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Per rilanciare l’agricoltura e l’economia locale, recuperando antichi sapori e tradizioni

di centrofondi - 18/09/2006

Progetto Il sapore del cuore


Per rilanciare l’agricoltura e l’economia locale, recuperando antichi sapori e tradizioni



Se qualcuno fosse interessato all'attuazione, in tutto o in parte, del progetto e avesse necessità di approfondire, chiarire i punti trattati può contattare direttamente Pierluigi Paoletti a support@centrofondi.it

http://www.centrofondi.it/Articoli/Il_sapore_del_cuore.htm







NOTA: per le agevolazione e le incentivazioni abbiamo preso ad esempio il Programma di Sviluppo Rurale della Regione Toscana, ma ognuno può andare sul sito della propria regione e verificare l’esistenza di incentivazioni finanziarie.







Il comparto agroalimentare sta attraversando un processo di trasformazione di lungo periodo che sta portando alla lenta, ma continua riduzione delle quote di mercato.

La conseguenza è una serie di criticità quali:

· l’innalzamento dell’età media degli imprenditori agricoli

· una progressiva diminuzione dell’occupazione stabile a favore di quella temporanea

· una mancanza di programmazione a medio lungo termine che porta molto spesso a fare le scelte aziendali in funzione solo degli aiuti comunitari, nazionali e regionali

· la prevalenza di produzioni non qualificate

· la scarsa forza contrattuale dei produttori a scapito delle altre parti che compongono la filiera produttiva (trasformazione e commercializzazione)

· mancanza di diversificazione delle attività aziendali



A questi fattori dobbiamo aggiungere la riforma della PAC sempre meno accomodante ed intenzionata a portare nel prossimo futuro le aziende a contare solo sulle loro forze e sul mercato (cfr.
http://www.informatoreagrario.it/ita/Riviste/Infoagri/Lia3206/pag15.asp )

La conseguenza di questo stato di cose, ad esempio per quanto riguarda la produzione di grano, è che nei primi tre mesi del 2006 le importazioni di grano tenero sono aumentate del 2,6% (30.000 tonnellate) mentre quelle di grano duro addirittura del 9,3% (217.000 tonnellate) e non sempre la qualità viene salvaguardata come dimostra lo scandalo dello scorso anno sul grano contaminato proveniente dal Canada che ha portato anche all’arresto di alcuni noti produttori di pasta (http://digilander.libero.it/nerowolfe/testi%20sito/Grano_contaminato.htm) . A livello globale le cose non vanno certo meglio se una recente pubblicazione riporta che le stime sulla raccolta di grano per quest’anno sono circa 61 milioni di tonnellate inferiori al fabbisogno mondiale e che per la settima volta consecutiva saranno intaccate le scorte di sicurezza.


E’ anche vero che i prezzi pagati ai produttori molte volte permettono a mala pena la copertura dei costi: sempre per rimanere nell’esempio del grano, circa vent’anni fa il prezzo pagato al produttore si aggirava intorno alle 45.000 lire, pari a circa 23 euro, nel 1993 è sceso a circa 37-38mila lire (19 euro) e la discesa è arrivata ai 13-16 euro attuali. Una riduzione quasi del 50% rispetto a venti anni fa mentre le spese, per prima quella del gasolio, hanno subito aumenti impressionanti. Da considerare che il prezzo del grano incide sul prodotto finito (pane) solo un 3-6% ed infinitamente meno su tutti gli altri prodotti da forno.


Per evitare che la trasformazione in atto pregiudichi irrimediabilmente il settore agroalimentare ed il tessuto socio-economico a lui connesso, occorre che i produttori e gli enti locali necessariamente pongano in atto contromisure volte all’incremento della redditività aziendale ed allo sviluppo del tessuto economico locale.


