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Prodi tra Libano e “Autostrade“

di Giancarlo Chetoni - 26/10/2006

 
 
 

Brutte notizie per "Israele" dopo l'insuccesso militare in Libano. Il Paese dei cedri va dotandosi di una copertura difensiva in grado di evitare altre sorprese, cominciate con l'assassinio di Rafiq Hariri. La Francia ha una politica estera. I balletti del "professore" per non dispiacere ai suoi amici.

 

Esattamente sei mesi prima dell’ attacco dell’aviazione della Israeli Defence Force e di Tsahal al Libano, in relazione ad Afghanistan e Irak annotavo: “… l’economia di guerra sta diventando un fattore decisivo: i sistemi d’arma a basso costo contro forze armate strutturate per una guerra convenzionale ferma alla caduta del Muro di Berlino stanno imponendo sul campo un crescente peso tattico e strategico. Usa e Alleati si stanno dimostrando del tutto incapaci di dare corso a una ristrutturazione credibile ed accelerata del loro apparato militare che sia capace di affrontare sul campo la nuova, devastante flessibilità operativa sviluppata dai movimenti di liberazione nazionale in Medio Oriente e in  Centro Asia. Si va affermando un modello di risposta a “bassa intensità“, agente su più fronti, capace di contrastare con geometrica efficacia l’arroganza e l’aggressività degli Usa e dei suoi gemelli siamesi  GB e “Israele“. Una guerra asimmetrica che cresce in tutte le aree di crisi, come un corpo dotato di testa, che fa tesoro delle esperienze di lotta contro l’imperialismo a livello planetario, che perfeziona costantemente le sue tecniche e l’uso dei suoi materiali verticalizzando efficienza militare e capacità di risposta. Una guerriglia  che riesce a minimizzare le perdite sul terreno anche in presenza di un rapporto enormemente sbilanciato di forze e mezzi a disposizione del nemico. La Russia e la Cina stanno facendo saltare con i loro sistemi d’arma a costo 1/1000 tutti i preesistenti equilibri di potenza costruiti dal 1945 sul duopolio USA-URSS, oltre che nel settore militare anche in quello economico ed energetico…“.

Il successo sul  terreno e sul mare del Libano raccolto da Hezbollah ha confermato queste anticipazioni.

A Gaza le Brigate Ezzeddin Al-Qassam, il braccio militare di Hamas, insieme alle Brigate di Al-Aqsa , hanno fatto sapere di essere pronte, in caso di ulteriori  sanguinosi attacchi di “Israele“ a  rispondere all’aggressore con i metodi e la tecnica di guerriglia adottate dalla Milizia  del “Partito di Dio“ nella fascia sud del Libano. La Striscia di Gaza potrebbe riservare per il tempo che verrà  a “Israele“ delle brutte sorprese. 

 

Detto questo torniamo a Prodi e alla sua  sconcertante intervista a “Al Arabiya“.

Il Presidente del Consiglio si è reso conto di essersi cacciato con Beirut in un ginepraio perché sa perfettamente che non potrà mantenere le promesse fatte ad Olmert e alla Livni.

La sua ripetuta richiesta di allocare un contingente, senza divisa e disarmato, sui confini del Libano e della Siria, per un applicazione estensiva, a vantaggio di “Israele“, della risoluzione 1701 ha ottenuto solo il risultato di irrigidire le posizioni di Al-Asad e di Fu‘ad Siniora compromettendo l’equidistanza dell’Italia tra le parti in un conflitto regionale in cui è coinvolta come garante sotto bandiera delle Nazioni Unite. Elemento che potrebbe pregiudicare, e gravemente, la sicurezza del contingente nazionale in una situazione,  prevedibilissima, di attentati ad opera di “Al-Qa‘ida“ e/o di possibili  nuovi “incidenti“  tra Libano e “Israele“. 

Dopo il  fallito tentativo degli Usa e di Kofi Annan di addossare la responsabilità dell’omicidio Hariri alla Siria, per coinvolgere la Francia contro l’attuale governo libanese, Chirac sta mandando letteralmente a rotoli i piani del “professor Nomisma“ e quelli del Partito Amerikano.

