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L'Isola dei Famosi, Don Juan e l'esaurimento della risorsa cocchi.

di Debora Billi - 13/10/2006

Fonte: petrolio.blogosfere.it



Qualche giorno fa, nel tardo pomeriggio, sono capitata su Rai2 dove stava andando in onda l'Isola dei Famosi. Ebbene, per venti minuti sono rimasta avvinta al teleschermo senza perdermi una battuta. Fermo restando che non so nulla di reality, quindi non so siano veri, o falsi, o una via di mezzo, i personaggi in questione erano nel mezzo di una discussione per me appassionantissima. Si trattava della disponibilità delle noci di cocco, evidentemente in via di esaurimento in un isola che mi è parsa piuttosto piccola: alcuni dei partecipanti erano propensi a mangiarsi in un sol colpo tutti i cocchi rimasti, facendosi una bella spanciata, altri invece combattevano furiosamente a favore del razionamento e quindi di una fame perdurante ma con la garanzia di un nutrimento minimo nel tempo.

Le opinioni mi sembravano esattamente divise a metà. Così, ho avuto modo di riflettere sull'attuale atteggiamento dell'umanità intera riguardo all'esaurimento delle risorse. Tendiamo a credere che molti non se ne occupino perché disinformati, che continuino a consumare o a sprecare ma, se solo conoscessero la situazione, smetterebbero immediatamente per diventare strenui propugnatori della conservazione. E così, eccoci ad affannarci a parlarne, a scriverne, a spiegare, nel tentativo di illuminare un'Umanità che, ho il sospetto, non vuole affatto essere illuminata se non con faretti alogeni.

Probabilmente in moltissimi casi si pensa "Finché ce n'è, perché devo rinunciarvi? Ci penserò quando si presenterà il problema!" A cosa serve l'informazione in questi casi? Chissà, magari serve addirittura a far consumare di più. E poi, possiamo davvero stigmatizzare un simile comportamento? Non sarà, forse, un comportamento insito nell'essere umano? O è invece un condizionamento culturale tutto nostro, ovvero occidentale?

Quest'ultimo sospetto alligna, specialmente quando si apprende l'atteggiamento di culture diverse dalla nostra. Diceva Don Juan, su Viaggio a Ixtlan di Carlos Castaneda:

Un cacciatore usa il mondo moderatamente e con tenerezza, senza badare se il mondo possa essere cose, o piante, o animali, o persone, o potere. Il cacciatore non spreme il mondo fino a deformarlo. Lo tocca lievemente, rimane quanto deve e quindi si allontana agilmente, lasciando appena un segno.

Debora Billi
Petrolio@blogsfere.email.it