Il progetto Il sapore del cuore si ripropone di rilanciare l’agricoltura e l’economia locale attraverso i seguenti punti:


1. raggruppamento degli imprenditori agricoli in associazione per attuare un piano strategico comune di medio termine a più ampio respiro che possa coinvolgere tutto il tessuto economico locale

2. viene perseguita la qualità anche riconvertendo la produzione all’agricoltura integrata o utilizzando metodi biologici ed aderendo ai vari consorzi di qualità

3. i produttori associati diventano parte attiva fino alla vendita dei prodotti accorciando in tal modo la filiera produttiva in modo consistente e permettendo di ricevere un’equa retribuzione per i propri prodotti e garantire al consumatore un prezzo uguale o addirittura inferiore a quello della media-grande distribuzione

4. si aprono punti vendita e di ristoro nei comuni interessati col marchio Il sapore del cuore

5. nelle zone interessate, oltre alla moneta ufficiale, viene utilizzata una moneta di scambio che circola solo a livello locale il cui scopo è quello di favorire gli scambi tra consumatori, esercenti, artigiani e professionisti.

6. Il Comune o i Comuni dove hanno sede le aziende associate, possono aiutare il processo di rilancio dell’economie locali attraverso il finanziamento di campagne di sensibilizzazione sul progetto, di incentivazione all’uso privato ed aziendale di energie rinnovabili, reperendo dal patrimonio immobiliare pubblico e mettendo a disposizione locali idonei all’apertura dei punti vendita. I fondi necessari potranno essere reperiti attraverso l’emissione di Buoni Ordinari Comunali a tasso negativo che non comportano nessun aggravio di spesa nel bilancio comunale.






1 L’associazione tra produttori


L’associazione tra imprenditori agricoli risulta necessaria per arrivare alla massa critica utile a mettere in moto il ciclo virtuoso dei benefici ricavabili dal presente progetto. L’unione fra aziende permette anche di poter arrivare con maggior facilità ad una programmazione aziendale comune di medio-lungo periodo il più possibile svincolata dal Piano degli Aiuti Comunitari oltre alla possibilità di attivare interessanti economie di scala.


(in Toscana la nascita di queste associazioni è incentivata economicamente al punto 5.3.1.2.3 pag. 43 del Programma di sviluppo rurale 2007-2013)





2 La qualità dei prodotti


Dopo i recenti fatti di cronaca sulla partita di grano contaminato dal Canada, le carni avariate
http://www.beppegrillo.it/2006/09/wurstel.html#comments , riso cinese con OGM http://www.greenplanet.net/Articolo16883.html e la notizia che l’uso mondiale di pesticidi ha raggiunto i 2 kg. per ettaro contro gli 0,49 kg. del 1961 www.centrofondi.it/Articoli/pesticidi.htm , il mercato esige sempre più un prodotto locale di qualità, sano e naturale come testimonia il consistente aumento del numero di persone che acquista prodotti biologici http://www.coldiretti.it/docindex/cncd/informazioni/501_06.html e che annualmente passa le sue vacanze in agriturismo . Una delle possibilità, ove naturalmente questo sia possibile, è di ritornare a produrre qualità di grano coltivato nei decenni passati nella zona e riscoprire antiche lavorazioni come ad esempio il pane ottenuto da lievito madre.


Ad es.è in fase di ultimazione la procedura per ottenere la denominazione protetta -DOP- del pane toscano. (la regione Toscana incoraggia l’adesione/partecipazione ai sistemi di qualità,come ad esempio la Agriqualità, ed il passaggio alla produzione biologica o integrata con aiuti economici al punto 5.3.1.3.2. pag. 53 e al punto 5.3.2.1.4. pag. 65 del Programma di sviluppo rurale 2007-2013)




3 – 4 Vendita e punti vendita


Il rafforzamento e l’accorciamento delle filiere agroalimentari sono il cardine di questo progetto perché consentono alle aziende agricole di ottenere, oltre ad una giusta remunerazione della loro produzione, anche un incremento ed una diversificazione del reddito nel caso decidessero di partecipare fino alla vendita del prodotto finito. In questo senso va l’apertura, da parte dell’associazione, dei punti vendita agroalimentari dove il consumatore può trovare il pane e tutti i prodotti da forno, l’ortofrutta, l’olio e le altre eventuali lavorazioni fatte in modo artigianale dalle aziende associate (passate, confetture, lavorazioni casearie e carni).

