Alle porte di Damasco. Viaggio nella Siria che resiste
di Manuel Zanarini - 13/06/2016
Fonte: movimento-nazionalpopolare
Nel 2015 è uscito questo bel libro scritto dal giovanissimo Sebastiano Caputo e pubblicato dal Circolo Proudhon. Come si intuisce dal titolo, l'opera è un'interessantissima disanima sulla guerra in Siria, e come recita la dedica del testo, è dedicato ai siriani di tutte le confessioni religiose che da anni difendono la nostra libertà. La prima grande verità che emerge dal libro di Caputo è infatti quella che l'ISIS non è in guerra solamente contro il cosiddetto Occidente, ma che i primi a forteggiarlo armi in pugno sono gli Stati Medio-Orientali (e se consideriamo l'Egitto di Al-Sisi, anche Mediterranei). La Siria di Al-Assad è infatti da anni impegnata in una terribile guerra civile, volta a difendere la laicità del suo Stato e la sua integrità territoriale. Ai comandi del legittimo governo di Damasco combattono tanto musulmani sciiti quanto cristiani, tutti tesi a resistere fino alla morte contro i tagliagole dell'Isis e terroristi vari.
La Siria di Al-Assad rappresenta infatti il primo fronte di “resistenza”, ma la domanda che bisogna porsi è: resistenza a cosa? Militarmente e “dichiaratamente” all'ISIS, ma a Damasco agiscono ben altre forze e per scoprire cosa si agita su questo fronte, è necessario andare alle radici di questa vicenda.
Cresciuto nel movimento Baath, partito laico pan-arabo, il quale aveva lo scopo di rappresentare una “terza via” estranea ai blocchi statunitensi e sovietici che si dividevano il Mondo ai tempi della Guerra Fredda, il padre dell'attuale Presidente siriano, lascia in eredità al figlio Bashar un Paese laico, in cui i cristiani non sono assolutamente perseguitati o discriminati, altamente colto, ricco e molto giovane. Nonostante una forte vicinanza all’Unione Sovietica, seppur appunto con posizioni indipendenti, la Siria è considerato un ottimo alleato dell'Occidente. L'opera del nuovo Primo Ministro è volta ad aumentare l'unione sociale, etnica e religiosa tra le varie componenti del popolo siriano. Ciononostante, il nuovo governo di Damasco perde la simpatia dei Washington, a causa del ritiro da una parte del Libano e all'opposizione alla guerra in Iraq nel 2004. L'anno successivo, la Siria viene accusata di essere il mandante dell'omicidio del Presidente libanese Rafik Hariri, vicino all'Arabia Saudita, e quindi agli Stati Uniti. La crisi tra gli Stati Uniti e la Siria si aggrava definitivamente nel 2011 con l'applicazione di pesanti sanzioni economiche ai dirigenti baathisti di Damasco e il ritiro di tutti gli ambasciatori dalla capitale siriana. Come spesso accade, tale pressione Occidentale, fa aumentare i consensi di Assad, che nel 2014, viene eletto per un terzo mandato con il 88,7% dei voti. Già, perché nonostante la vulgata occidentale, in Siria si tengono libere elezioni, e a tal riguardo di estremo interesse è l'intervista compiuta da Caputo alla deputata cristiana d'opposizione Maria Saadeh. Tale coesione popolare e le vie democratiche con cui si può manifestare liberamente l'opposizione politica al governo, hanno permesso al regime di Assad di respingere un tentativo di “rivoluzione colorata”, forse la più sanguinosa di tutte, e di poter contare sulla fedeltà di tutte le etnie e le componenti religiose durante l’attuale guerra all'ISIS e terroristi vari.
Un altro grande merito del libro di Caputo è quello di raccontare l'inizio del disordine in Medio Oriente, generato con gli accordi Sykes-Picot del 1916; come gli Stati Uniti creano l'ISIS, avvalendosi dell'aiuto degli alleati wahabiti dell'Arabia Saudita (al centro di uno scontro geopolitico con l'Iran sciita come la Siria di Assad) e Turchia (intenta a stroncare ogni tentativo di indipendenza dei Curdi); senza dimenticare la formazione di Jabath Al Nusra (Fronte della Vittoria), ramo siriano di Al-Qaeda dichiaratamente finanziato e armato da Stati Uniti e Europa, Italia compresa. Dico dichiaratamente, perché è questa la famigerata “opposizione moderata” armata siriana, formata dagli stessi gruppi che pubblicamente l'Occidente combatte dopo gli attacchi alle Torre Gemelli dell'11 Settembre 2001: utili come nemici quando si vuole invadere l'Iraq, ma anche molto amici quando si vuole combattere il legittimo governo siriano. Qui non si parla di ipotesi o di complottismo, dato che la stessa Washington ha accusato la Russia di bombardare combattenti sostenuti e addestrati dalla CIA.
Altra luce rivelatrice viene gettata dall'autore sui fondi di finanziamento ricevuti dall'ISIS: il contrabbando di petrolio, che principalmente finisce in Turchia e ai miliziani di Al Nusra; e quello delle opere d'arte, che invece di essere distrutte, come spesso si crede, finiscono nelle mani di collezionisti statunitensi e europei, sempre tramite la compiacente Turchia.
Si è detto dei bombardamenti russi. Nonostante la benevolenza occidentale, la Siria ha sempre mantenuto strettissimi rapporti con l'Unione Sovietica, fin dagli anni '50. Nonostante gli ingenti costi economici per Mosca, Putin decide di appoggiare militarmente il governo di Assad, soprattutto perché in Siria vi è l'unica base navale rimasta alla Russia nel Medio Oriente. Dal testo di Caputo emerge come il legame russo-siriano vada oltre il semplice calcolo strategico, anche a fronte delle ingenti spese militari sostenute da Mosca, ma come vi sia un file rouge tra due Paesi tanto tradizionalisti quanto laici. Sta di fatto che mentre gli attacchi della coalizione a capo USA non avevano portato frutti significativi, in pochi mesi, sostenuto da Putin, l'esercito siriano sta arrecando notevoli danni all'ISIS e ad Al-Qaeda, tanto che proprio in questi giorni si appresta ad entrare a Falluja, città chiave per la riconquista dei territori occupati dai suoi nemici.
Un ulteriore aspetto fondamentale svelato dal libro è il circo mediatico di menzogne che circonda la Siria: dalla “rivoluzione colorata” agli ordini di Washington, ai presunti massacri del regime di Assad, al teorico isolamento internazionale di Damasco, ecc. Chi organizza tutta questa massiccia disinformazione? Per la stragrande parte è orchestrata dal cosiddetto Osservatorio Siriano dei Diritti Umani, che in realtà di siriano ha ben poco, visto che ha sede a Londra ed è finanziato dalle potenze occidentali.
Si può insomma concludere che questo meraviglioso libro di Sebastiano Caputo sia fondamentale per chiunque voglia capire cosa sia l'ISIS, chi lo finanzia, il ruolo di Turchia e Arabia Saudita, e soprattutto la crescente affermazione della cosiddetta “mezzaluna sciita”, composta da Iran, Siria e militanti di Hezbollah (con sullo sfondo il nuovo Iraq). A mio modo di vedere, questa compagine dovrebbe avere rapporti privilegiati con un'Europa che volesse essere realmente libera, in quanto unica rappresentante credibile come alleata all'interno del mondo islamico.