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Anche «il manifesto» è stato per me deludente...

di Massimo Bontempelli - 18/09/2006

Cari amici,
vi mando di seguito una lettera di Massimo sul Libano, inviata al  "manifesto" e non pubblicata (a mia conoscenza). Se potete, fatela girare, penso lo meriti.

Cari Saluti
Marino Badiale

Ogni giorno, in quest'estate di distruzione del Libano, la lettura
mattutina dei giornali mi e' stata amara e dolorosa, per le
disinformazioni, le rimozioni, i sofismi, i commenti mascalzoneschi, o,
nel migliore dei casi, le attenuazioni e le prudenze, con cui e' stato
trattato l'abnorme, la rappresaglia su un popolo intero, e l'annientamento
delle sue infrastrutture civili, da parte di Israele. Ha dell'incredibile
che si parli in maniera martellante della sicurezza e del diritto ad
esistere di Israele, che esiste su un territorio doppio di quello
assegnatogli a suo tempo dall'ONU, che occupa territori che le risoluzioni
dell'ONU lo avrebbero obbligato a lasciare da tempo, e che gode del
sostegno politico e militare della superpotenza mondiale, e molto meno del
diritto ad esistere delle sue vittime.
Anche «il manifesto» è stato per me deludente, salvo qualche eccezione,
come ad esempio gli interventi sempre informatissimi, chiarissimi e
razionali di Manlio Dinucci. Ci sono state infatti non poche cadute di
razionalita', che hanno toccato il fondo nell'atteggiamento assunto
riguardo alla forza di interposizione ONU in Libano, su cui vorrei dirvi
alcune cose rispetti alle quali i fatti dei prossimi mesi costituiranno
una verifica.
Non sono un pacifista integrale, ed una forza militare di interposizione
non mi scandalizza di per se stessa. Mi scandalizza, semmai, che tanti che
si dichiarano pacifisti piu' di me, approvino questa forza di
interposizione, senza voler vedere l'evidenza, cioe' che essa ci portera'
dritto dritto a conflitti armati a vantaggio di Israele. Perche' una
simile interposizione avrebbe un senso di pace se fosse super partes, e lo
sarebbe se, e soltanto se, si interponesse da subito simultaneamente tra
Libano e Israele, tra Libano e Siria, tra Israele e territori occupati, e
se bloccasse l'afflusso di armi simultaneamente da Iran e Siria agli
Hezbollah e dai paesi occidentali ad Israele. E' chiaro che questa e'
fantascienza, purtroppo. Ma cio' vuol dire che il senso concreto della
missione e' l'appalto della sicurezza di Israele, sul suo fronte nord, e
dei relativi oneri finanziari, a paesi stranieri, senza che Israele sia a
sua volta tenuto a garantire la sicurezza e i diritti dei Palestinesi (lo
scempio di Gaza in questi giorni lo insegna). Basta poi ragionare un po'
per capire come le pressioni di Bush sugli europei per dar corso alla
missione, da un lato evidenziano che nulla sara' chiesto ad Israele,
dall'altro non si spiegano, per vari dettagli, se non con l'intenzione
americana di ottenere non soltanto e non tanto che gli Hezbollah non
sparino su Israele, quanto soprattutto che siano cancellati come forza
militare, e l'urgenza con cui viene perseguito questo obiettivo adombra un
futuro attacco all'Iran, a cui esso e' funzionale. E' inquietante, a
questo proposito, che il condottiero della spedizione israeliana in Libano
sia stato lo stesso Dan Halutz responsabile dello studio israelo-americano
degli scenari possibili di un bombardamento sull'Iran. Chissa' cosa direte
di questa «missione di pace» quando ci sara' scontro armato tra soldati
italiani e miliziani sciiti, o assenza di reazione a nuovi atti di
barbarie distruttiva israeliana. Intanto accreditate una buona immagine di
D'Alema (di cui tutti sembrano aver dimenticato il ruolo di primo eversore
della costituzione, articoli 11 e 78, nel 1999), che, lo riconosco, sa
costruirla e venderla molto bene, tanto che, quando non saranno
occultabili sue mosse a favore di Bush e di Israele (per lui realismo
obbligato), si pensera' ad un colpo al cerchio e uno alla botte
ricordandolo a braccetto di un deputato Hezbollah.


Massimo Bontempelli, Pisa.