Il produttore che non se la sentisse di partecipare a tutte le fasi della filiera, può decidere eventualmente di limitarsi a fornire solo un appoggio “esterno” all’associazione conferendo solo la materia prima ed in questo caso il suo apporto termina con il ricevimento di un “prezzo equo” in parte pagato con la moneta di scambio locale (vedi il successivo punto 5). Tutte le altre fasi fino alla vendita verranno eseguite dall’associazione.

Oltre ai punti vendita l’associazione può aprire anche dei punti di ristoro, con il marchio Il sapore del cuore, come fiaschetterie, pizzerie o ristoranti utilizzando esclusivamente le materie prime e lavorazioni provenienti dalle aziende aderenti o dall’associazione stessa e nel caso in cui questo non sia possibile verranno usati prodotti di qualità analoga. E’ cosa importante che ogni nuovo cliente sia del punto vendita che del punto di ristoro venga sensibilizzato al progetto con la consegna di un piccolo opuscolo dove saranno riportate le linee guida e la filosofia dell’iniziativa oltre naturalmente alla descrizione delle aziende produttrici.

L’accorciamento della filiera produce un vantaggio in termini di prezzo anche per l’utente finale che potrà trovare in tutti i punti de Il sapore del cuore oltre ad una qualità certificata, anche prezzi inferiori alla media di mercato.

In tutti i punti vendita e ristoro gestiti in prima persona dall’associazione, tutto il personale impiegato avrà una parte della retribuzione fissa (pagata in euro) e l’altra sarà variabile (pagata in moneta di scambio locale) commisurata all’andamento dell’attività in cui è occupato. In accordo con i servizi sociali potranno essere integrate nelle attività sia delle aziende che dell’associazione anche persone diversamente abili o con altre problematiche.

Unitamente o in alternativa alla gestione diretta delle attività, ma solo nel caso della produzione dei prodotti da forno e dei punti di ristoro, l’associazione può decidere di concedere l’uso del marchio Il sapore del cuore a panifici, ristoranti, fiaschetterie, pizzerie che si impegnino ad adottare la filosofia del progetto e utilizzare i prodotti dell’associazione.

Per quanto riguarda l’apertura di un forno all’interno del punto vendita, questo potrà beneficiare delle disposizioni contenute dal decreto legge 223 del 2006 (cd. Decreto Bersani)


(la regione Toscana sostiene gli investimenti fatti dalle aziende,anche associate, effettuati per la lavorazione, trasformazione,, conservazione, confezionamento della loro produzione oltre a finanziare l’allestimento di locali e l’acquisto di attrezzature destinate alla commercializzazione dei prodotti al punto 5.3.1.2.3 pag. 43 del Programma di sviluppo rurale 2007-2013; da leggere con attenzione anche il punto 5.3.3.1.2 pag. 92 sul sostegno e la creazione e lo sviluppo delle attività artigianali, commerciali e turistiche)




5 Moneta di scambio locale


Una caratteristica dell’economia odierna globalizzata è quella di “drenare” la ricchezza prodotta localmente per alimentare mercati lontani migliaia di chilometri. E’ il caso della grande distribuzione che solo in minima parte acquista e vende prodotti locali e dell’industria che con la delocalizzazione delle produzioni in paesi dove il costo del lavoro è molto più basso investe sempre meno nel mercato domestico.


L’obiettivo è quello di invertire questo processo di progressivo impoverimento che rende la moneta un bene sempre più “raro” ed insufficiente ad alimentare le economie locali.