Nonostante che l’Onu da New York cambi  in corsa le regole di ingaggio della 1701 introducendo il “fuoco letale“ preventivo contro eventuali trasporti di armi di Hezbollah, Fu’ad Siniora si sta dimostrando un osso da rodere particolarmente duro.

Dekba, l’agenzia internet del Mossad, il 17 Ottobre è uscita con una notizia falsa a metà. Eccola:

“L’Italia sta per vendere al Libano sofisticati missili antiaerei e antinave Aster 15“. In realtà non è Prodi che vuole fornire “missili antiaerei e antinave“ all’esercito libanese, che non ha, ma Chirac che ne ha avviato ricerca e sviluppo e ne ha effettuato l’imbarco operativo sulla portaerei “De Gaulle “ e sul  primo cacciatorpediniere “ stealth “ da 5.000 tonnellate della classe Fremm. 

L’accostamento del “premier“ italiano alla trattativa è stato possibile solo perché gli Aster 15 e 30 sono prodotti dal consorzio MBDA Francia, da MBDA Italia e Gruppo Thales con  Finmeccanica e Alenia a far la parte dei  contractors che contano poco e niente.

Mettere in postazione delle batterie di Aster 15  e forse Aster 30 darebbe a Fu’ad Siniora e al suo Governo la possibilità di distruggere in volo gran parte dell’aviazione di “Israele“. Non ci sarebbero più bombardamenti sulla Terra dei Cedri se non ad un prezzo incredibilmente alto.

L’Aster 15 è un missile antiaereo a 2 stadi, a combustibile solido, quindi lanciabile in tempi estremamente contenuti, sofisticatissimo, che resiste a tutte le contromisure di guerra elettronica e arriva a bersaglio con estrema precisione.

Ha una massa di lancio di 310 kg,  una lunghezza molto contenuta, 4 metri, e un diametro di 180 mm, è autocarrato, sviluppa  velocità di mach 3.5 , ha un raggio d’azione da 1.7 a 30 km e può colpire e abbattere  un F 15 o un F 16 di “Israele“ fino ad un altezza di 14 km.

Da distanze simili e a quote superiori come quelle indicate, per un pilota di jet tentare di colpire un obbiettivo militare diventa pressoché impossibile. Più da vicino e sotto quella quota sarebbe  del tutto scontato l’abbattimento del  velivolo.  

Una volta lanciato, l’Aster 15 ha una probabilità di distruggere un aereo incursore tra 0.85 e 0.94. Su 10 (dieci) Aster 15 lanciati andrebbero persi quindi, di uno 0.1 in meno,  9 (nove) F 16 o F 15. Ratei di perdite insostenibili per qualunque aviazione militare.

Il che per “Israele“ vorrebbe dire un enorme disastro economico e militare e un’ulteriore perdita di credibilità e di deterrenza nel Medio Oriente. Sul Libano non ci sarebbero più scorrerie senza dover pagare un dazio salatissimo.

Quanti Aster 15, dotati di apparecchiature radar di scoperta, bastano per fare del Sud Libano un muro di cemento pressoché invalicabile?

Gli esperti affermano  non più di 200-250, con un costo economico complessivo per il Paese dei  Cedri che si aggirerebbe, compresi i lanciatori, i radar, le scorte, i ricambi e l’addestramento del personale, intorno ai 120-150 milioni di dollari.  

Un nulla rispetto ai 4.2- 4.5 miliardi di dollari di danni procurati al Libano dall’aviazione dell’I.D.F nel Luglio-Agosto di quest’anno con la distruzione di 5700 abitazioni, 517 ponti, raccordi stradali e vie di comunicazione, 362 tra impianti industriali e infrastrutture, compreso l’aereoporto di Beirut, e i gravissimi danni ambientali per messa fuori uso di 22 depositi di carburante per centrali elettriche e rifornimento benzina, lasciando da parte i 1.437 morti, i 7.300 feriti e gli oltre 850.000 sfollati tra la popolazione. Per stare ai dati all’ultima aggressione in ordine di tempo.

Con gli Aster 15 in postazione nel sud del Libano a Tiro, Sidone, Beirut e dintorni, “Israele“ ci penserebbe più volte, per non farne poi di niente, a rimettere il naso da quelle parti.

