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Accozzaglia bipartisan

di Gianfranco La Grassa - 20/09/2006

 

Cirino Pomicino (che ha un solo piede dentro il centro-destra), assieme ad altri deputati (mi piacerebbe saperne il nome, il numero e l’appartenenza), ha presentato un’interrogazione a Mastella, Bersani, Padoa-Schioppa. In essa si chiede se è vero che “dopo il preannunciato riassetto del gruppo, deciso l’11 settembre [quello che ha fatto incazzare Prodi e che contravveniva alle indicazioni del piano “artigianale” presentato dall’oggi dimissionario Rovati; ndr], le maggiori banche abbiano comunicato a Tronchetti che non avrebbero più sostenuto l’indebitamento del gruppo”; se è vero che “la Goldman Sachs abbia approntato uno schema di soluzione del riassetto” [quello che appunto ha presentato Rovati a Tronchetti e che proveniva dal duo Costamagna-Tononi, comunque uomini legati alla Goldman; ndr]; se è vero che “il sottosegretario Tononi è ancora dipendente della Goldman Sachs” [sarebbe veramente interessante saperlo, ma ancora più importante è sapere che lo è stato almeno fino a quando non è passato al Governo; esattamente come il vicepresidente della Sachs Draghi, consulente del Bilbao nella scalata alla BNL in contrasto con Unipol-Consorte, dimessosi da tale carica solo per assumere quella di Governatore della Banca d’Italia; ndr]; se è vero che “Tronchetti è indagato dalla Procura di Milano per le intercettazioni illegali”.

A parte l’ultima domanda dell’interrogazione parlamentare – su di un tema che non ho mai affrontato per risparmiare un po’ i lettori – tutte le altre toccano questioni che sono state oggetto di miei interventi in questi ultimi tempi; e credo di avere espresso, in larga parte, le stesse “preoccupazioni” che si evincono con chiarezza dal tono delle domande poste nell’interrogazione in oggetto. La “cosa strana” è che questa interrogazione viene riportata dal “Giornale”, che tuona sulla faccenda Telecom, in fondo alla settima pagina in un occhiello minuscolo, senza grande evidenza. Che sia perché si tocca un santuario della finanza americana, di cui l’amerikano Berlusca, e tutta FI (e altri del centrodestra), sono tifosi sfegatati? O forse dipende da un’altra faccenduola, appena accennata da …..lo ammetto non ricordo più il giornale (forse “Milano Finanze”) dato il mio proverbiale disordine. Comunque la riporto. Per l’acquisto di Tim, fra quelli che sono in movimento c’è anche la Carlyle (presidente della sezione italiana: Marco De Benedetti, “figlio d’arte”), che cerca però altri partner; fra questi, con tanta discrezione e “basso profilo”, sembra potrebbe (forse) esserci Mediaset. Molta prudenza è d’obbligo; tuttavia, è bene stare attenti alla “notiziola”; alle volte, “piccole cose” ne spiegano di “grandi”.

In ogni modo, dopo pochi mesi di questo Governo, diciamo “incasinato”, credo si possano trarre alcune conclusioni. In politica estera, può sembrare che vi sia un miglioramento, uno schieramento meno nettamente filoamericano (e filoisraeliano). Però, teniamo conto che la destra è veramente stupida e non solo reazionaria; leggere “Il Giornale” o “Libero” irrita terribilmente più per la rozzezza e scarsa intelligenza che per l’atteggiamento da reazionari a tutto tondo, che sembra però anche da operetta. Leggere “Il Foglio” crea sommo fastidio non per mancanza di intelligenza, ma perché sembra proprio pagato per dire delle enormità quando si parla di USA, di Israele, della Chiesa, dell’Islam, ecc. Tuttavia, a me pare manifesta anche la quasi eguale rozzezza di pezzi del centro-sinistra quali radicali, Udeur, Rosa nel pugno, Rutelli e parte importante della Margherita, ecc. In altri pezzi (prodiani, Ds) c’è pura ipocrisia; si dice di ritirarsi dall’Irak (ma gli italiani sono ancora lì), in Afghanistan invece bisogna rimanere perché quella è “missione ONU e di pace”; in Libano non parliamone, facciamo i primi della classe (secondo me coprendoci di ridicolo, solo nascosto da mass media tutti schierati per la menzogna e la disinformazione; e con quei “sornioni” di “alleati” che ridono sotto i baffi, e intanto ci dicono: “Vieni avanti, cretino”). Infine, ci sono i pezzi “radicali” del centrosinistra, che recitano la buona lezione dell’antimperialismo o, più diffusamente, del pacifismo ad oltranza (anch’esso carattere ridicolo degli “italiani brava gente”, formula ormai sputtanata da tempo); dopodiché, guai a chiedere loro un po’ di coerenza, di rinunciare agli appannaggi del governo e sottogoverno, di non pavoneggiarsi più con il titolo (e i ricchi emolumenti e privilegi vari) di parlamentari. Tutti “idealisti”, alla rincorsa di un posticino.