Il successo di questo progetto si fonda sull’adozione di una moneta di scambio locale che si affianchi alla valuta ufficiale (euro) e venga adottata ed accettata in tutti i punti vendita e di ristoro che adottano il marchio. Questa moneta complementare, per la sua caratteristica peculiare di facilitare gli scambi in un ambito geografico ristretto, al contrario dell’euro che è considerato riserva di valore, ha una velocità di circolazione molto più elevata, ovvero con la stessa quantità di moneta vengono effettuati un maggior numero di scambi con la conseguenza di apportare maggior ricchezza alla comunità che la adotta.


Questa moneta di scambio locale, semplificando molto, è equiparabile alla fidelity card o al buono sconto della grande distribuzione, ma invece di circolare solo all’interno della stessa catena, viene utilizzata ed accettata in un contesto più vasto. La cosa ideale sarebbe che oltre ai punti vendita e di ristoro de Il sapore del cuore venisse adottata per piccoli pagamenti anche dagli altri commercianti, dagli artigiani, dai professionisti e perché no anche dal Comune-i dell’area interessata. Ovviamente, come è facilmente intuibile, più si allarga il bacino di utenza di questa moneta di scambio locale più alto è il numero degli scambi e maggiore è la ricchezza che viene prodotta.


Provando ad immaginare il percorso ideale di questa moneta possiamo vedere che l’imprenditore agricolo viene pagato per la sua produzione (ad es. il grano) parte in euro (es.60%) e parte in moneta di scambio locale (es.40%). Con gli euro pagherà tutto quello che non è reperibile in zona ovvero il gasolio, le sementi (se non sono autoprodotte), i macchinari ecc. mentre con la moneta di scambio locale pagherà una parte: della spesa alla panetteria (es. 40%), dell’onorario dell’idraulico (es. 40%), della spesa nel negozio di abbigliamento (es.10-20%), del calzolaio (es.40%), del geometra (es.40%), della babysitter (es.60%), del professore per le ripetizioni di matematica al figlio (es.60%), la multa comunale per divieto di sosta e la sera quando porta fuori a cena la famiglia pagherà parte del conto del ristorante (es.40%).


La percentuale di accettazione di questa moneta varia in funzione della possibilità dell’esercente di pagare a sua volta i propri fornitori in moneta di scambio locale.


Al fine di esaltare la qualità della moneta locale di facilitare gli scambi, viene prevista l’applicazione di quella che possiamo definire una “tassa sull’uso” chiamata anche demurrage, tramite il pagamento in euro che può essere pari al 10% annuo del valore facciale (pagato trimestralmente o semestralmente) tramite l’applicazione di marche appositamente create a questo scopo, da parte del possessore. Il pagamento di questa piccola “tassa” nonostante non diminuisca il “valore” di scambio di questa moneta locale, che dopo l’applicazione di questa marca continuerà ad avere lo stesso valore facciale, permette di accellerare ulteriormente la sua velocità di circolazione e quindi la sua capacità di creare ricchezza. Una volta applicata l’ultima marca, quindi al decimo anno, la moneta verrà ritirata, distrutta e sostituita con un’altra di nuova emissione.


Gli introiti derivanti da questo meccanismo saranno destinati al finanziamento di opere finalizzate al benessere comune.



6 Il ruolo del Comune


In questo progetto il ruolo del Comune, o dei Comuni se la zona interessata è più ampia, è importante per rilanciare l’agricoltura e l’economia locale. Innanzitutto, in virtù dei benefici che ne trarrà tutto il territorio, può agevolare l’associazione dei produttori agricoli reperendo e mettendo a disposizione i locali per l’esercizio delle attività


(la regione Toscana incentiva i soggetti di diritto pubblico all’allestimento e l’avvio di nuovi mercati di valorizzazione delle produzioni locali al punto 5.3.3.2.1 sottomisura b pag. 97 e seguenti del Programma di sviluppo rurale 2007-2013)


Nel caso in cui la zona fornisse una quantità sufficiente di biomasse potrebbe intraprendere la strada della costruzione di piccoli impianti per il teleriscaldamento o per la produzione di energia elettrica.