L’Aster 30 fa molto  peggio del suo fratello minore Aster 15.

Vola a 4.5 mach e ha un raggio d’azione di 120 km ad una capacità operativa in altezza di 22 km, 5 in più di quella che è la tangenza massima a cui possono operare i “caccia“ e cacciabombardieri di “Israele“ migliorando anche capacità bellica della testata e numero di ingaggio degli obbiettivi.

In Siria li aspetterebbe qualcosa di molto, molto più devastante. L’attacco all’Iran è solo una opzione ventilata  come possibile solo dalle menzogne degli analisti della Nato e del Pentagono.

Se Chirac decidesse di vendere questo sistema d’arma al Libano, Siniora potrebbe dormire da quel momento in poi  tra due guanciali. Nessuno, temendo sempre gli occhi ben aperti, lo verrebbe più a bombardare a casa sua.

Visti i precedenti storici e le cicliche aggressioni di Israele al Libano, crediamo che il Governo di Fu’ad Siniora cercherà con la Francia, o anche con la Russia e la Cina, di  dotarsi, in ogni caso, di uno schermo difensivo e di  protezione antiaerea che fino ad oggi non ha avuto e che è costato particolarmente caro al suo Paese.

E’ molto, molto probabile che Parigi firmerà l’accordo per la fornitura di questo sistema d’arma al Libano prima delle elezioni presidenziali di primavera a Parigi.  

Sarà, con ogni probabilità, l’ultima  bruciante pedata sui denti che Parigi intenderà rifilare ad “Israele“.

Tra il Presidente della Francia e la classe dirigente di Tel Aviv, precedente ed attuale, c’è da tempo della ruggine, e per quanto i media non ne parlino, gli screzi  in Libano tra  il Generale Pellegrini, l’Israeli Defence Force e Tsahal sono stati almeno cinque, di cui uno particolarmente grave. 

“Incidenti“ che hanno messo in allarme Unifil 2 per le violazioni dello spazio aereo del Libano da parte di F 16 e UAV  di “Israele“, e problemi di confine non ancora del tutto risolti come la restituzione delle Fattorie di Sheba.  

La partita che si sta aprendo è grossa, e l’Italietta di  Prodi, per bene che vada, con i suoi “soldati con le penne“ potrà fare, al massimo, la parte di una ballerina di fila in Medio Oriente e nel Mediterraneo.

 

Non resterà al  premier dell’Ulivo e del Partito Democratico che girare l’Europa come un ”piccione viaggiatore“ per facilitare fusioni come “Autostrade“, ex IRI, con Abertis a Madrid  di questi giorni, e svendite a venire come Alitalia. Lì ha una incontestata esperienza e professionalità,  ha naso, amici e un gran “carattere“. 

Le dichiarazioni di sentirsi spiato e osteggiato dai “media“ fanno parte del copione: la solita cortina di fumo per non dare troppo nell’occhio quando si  sa perfettamente di dover concludere qualche brutto affare sulla pelle degli italiani e del Paese.

Vi sembra davvero che Prodi, come ha comunicato, con demenziale enfasi, ad Al Arabiya, abbia la stoffa e il coraggio di minacciare e poi fare davvero la “guerra“ ad Hezbollah? Via, non scherziamo.

Possono sperarci solo Fassino, Rutelli e Capezzone, oltre a Fini, e del putridume alla Calderoli, alla Guzzanti. Non riuscirebbe nemmeno a pensarlo seriamente anche se glielo chiedessero gli amici  col “taglio sul pisello“, le  banche e i “poteri forti“ che a pedate l’hanno messo, per l’ultima volta, sul seggiolone di Palazzo Chigi. Preferirebbe sganciarsi dal Libano con qualche scusa e fare pari e patta.

Questo signore vuole  solo correre in bicicletta con il plotoncino dell’Arci, far finta di contare e durare, senza intoppi, fino alla chiusura della XV legislatura per potersi poi godere, alla grande, il gruzzolone milionario (euro) che si è messo da parte (in che maniera è ancora tutto da spulciare) in qualche lustro di “politica & affari“.

Brutta, pessima figura, questo Presidente del Consiglio, e con amicizie pericolose, pericolosissime, quasi quanto quelle vantate dal  Cavalier di Arcore.