Se andiamo alla politica interna, il disastro è completo; si cerca di mettere lavoratori autonomi contro dipendenti, di sollevare ondate di antipatia verso i dipendenti pubblici scansafatiche. Ferrovie, Poste, Alitalia, ecc. sono al lumicino, ma l’unica cosa che interessa è lo spoil system, cioè mettere i propri “fedeli esecutori” ai posti di comando, con dosaggio degli innumerevoli partiti e correnti che compongono l’arlecchinata denominata centrosinistra. Dell’occupazione della RAI è meglio non parlare; basta osservare, e ascoltare, i TG. Speriamo in bene per ENI (Scaroni) e Finmeccanica (Guarguaglini), ma se fossi in questi dirigenti non starei tanto tranquillo, magari in tempi appena appena un po’ più lunghi. Dopo averci imbrogliato per anni con i dati Istat sull’inflazione – oggi nessuno mette in dubbio che c’è stata, e veramente consistente – adesso stanno ricominciando il giochetto con la “ripresa”; si aggiornano ogni settimana i tassi di crescita al rialzo, mentre si parla di possibile recessione negli USA (unanimemente riconosciuta locomotiva dell’economia mondiale), il secondo trimestre del 2006 ha mostrato segni di raffreddamento della congiuntura in Germania; e anche la famosa Cina, da quasi l’11% passerà a poco più del 9 quest’anno, e si prevede ancora meno nel 2007.

E allora? Siamo alle solite, come per l’inflazione! Abbiamo politici (e intellettuali e giornalisti quali loro manutengoli) che hanno la sola specializzazione in menzogne e manipolazione. Vedrete quali dati tireranno fuori per fine anno; ma la gente, come per l’inflazione (il ridicolo 2% annuo “certificato” dall’Istat), dovrà accorgersi per conto suo, e a sue spese, che sono “bufale”. E vedrete che i destri non obietteranno nulla sui dati manipolati (così come sono pieni di incensamenti verso Draghi, uomo proveniente dalla finanza americana, a loro così cara); semplicemente sosterranno che è ridicolo pensare che la ripresa – così come la “lieta sorpresa” dell’aumentato gettito fiscale – possa essere ascritta a merito di chi governa da tre mesi o giù di lì (e in questo hanno ragione).

Io credo che quanto più durerà questo Governo, tanto più ci troveremo “nella palta”, e in mezzo ad una corruzione e marciume dai quali sarà difficile tirare fuori il collo. La disgrazia è che pochi si rendono conto, a sinistra, di avere scelto un Premier di particolare ottusità, per di più arrogante e protervo (del resto, le persone intelligenti si mascherano meglio a tal proposito). Il guaio peggiore è che è solo la longa manus di potenti gruppi finanziari; guidati invero da persone di grande intelligenza e capacità, ma interessati esclusivamente all’ambito finanziario loro proprio, quindi poco utili allo sviluppo industriale del paese, a quel “fare sistema”, che per la verità Montezemolo ci risparmia da un po’ di tempo (forse si è reso conto del ridicolo che gliene derivava in un sistema-paese com’è attualmente il nostro, così s-governato e senza classe dirigente economica adeguata).

Dunque, sarebbe un bene che Prodi se ne andasse presto. Ma chi verrà al suo posto? Qui “casca l’asino”. A me sembra che siano in atto – e, mi sbaglierò, con il non troppo discreto appoggio della Presidenza della Repubblica – manovre per avviarsi gradualmente e “dolcemente” verso una sorta di schieramento bipartisan. Solo si preferirebbe farlo senza Berlusconi, perché sarebbe un gioco troppo scoperto, e veramente da “gente” cui interessa solo la spartizione del potere (nella sfera politica e in quella della nostra miserabile intellettualità), senza alcun riguardo per gli interessi della nostra “collettività” nazionale, senza nessun rispetto per coloro che ancora insistono nell’andare a votare questi manigoldi. Mi sembra che una delle punte dell’iceberg di questo gioco sia l’attuale contorcimento della Udc; con Follini e Tabacci in avanguardia, poi Casini, poi altri, tutti verso l’uscita dal centrodestra, ma cercando di creare appunto “nuovi equilibri” più centristi.

Tornando all’inizio, e per il momento chiudendo, questa potrebbe essere una ulteriore motivazione del fatto che “Il Giornale” (berlusconiano) abbia dato poca rilevanza all’interrogazione parlamentare di Cirino Pomicino e altri. In fondo, quest’ultimo gioca in favore del centrismo, anche se con più intelligenza e meno smanie di altri; e questo centrismo vorrebbe riuscire a dare una “buona uscita” a Berlusconi, per poter poi meglio tentare la sua via bipartisan verso l’ulteriore turlupinatura (e magari bastonatura) della maggioranza del popolo italiano: quegli strati medio-bassi sia del lavoro autonomo che dipendente (salariato), che sarebbe meglio accantonassero le loro reciproche antipatie per difendersi da una legnata di quelle…..