(opere finanziate dalla regione Toscana al punto 5.3.3.2.1 sottomisura c pag. 99 e seguenti del Programma di sviluppo rurale 2007-2013 )


Al fine di migliorare la competitività delle imprese e la qualità di vita nelle aree rurali potrebbe sostenere ed intraprendere progetti per la diffusione della banda larga nelle aree non ancora servite attraverso l’utilizzo di tecnologie come il WiMax o il WiFi e attivare servizi in rete


(a tal proposito cfr. punto 5.3.3.2.1 sottomisura d pag. 99 e seguenti del Programma di sviluppo rurale 2007-2013 della regione Toscana)


Potrebbe incoraggiare anche economicamente l’associazione tra imprenditori agricoli ed il passaggio all’agricoltura integrata o biologica.


Potrebbe sostenere l’associazione con campagne informative sul progetto


Potrebbe accettare come pagamento, in tutto o in parte, di alcune tasse comunali la moneta di scambio locale


Potrebbe incentivare, anche economicamente, i privati e le aziende all’uso di energie alternative (biomasse, solare termico, fotovoltaico e se lo permette la zona l’eolico) attraverso convenzioni con installatori e ditte fornitrici del materiale in modo da sfruttare il peso contrattuale.


Potrebbe incentivare la nascita di microimprese artigiane che valorizzino antichi mestieri come l’impagliatore di sedie, l’arrotino, il maniscalco, il calzolaio ecc.


Le risorse economiche necessarie all’attuazione dei progetti potrebbero essere reperite, in tutto o in parte, tramite l’emissione da parte dell’Ente Locale di Buoni Ordinari Comunali a tasso negativo ovvero titoli al portatore che perdono valore con il passare del tempo fino ad estinguersi:


Le condizioni che la legge (art. 35 l.724/94) richiede agli enti locali per emettere obbligazioni da collocare sul mercato obbligazionario, sono un tasso massimo applicabile e la copertura in bilancio.


L’emissione di BOC a tasso negativo è del tutto legittima in quanto la legge determina solo il tasso massimo applicabile e non quello minimo e poiché i titoli emessi sono destinati ad estinguersi nel tempo (es. 20 anni con un tasso di deprezzamento del 5% annuo) non è necessaria la copertura nel bilancio dell’ente emittente in quanto l’ente a fine periodo avrà incassato 20 cedole del 5%, necessarie per la circolazione del titolo, che ne garantiscono il rimborso.

Ovviamente questo tipo di titoli non verranno collocati nel mercato obbligazionario, ma verranno immessi direttamente in circolazione assumendo così una funzione monetaria.

In pratica il comune emette un importo X di obbligazioni al portatore al tasso negativo del 5% annuo in tagli minimi da 100 o 200 euro, per facilitarne la circolazione, con durata ventennale e le consegna alle aziende o ai privati per la realizzazione dei progetti. I soggetti beneficiari le utilizzano come forma di pagamento alle imprese fornitrici dei materiali. Poiché la circolazione di questi titoli è subordinata all’applicazione di una tassa, alla scadenza annuale il portatore dovrà applicare una marca comunale pari al 5% del valore facciale del titolo per poterlo utilizzare ancora come mezzo di pagamento; in questo modo alla fine dei venti anni il comune avrà nelle sue casse la cifra necessaria per rimborsare l’obbligazione al portatore finale.


Se invece della forma del contributo a fondo perduto il comune decidesse di adottare la forma del prestito a tasso 0, i soggetti beneficiari ad ogni scadenza annuale dovranno rimborsare una parte del capitale, nel caso dell’esempio il 5%.

