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Visto? C’è il ricorso in Austria. Per brogli

di Marcello Foa - 09/06/2016

Visto? C’è il ricorso in Austria. Per brogli

Fonte: Marcello Foa

Christian Strache, presidente dell’Fpoe, il partito di destra sconfitto alle presidenziali austriache, ha presentato ricorso contro l’esito delle elezioni. Come ho sostenuto sul mio blog a poche ore dalla pubblicazione dei risultati, il sospetto che ci siano stati brogli in alcuni seggi austriaci è legittimo
  

Alla fine è arrivato.

Christian Strache, presidente dell’Fpoe, il partito di destra sconfitto alle presidenziali austriache, ha presentato ricorso contro l’esito delle elezioni.

Come ho sostenuto sul mio blog a poche ore dalla pubblicazione dei risultati, il sospetto che ci siano stati brogli in alcuni seggi austriaci è legittimo. Con buona pace di chi mi aveva criticato. Come mio dovere ho osservato la realtà e rilevato alcune evidenti anomalie.

Il candidato sconfitto Norbert Hofer aveva da subito messo in dubbio la regolarità delle elezioni, ma si era limitato a quale allusione, mentre la WKSTA, la procura federale contro la corruzione e per la prevenzione dei crimini economici, faceva partire le indagini.

Ora, a due settimane dalla denuncia, parte anche il ricorso ufficiale dell’Fpoe: i legali del partito di Hofer hanno redatto un documento con cui contestano l’esito del voto. A determinare la vittoria dei Verdi sono stati i voti per corrispondenza: le schede elettorali sono magicamente aumentate di numero nel corso del conteggio, passando da 700 a 760 mila durante la notte. Cos’è successo?

La palla passa alla Corte Costituzionale austriaca, che dovrà esprimersi entro l’8 luglio, data in cui è previsto l’insediamento del nuovo (fino a prova contraria) presidente austriaco Van Der Bellen



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