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Mascherar la natura e travestirla

di Gianfranco La Grassa - 18/09/2006

 

 

Mascherar la natura e travestirla.

Niente più re, papa, vescovo, ma

“augusto monarca”; niente più

Parigi, ma “capitale del regno”.

Vi sono dei luoghi dove bisogna chiamar

Parigi, Parigi, ed altri in cui conviene

chiamarla capitale del regno.

Blaise Pascal

 

La sinistra è questa cosa, travestita da agnello cela sotto la maschera un lupo famelico. Si presenta ai dominati col volto emaciato della fatica e dell’empatia di chi patisce lo stesso dolore del popolo. Ecco invece come agisce, sempre in combutta con i peggiori dominanti, i suoi metodi fanno tutt’uno con quelli di questi e per questi lavora indefessamente, ne è parte integrante e servile.

Il “Telecomgate” ha portato allo scoperto solo alcune manovre di questi sinistri, ci sono ancora molte pentole che ribollono e qualche coperchio (non tutti) salterà ancora in aria. Una pletora di holding, finanziarie e immobiliari dove i furbi di sinistra fanno affari: consiglieri del principe, mogli, figli, amici, amici degli amici e “paggetti nani”. Piccoli figli di puttana che crescono o si espandono.

Rovati, per esempio. Amico di Prodi, amico d’affari di Montezemolo e socio della moglie di Prodi. E sì, anche la signora Prodi lavora, non un lavoretto così tanto per arrotondare, ma una immobiliare, la Aquitania srl. Rovati possiede azioni sparse qui e là (come quelle in Nomisma) frutto di amicizie e frequentazioni importanti (Prodi c’entra qualcosa oppure no?). Troppe casualità stimolano le illazioni. 

La cassaforte finanziaria di Rovati è una società di partecipazioni sita in Bologna (e dove sennò!), la Vantu spa. La Vantu (gestita da Rovati & Figlio) controlla tramite la finanziaria Fintrading Spa, una società di partecipazioni, la Ieffe Holding Spa. I soci di minoranza di quest’ultima sono Montezemolo (Fis.Vi)  e un’altra immobiliare, la Antelao Spa. Tra le tante società immobiliari e finanziarie noi poveri mortali ci siamo già persi.

Antelao ha sede in via Castiglione n.21, Bologna. Alla stessa via c’è anche la Aquitania srl, quella della signora Prodi e la Simbulea (altra società immobiliare) socia al 50% della Aquitania. Anche questo sarà un caso, tuttavia le coincidenze hanno un limite, difatti tutte e tre le immobiliari hanno lo stesso amministratore. Sempre nella stessa via, inoltre, c’è lo studio del commercialista di fiducia di Prodi, Piero Gnudi, presidente dell’Enel. Non si è ancora capito di chi è la Simbuleia, socio della signora Prodi. Qui entra in scena la Euromobiliare che è fiduciaria a sua volta dell’immobiliare di Rovati e Montezemolo ma detiene anche il 100% dell’immobiliare socia della signora Flavia Franzoni in Prodi. Insomma Rovati e Montezemolo seguono sempre gli stessi investimenti che convergono poi nell’ “Italiana Tabacchi” (della famiglia Maccaferri, che se non erro costruisce anche gabbioni ed è proprietaria dell’Eridania) della quale Antelao e Montezemolo detengono il 20% , la Simbuleia ne detiene, invece, il 2%. Tutti insieme appassionatamente.

Da questa gente vi aspettate che faccia o dica qualcosa in favore del “popolo”?

Finora abbiamo parlato di un “piccolo” consigliere del principe, il quale dice di fare affari tenendo all’oscuro il suo mentore.