In questo modo il comune rientrerà di due volte della cifra emessa, una dalla tassa per la circolazione dei titoli e l’altra dal rimborso del prestito e potrà destinare questa eccedenza o per ridurre le tasse comunali, ad esempio ICI, oppure finanziare ulteriori progetti a carattere sociale.




PUNTI DI FORZA DEL PROGETTO


· Aiuta il settore agroalimentare a fare una programmazione comune per il medio-lungo termine uscendo dalla logica degli aiuti comunitari, statali, regionali e a diversificare le attività

· Gli investimenti hanno un impegno economico limitato e danno i loro frutti molto velocemente

· Si persegue la qualità dei prodotti tramite l’agricoltura integrata o biologica

· Il produttore ottiene un “prezzo equo” dalla vendita della sua produzione

· Dall’accorciamento della filiera il consumatore ottiene un prezzo inferiore a quelli di mercato

· Insieme all’agricoltura si rilancia tutta l’economia locale e si aumenta la qualità della vita

· Si recuperano la cultura ed i sapori locali

· Si mette in moto un ciclo virtuoso che apre la strada ad altri progetti tesi al miglioramento della qualità della vita

· La struttura modulare del progetto consente la sua applicazione a più livelli ed ogni soggetto interessato, pubblico o privato, può decidere il suo grado di coinvolgimento senza per questo pregiudicare il successo dell’iniziativa




PUNTI DI DEBOLEZZA DEL PROGETTO


· Per riuscire a mettere in moto tutte le potenzialità positive del progetto è necessario, almeno inizialmente, un numero minimo di imprese e persone motivate





NOTIZIE UTILI


· L’Italia importa grano dal Canada, Stati Uniti, Australia, Kazakistan

· Nel 2006 nel mondo si produrranno 61 milioni di tonnellate in meno del fabbisogno mondiale e per il 7° anno consecutivo verranno utilizzate le riserve strategiche



· al produttore un quintale di grano viene pagato 13-16 euro , un ettaro produce da 25 a 35 quintali di grano e le spese si aggirano da 300 a 500 euro per ettaro per cui il ricavato ricopre a mala pena le spese sostenute dall’imprenditore agricolo

· se viene adottata la coltura biologica solo 1/3 della superficie può essere coltivata a grano per la necessaria rotazione delle colture

· 100 kg di grano rendono circa 80 Kg. di farina e 20 di crusca

· il costo della farina varia da 34 euro a oltre 50 euro al quintale

· da 80 kg. di farina si ottengono circa 100 kg. di pane

· il prezzo medio del pane al forno si aggira intorno ai 2 euro al kg. (200 euro al quintale)





· nel mondo sono oltre 5.000 le monete locali che vengono usate quotidianamente per sostenere le economie locali

· l’Argentina, il Giappone sono usciti dalle loro gravi crisi economiche grazie alle numerose monete locali circolanti in quei paesi

· circa il 45% del prezzo di un prodotto è destinato al pagamento degli interessi, il 20% per la pubblicità e SOLO il 35% per il prodotto vero e proprio

· interessi composti: se Gesù o il padre di Gesù avesse investito un centesimo duemila anni fa al 5% di tasso di interesse, oggi ai prezzi correnti Gesù avrebbe oltre cinquecento miliardi di palle d'oro ognuna del peso della terra.



LINK UTILI:


Agricoltura

www.agricultura.it - www.arsia.toscana.it/agriqualita - Piano di sviluppo rurale Regione Toscana 2007 2013 www.centrofondi.it/Articoli/PSRToscana.pdf

www.coldiretti.it - www.cia.it/cia/

Monete locali

www.centrofondi.it/Articoli/Kennedy_Complementare.htm - Il libro Un’Altra Moneta di Domenico De Simone http://it.geocities.com/domenicods/downloads/AltraMoneta.pdf

www.regiogeld.de - www.complementarycurrency.org/ccDatabase/les_public.html - www.ecoroma.org