Civili uccisi a Donetsk, la tregua è a rischio
di Alessandra Benignetti - 28/04/2016
Fonte: Gli occhi della guerra
Oggi è arrivata anche la conferma dell’Osce: è di quattro persone uccise e dieci ferite, secondo gli osservatori internazionali, il tragico bilancio del bombardamento effettuato nella notte tra martedì e mercoledì dall’esercito ucraino sul posto di blocco militare separatista del villaggio diOlenivka, 23 km a sud-est di Donetsk. Tra le vittime, tutte civili, anche una donna incinta.
Alle 2.55 della notte tra martedì e mercoledì, infatti, l’esercito ucraino ha colpito con proiettili di artiglieria alcune auto civili che erano in coda ad un posto di blocco nel territorio della autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, in attesa di effettuare i controlli per poter transitare in territorio ucraino.
Sul posto, gli uomini della Missione Speciale di Monitoraggio del cessate il fuoco (SMM) hanno individuato almeno sette crateri, di cui almeno due sul luogo in cui erano ferme le auto civili e altri nelle vicine aree residenziali, dove i proiettili lanciati hanno provocato il danneggiamento di cinque case, una palazzina e un ospedale. Dopo aver analizzato i crateri, l’Osce ha confermato che il fuoco è stato aperto dalle posizioni dell’esercito ucraino, perché i proiettili di artiglieria, del calibro non inferiore a 122 mm, sono stati esplosi in direzione ovest-sud-est. Proiettili di mortaio, probabilmente, che in base agli accordi di Minsk 2 dovrebbero essere tenuti lontano almeno 15 km dalla linea del fronte.
La tenuta di questi accordi, però, è sempre più a rischio. Nel sud-est dell’Ucraina le violazioni del cessate il fuoco sono sempre più frequenti e stanno raggiungendo i livelli registrati durante la fase più acuta del conflitto, nel 2015. Ogni giorno le parti si accusano reciprocamente di violare la tregua e, di fatto, tutti i giorni si combatte. Molto spesso, inoltre, la popolazione inerme e le abitazioni civili vengono colpite dagli scontri, come nel caso del posto di blocco di Olenivka.
Solo nella giornata di ieri, ha fatto sapere il portavoce delle forze armate della autoproclamataRepubblica Popolare di Donetsk, Eduard Basurin, nel suo briefing quotidiano, “l’esercito ucraino ha colpito il territorio della DNR 213 volte, facendo registrare 28 violazioni del cessate il fuoco”. La situazione a Donetsk resta quindi “complessa e tesa”, ha affermato, durante lo stesso briefing, Basurin, che ieri aveva accusato gli uomini del battaglione nazionalista Ajdar di avere deliberatamente aperto il fuoco sui civili ad Olenivka.
L’aumento significativo delle violazioni del cessate il fuoco nelle scorse settimane è stato registrato anche dalla missione dell’Osce, che ha sottolineato come da mesi non si contava un numero così alto di violazioni della tregua e come le armi che dovevano essere allontanate dalla linea di contatto, in realtà, sono tornate ad essere usate sulla linea del fronte.
E proprio il capo della missione di monitoraggio dell’Osce in Ucraina, Ertugrul Apakan, ha lanciato dal Consiglio permanente dell’Osce a Vienna un nuovo appello per il rispetto degli accordi di Minsk, al fine di non compromettere i passi avanti raggiunti nel dialogo fra le parti in conflitto, e per assicurare ai civili di poter attraversare in sicurezza la linea di contatto in più punti.
La crisi ucraina può essere risolta solo nel quadro degli accordi di Minsk, che per questo devono essere rispettati, anche secondo il ministro degli Esteri di Mosca, Sergej Lavrov, che è intervenuto proprio su questo tema, nella giornata di ieri, durante la Conferenza internazionale sulla sicurezza, a Mosca.