Questo signore aveva “artigianalmente” elaborato un piano di ripianamento dei debiti di Telecom Italia. In realtà, si apprende che il piano per Telecom non era affatto uno schizzo da pausa pranzo ma aveva “connessioni neuronali” multiple. Già in estate, il sottosegretario all’Economia, Massimo Tononi ne aveva parlato con alcuni operatori finanziari. Tononi viene dalla Goldman Sachs così come Angelo Costamagna, consulente d’affari di Murdoch nell’affare Telecom. Anche Costamagna è amico di Prodi del quale (attraverso la signora Costamagna)  ne ha finanziato la campagna elettorale. Ovvio che la regia di tutta l’operazione è della Goldman Sachs, la quale ha anche piazzato il suo cane da guardia al vertice di una delle più importanti istituzioni italiane, la Banca D’Italia. Di fatti, Draghi ha già fatto capire che non metterà naso in nessuna fusione bancaria (né in nessun altra questione) in ossequio al principio, del quale lui è strenuo fautore (soprattutto quando sono coinvolti gli interessi dei suoi padroni), del “laisser faire laisser passer les américains”! Naturalmente non tutta la sinistra vede con favore questa operazione che sta rafforzando Prodi. Parte dei Ds (dalemiani in primis) e della Margherita (la quale attraverso il suo giornale “Europa” ha chiesto le dimissioni di Rovati) con toni non troppo esasperati (visto che ci sono in gioco interessi dei padroni d’oltreatlantico), cerca di scompaginare i disegni prodiani. Berlusconi, a sua volta, chiede al Governo di riferire in Parlamento sulla vicenda, però senza troppa enfasi perché nell’affare telefonia mobile potrebbe entrarci lui dopo avervi rinunciato qualche anno fa. Anche i De Benedetti (Junior e Senior) aspettano alla finestra, attraverso il fondo Carlyle sarebbero pronti a “liquidare” colui che li defenestrò dagli affari della telefonia fissa e mobile.

Magari se Berlusconi e De Benedetti trovassero un accordo riuscirebbero a sopire i malumori dei tromboni della politica, si sa che la mano sinistra lava la mano destra e Tronchetti finalmente sarebbe con le pezze al culo e senza alcuna sponda politica dove aggrapparsi.

In realtà, comunque vadano le cose e per quanto possano litigare le varie correnti interne ai vari partiti del centro-sinistra, le prove tecniche di regime, con forme di controllo nuove della vita sociale, sono all’ordine del giorno. Con questa destra incapace di fare un’opposizione degna di tale nome e inadatta a capire quello che sta realmente accadendo in Italia, non possiamo nutrire grandi speranze di scampo. Occorre stare attenti poiché questo regime non si servirà dei manganelli, né accumulerà scorte di olio di ricino, ma proprio perché non abbiamo ancora le categorie atte a comprenderne la vera natura rischiamo di ritrovarci con la merda fino al collo.

Così ci stanno fottendo, mascherar la natura e travestirla, e la “gggente” di sinistra che dà ancora credito a questi banditi.

A conferma di quanto scritto riportiamo la lettera di Montezemolo al "Giornale" sugli intrecci appena descritti, subito a seguire una riflessione di Gianfranco La Grassa

lettera_di_montezemoloLettera di Montezemolo con ricostruzione schematizzata degli intrecci finanziari in questione.

Gianfranco La Grassa:

E' una strana lettera questa, perché parla di "enfasi", ma di fatto ammette che gli intrecci finanziari, riportati dal "Giornale", sono veri. Certo Montezemolo vi partecipa per una parte soltanto. La Fis.vi - quasi completamente sua - si intreccia con la Ieffe (una delle socie di Nomisma, società di ricerche e consulenze di Prodi); e la Ieffe ha un'ottima partecipazione nella immobiliare Antelao (di cui è amministratore unico Nanni Costa, che lo è anche dell'immobiliare Aquitania posseduta al 50% dalla "Signora" Prodi); e l'Antelao possiede il 20% dell'Italiana tabacchi, di cui un altro 20% è posseduto dalla Fis.vi di Montezemolo. Gira e rigira, Il Presidente della Confindustria e quello del Consiglio sono intrecciati insieme nell'intrico di società che si ricollegano pure alla Vantu spa, al 100% posseduta dai fratelli Rovati, di cui uno è il consigliere di Prodi da decenni (oggi anche a Palazzo Chigi); ed è quello che, a "insaputa" del suo "Principe", ha consegnato a Tronchetti - su carta intestata alla Presidenza del Consiglio - un piano di ristrutturazione della Telecom, che proviene dal ben noto duo Costamagna-Tononi; quest'ultimo è uno dei viceministri di Padoa-Schioppa, quindi del Governo Prodi. Dobbiamo quindi arguirne che anche un membro del Governo formula piani su questioni rilevanti senza avvertire il suo Premier; insomma, tutt'intorno a quest'ultimo, ognuno può fare quel che vuole senza avvertirlo e senza alcun dovere di dimettersi una volta "scoperto". Brutta la scelta di Prodi: deve ammettere di essere un bugiardo di tre cotte o un pirla.
Continuiamo: Costamagna e Tononi sono legatissimi alla finanziaria americana Goldman Sachs, di cui - lo ricordo agli smemorati - fu stretto collaboratore pure Prodi e anche, se non erro, la sua Nomisma. Ricordo, sempre per gli smemorati, che la Goldman Sachs (nella persona di Draghi, allora suo vicepresidente) assisteva gli interessi del Bilbao nel suo tentativo di scalata alla BNL in opposizione all'Unipol di Consorte appoggiato da Fazio, che fu liquidato dall'establishment (allora, "tutti insieme appassionatamente" coloro che adesso si "fanno le scarpe" l'un l'altro) per il suo "rozzo" atteggiamento italianista e contro il "libero mercato"; italianismo oggi invocato sia per bloccare Benetton verso la spagnola Abertis sia Tronchetti (costretto alle dimissioni) per aver pensato di vendere Tim allo "straniero".
Ricordo ancora che sempre la Goldman Sachs, assieme ad altre società americane (tipo la Standard & Poors), aveva emesso rating favorevole alla Parmalat 3-4 mesi prima del crac di quest'ultima.
C'è ancora qualcuno che ha voglia di tirare fuori il "conflitto di interessi"? Se lo fa, vada pure a "fare un giro" assieme a tutti i fan del peggior Governo "d'affari" (e di regime politico-finanziario) che abbia avuto l'Italia (ha superato quello di D'Alema, che diventa ora solo secondo in classifica).
Tornando alla lettera di Montezemolo, è veramente strana, perché accusa il Giornale di "enfasi", ma poi fa capire che è tutto vero. Dato che si dice esserci stato un colloquio un po' teso tra lui e Prodi (entrambi in viaggio in Cina), non vorrei che questa lettera fosse un "pizzino" (detto "affettuosamente") inviato a suocera perché....ecc. Cioè un avvertimento che non si cerchi di trattare tutti gli "industriali" - indebitati con il sistema bancario, di cui ormai un grosso pezzo è rappresentato dalla SanIntesa, di cui Prodi è il maggiordomo - come Tronchetti; perché altrimenti si arriva ai ferri corti. Molti anni fa, in una vicenda non ancora ben chiarita, ma in cui ci furono anche allora varie mene finanziarie e scandali, Gardini fu costretto al "suicidio" (oggi messo in dubbio dalla stessa magistratura); cambiato lo scenario ma non i metodi (e nemmeno tutti i protagonisti), Tronchetti è stato costretto alle dimissioni. Qualcuno, del "fu salotto buono", comincia a preoccuparsi; e ne ha ben donde! I "potenti" hanno indicato, con il loro pennivendolo di riferimento, di votare per il centrosinistra; a momenti perdevano e, appena finito di incrociate le dita per lo scampato pericolo, si trovano in un groviglio di vipere ancora peggiore. Ahi, "fato cinico e baro"! 
glg      
 
PS Spero fra qualche giorno di aver tempo per fare un primo (piccolo e provvisorio) bilancio di questo "schifo".