessualità sia propagandata a coloro che non hanno ancora raggiunto l’età della ragione. Questo è tutto.
Coloro che scelgono di vedere la Russia come l’esecutore di una purezza morale ora mancante in Occidente sarebbero disillusi da un solo paio di giorni in uno dei grandi centri abitati del Paese. Il libertinaggio sessuale in tutte le possibili combinazioni e configurazioni è molto diffuso, e l’uso di droghe e alcoolici è dilagante.
Russia il Salvatore?
Molto è detto da alcuni in Occidente circa l’eredità cristiana della Russia. Vediamo spesso Putin intrattenersi con il Patriarca ed andare in chiesa, per esempio.
L’Ortodossia russa è un artefatto culturale per molti più Russi di quelli per cui è un centro di una vibrante fede. Si tratta di un motore politico. E, non dimentichiamolo: Putin è un politico. Ha una popolazione da mantenere felice.
Quasi tutti i Russi affermano di essere cristiani. La maggior parte indossa una croce. Alcuni frequentano la chiesa. Quasi nessuno sa nulla della Bibbia. Ancora meno fondano la propria vita su di essa. Questa è la realtà.
Mio figlio è cresciuto in Russia. A un certo punto egli ebbe a cadere sotto l’influenza di un personaggio rasputiniano vestito di nero che informò mio figlio – quello che ho cresciuto, nutrito e istruito – che lui era ora il suo ‘figlio spirituale’.
Ho convocato un incontro con questo individuo alla presenza di mio figlio in cui ho lasciato il prete barbuto in nessun dubbio che, fino al momento in cui mio figlio avesse potuto spiegarmi il canone della fede che aveva abbracciato e le ragioni per le quali lo aveva fatto, l’”adozione” era sospesa.
Successive conversazioni con mio figlio hanno rivelato che parte dell’impulso per questo episodio cultuale è stato il fatto che lui era l’unico ragazzo della sua classe che non portava una croce. Gli ho spiegato che i bambini della sua classe sapevano meno di Cristianesimo di quanto io sappia della disposizione dei fiori.
Tuttavia, gli ho comprato una Bibbia, gli ha dato qualche istruzione di base e gli ho fatto imparare la Preghiera del Signore (in russo: Otche Nashe) a memoria.
Mi sono sentito in un certo modo giustificato alcuni mesi dopo, quando lui mi raccontò che il maestro aveva chiesto alla classe chi conoscesse la Preghiera del Signore. Lui, naturalmente, era l’unico.
Un ulteriore assunto comune che vedo in alcuni tipi di social media conservatori, in lingua inglese è che Putin è un eroe solitario, un uomo in piedi contro i mali dei banchieri internazionali e un raddrizzatore di torti.
Scoprire chi possiede la Banca Centrale Russa non è più facile che scoprire chi possiede la Federal Reserve degli Stati Uniti. Tuttavia, si dovrebbe capire che la versione russa è stata fondata nello spazio post-sovietico del 1990 – un periodo in cui le leggi russe venivano semplicemente trasmesse al Paese da organizzazioni non governative USA.
Il membro del Parlamento Yevgeny Fyodorov ha raccontato alla Pravda come funziona il meccanismo: “Al fine di consentire alla Banca Centrale di emettere rubli in Russia, in modo da poter andare nei negozi per spenderli, la Banca Centrale ha bisogno di acquistare dollari prima” E continua: “In altre parole, la Russia non è nemmeno un Paese di rubli de jure. La Russia è un Paese di dollari. ”
Questa è la realtà oggi. E’ la realtà dal 1990. Ognuno può trarre le proprie conclusioni.
Putin è certamente un uomo intelligente e uno stratega superlativo. E’ una persona accorta e risoluta. E – nonostante quello che la sua base occidentale di ammiratori può pensare – questi non sono i tratti di un supereroe.
Putin non è né un martire, né un uomo temerario. Egli non può decidere di lasciare i riflettori in questo momento, ma un giorno lo vorrà, e quando lo farà avrà bisogno di una via d’uscita.
Egli conosce come funzionano i civili Paesi democratici. Ha visto come hanno trattato Saddam e Milosevic. Putin è un realista.
Le persone al livello del gioco di Putin non pensano in termini di buoni e cattivi. Giocano una partita difficile – e in alcuni casi la giocano particolarmente bene. Ma restano consapevoli dei risultati realistici e non sono accecate dal sentimento o da un pio desiderio.
E’ il momento che il resto di noi faccia altrettanto.
Fonte – traduzione di F. Roberti